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The Princess, recensione: (non) salvate Joey King

Tags: disney, joey king, the princess
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The Princess, recensione: (non) salvate Joey King

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Una bellissima principessa riposa incatenata nella torre in cui ? prigioniera. La messa in scena ci porta immediatamente alla mente una serie di sue “colleghe” illustri: Raperonzolo, La Bella Addormentata e Fiona di Shrek. Eppure, la protagonista di The Princess, da oggi disponibile su Disney+, non sta affatto aspettando un principe; fingendosi sopita, sta programmando il momento migliore per mettere fuori gioco i soldati che la controllano e ricongiungersi con la famiglia reale, da cui ? stata sottratta.?

La principessa senza nome di Joey King, senza parenti e orpelli che ne giustifichino il titolo, dovr? cucirsi addosso una nuova identit? nel percorso di discesa e liberazione da una torre infernale, location in cui si trover? costretta finch? non avr? raggiunto i suoi obiettivi, frutto di una formazione da guerriera impavida e impulsiva, come l’hanno sempre definita i suoi genitori. La mano del regista Le-Van Kiet?con l’aiuto del team produttivo di Fast and Furious e John Wick?delinea un viaggio dell’eroe, in questo caso eroina, dai toni molto pi? cupi e action rispetto alle consuete produzioni Disney, che soddisfer? il palato del pubblico pi? grandicello.

Dopo essersi rifiutata di sposare il malvagio e insolente Julius (Dominic Cooper), la Principessa di un regno sconosciuto viene rapita e rinchiusa in una torre, da cui dovr? cercare di fuggire fronteggiando il vendicativo promesso sposo, deciso ad usurpare il trono, e l’esercito dei suoi scagnozzi. In meno di cinque minuti, The Princess svela tutte le sue carte: Joey King ? pronta ad assumere le redini di un action fantasy serratissimo, in cui il movimento in discesa corrisponde a un preciso percorso caratteriale, che mira a restituire dignit? alle figure femminili, vittime di un regno dispotico in cui le loro parole e suppliche sono destinate a rimanere inascoltate.

La struttura di The Princess, che capovolge la sceneggiatura di The Raid (2011), ? piuttosto semplice e ha come primo compito quello di accompagnare lo spettatore verso la sequenza successiva, rifinendo tramite un montaggio vorticoso le acrobazie di una principessa scattante, estensione di un regno culturalmente aperto, che accoglie stranieri a corte ma sembra improvvisamente volerla lasciare da parte. La giovane protagonista ha infatti origliato una conversazione tra il padre e la madre, da cui emergono le parole “matrimonio”, “mancanza di eredi” e “compromesso”. Come pu? un uomo lungimirante come il suo pap?, che le ha dato un’educazione da guerriera, le ha insegnato a difendersi da ogni tipo di minaccia e paura, indirizzare il suo destino verso la sedentariet?, un matrimonio infelice in cui le verrebbe tolta la possibilit? di scegliere?

Non ci troviamo di fronte a una produzione particolarmente lodevole ma, se non altro, The Princess vuole fare conoscere al pubblico di Disney+ l’abile padronanza del comparto action del regista Le-Van Kiet che, analogamente al precedente film Hai Ph??ng (Furie) del 2019, afferma visivamente che il genere funziona in virt? del modo in cui i corpi nell’inquadratura possono muoversi, pi? che per la rapidit? con cui DOP e montatori si spostano da un’angolazione all’altra. E’ cos? che la regia riesce a legittimare e valorizzare al massimo l’arco della Principessa e della sua mentore Linh (Veronica Ngo) risoluta, agilissima e probabilmente miglior personaggio dell’intera narrazione. Linh ? la controparte boreale di questa Aurora dai capelli rossi, sorella non di sangue ma per carisma, che avrebbe potuto raffrozare ulteriormente, e molto pi? rapidamente, il motivo per cui la nostra eroina sta combattendo. In questo viaggio labirintico, dove la Principessa ? attorniata da soli uomini, l’idea pi? interessante rimane il fatto che l’unica possibilit? che ha per connettersi con le figure femminili ? il ricordo. Le parole e gli insegnamenti di Lihn rivivono nelle movenze coreografiche della Principessa, che segue un percorso di riduzione e ribaltamento delle aspettative che l’hanno accompagnata per tutta la vita, per appropriarsi di una nuova identit?, intrinsecamente femminile e caratterialmente tempestosa.?

E’ difficile scandagliare i dubbi riguardo al pubblico target di The Princess, per i pi? piccoli forse statico dal punto di vista della narrazione e dei luoghi abitati dalla protagonista mentre per i pi? grandi, non avvezzi ai sottotesti incarnati da un’icona giovanile, potrebbe risultare difficile abbracciare completamente l’atmosfera di questo action favolistico. Una cosa ? certa: il testo di The Princess rimane intricato e difficile da scalare – o discendere – tanto quanto la sua torre, e vi catturer? per il modo in cui Joey King si sta facendo spazio sul tappeto roso come eroina, non solo delle storie d’amore ma anche dei viaggi di formazione.

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