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Alessio Zuccari
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The Last Showgirl esplora il tramonto di una carriera con delicatezza e profondità dal tre aprile al cinema.
Pamela Anderson torna sul grande schermo con un’interpretazione intensa e toccante in The Last Showgirl, diretto da Gia Coppola. Il film segue la storia di Shelly, una showgirl di Las Vegas che, dopo trent’anni sul palco, si trova improvvisamente di fronte alla chiusura del suo spettacolo. Mentre cerca di ridefinire la sua identità e il suo posto nel mondo, affronta il confronto con il passato, il peso del tempo che passa e il timore di essere dimenticata. Attraverso una regia evocativa e una sceneggiatura che alterna momenti malinconici a lampi di ironia, The Last Showgirl si presenta come un’opera delicata e profondamente umana, capace di parlare a chiunque abbia mai dovuto affrontare un grande cambiamento nella propria vita.
The Last Showgirl si apre con una scena simbolica: Shelly partecipa a un’audizione dopo anni di assenza dalle scene. Il suo nervosismo è palpabile, il desiderio di dimostrare di essere ancora all’altezza traspare in ogni gesto. Tuttavia, l’industria dello spettacolo, spietata e sempre alla ricerca di volti nuovi, non lascia spazio ai nostalgici. Shelly si scontra con la realtà di un mondo che si muove senza guardarsi indietro e si ritrova a dover affrontare un futuro incerto.
Il cuore di The Last Showgirl è proprio la relazione tra Shelly e le sue colleghe Mary-Anne (Brenda Song) e Jodie (Kiernan Shipka), che incarnano due generazioni diverse di performer. Se da un lato Mary-Anne ha ormai perso le illusioni sul mondo dello spettacolo, dall’altro Jodie rappresenta l’ingenuità di chi è ancora all’inizio del percorso. A completare il quadro c’è Annette, interpretata da una straordinaria Jamie Lee Curtis, ex ballerina ora cameriera in un casinò, che funge da specchio e guida per Shelly, offrendole consigli saggi ma disillusi. La loro amicizia è il vero cuore emotivo della storia, mostrando quanto sia difficile lasciare andare ciò che si ama.
La regia di Gia Coppola si distingue per uno stile visivamente evocativo e un approccio quasi onirico. Attraverso flashback e sequenze ricche di simbolismo, la regista immerge lo spettatore nel mondo interiore di Shelly, rendendo tangibile la sua nostalgia e il senso di smarrimento. La sceneggiatura di The Last Showgirl a cura di Kate Gersten, tratta dalla sua opera teatrale Body of Work, mantiene un’impostazione teatrale nei dialoghi, con scambi intensi che scavano a fondo nelle emozioni dei personaggi.
Pamela Anderson è una rivelazione. Con una performance sfumata e intensa, riesce a trasmettere la fragilità e la forza della protagonista, in un ruolo che richiama quello di Mickey Rourke in The Wrestler. La sua interpretazione in The Last Showgirl è autentica, lontana dai ruoli patinati del passato, e dimostra una maturità attoriale sorprendente.
The Last Showgirl non è solo un film sulle showgirl di Las Vegas, ma un racconto universale sulla ricerca di sé, sulla paura dell’oblio e sul bisogno di reinventarsi. Attraverso personaggi complessi e sfumati, il film esplora le sfide dell’invecchiamento in un settore che privilegia la giovinezza, mettendo in scena una storia che colpisce nel profondo.
Nonostante alcuni momenti in cui la sceneggiatura si dilunga in eccessive riflessioni, The Last Showgirl trova la sua forza nelle interpretazioni e nella regia delicata. Pamela Anderson regala una delle sue migliori performance, rendendo Shelly un personaggio indimenticabile. Un film intimo e struggente che ci ricorda quanto sia difficile dire addio a ciò che ci ha definiti, ma anche quanto sia importante trovare il coraggio di andare avanti.