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The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan
Alessio Zuccari

The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan

Tags: Dakota Fanning, Ishana Night Shyamalan, The Watchers
The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan
The Watchers: recensione dell’horror d’esordio di Ishana Night Shyamalan

The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan

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Alessio Zuccari
Tags: Dakota Fanning, Ishana Night Shyamalan, The Watchers

La figlia d’arte di M. Night Shyamalan debutta alla regia di un lungometraggio con un film che richiama da vicino il cinema del padre. Più un calco che uno slancio personale.

Ogni scarrafona è bell’a papà sujo. Riconosciamo che in ogni altra circostanza sarebbe ingrato porre nel confronto, soprattutto parentale, il commento alla prima esperienza di una giovane, giovanissima autrice. Con Ishana Night Shyamalan, classe 2000, e con il suo debutto al lungometraggio The Watchers è però difficile esimersi. Dopotutto dal cognome che porta in dote ha assorbito molto. Quasi tutto, anche il “Night”. E Shyamalan, padre, in questi anni se l’è cullata a dovere. L’ha portata nella writing room e dietro la macchina da presa della serie TV Servant, poi anche in regia di seconda unità sui set di Old e Bussano alla porta.

Appare quindi quasi inevitabile che Ishana dal suo essere figlia di questa arte, dell’horror ad effetto, ludico ma anche teorico, abbia tratto la propulsione per proiettarsi nella sua prima avventura in solitaria. Emerge in maniera abbastanza evidente dalle pieghe di questo film sovrannaturale che scrive anche, a partire dal romanzo omonimo di A.M. Shine. C’è un grande mistero sospeso sin dalla scena di apertura, c’è un gruppo di personaggi incastrati a giocare un ruolo di cui spesso non comprendono la reale portata. C’è, e come potrebbe non esserci se la lezione è stata seguita per filo e per segno, la strutturazione di un grande colpo di scena finale. Non è uno spoiler: è il punto di contatto tra lo stile drammaturgico e il marchio di fabbrica.

La trama di The Watchers: chi osserva e chi è osservato

The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan
Photo Credits: Warner Bros. Italia

Al centro di tutto questo finisce Mina (Dakota Fanning), americana trapiantata in un anonimo grigiore irlandese. Di lei sappiamo giusto l’utile a caratterizzarne la generale apatia e scontrosità. Lavora in un negozio di animali e un giorno viene incaricata di portare un raro parrocchetto in uno zoo a nord del Paese. Solo che non ci arriva mai. La sua macchina si ferma ai margini di un bosco fitto e minaccioso. Nel tentativo di cercare aiuto, si imbatte in una struttura-bunker abitata da tre altre persone, Madeline (Olwen Fouéré), Ciara (Georgina Campbell) e Daniel (Oliver Finnegan). Sono lì da diverso tempo, chi più, chi meno, e mettono subito al corrente Mina di alcuni semplici regole: su tutte, che da quel bosco non si esce. Tentare la fuga è infatti una condanna a morte.

The Watchers incastra i suoi personaggi in un incrocio tra il folklore e una sorta di esperimento sociale dove, come si può intuire già dal non proprio originalissimo titolo, è centrale il tema del guardare. Anzi, dell’essere guardati. Mina e gli altri sono più o meno liberi di girare nel bosco durante le ore di luce, ma al calare della notte sono obbligati a restare all’interno della struttura, uno stanzone con un enorme specchio a fare da parete su uno dei lati. Dall’altra parte, qualcuno osserva. Ma non si sa chi o cosa queste creature siano realmente o quale scopo abbiano al di là di un interesse morboso per la ritualità quotidiana delle loro cavie.

Da qui Shyamalan apre al progressivo gioco di disvelamento tra infrazioni del codice imposto alla nuova arrivata e una regia che affida molto del proprio lavoro tensivo al comparto sonoro (versi e rumori ancor prima che musica), utilizzato come strumento di smottamento sensoriale lì dove la mano acerba della regista lascia più campo all’incertezza. Risultano infatti un po’ precoci le modalità attraverso le quali la sceneggiatura dà via informazioni sull’accettazione della condizione di cattività, anche questo modello mutuato dal padre, che non trovano poi però adeguato controbilanciamento tra profondità teorica e intrattenimento in cui l’altro Shyamalan spesso la sfanga.

Un tocco ancora acerbo e derivativo

The Watchers: recensione dell'horror d'esordio di Ishana Night Shyamalan
Photo Credits: Warner Bros. Italia

È abbastanza grezza, se non apertamente telefonata, l’articolazione che The Watchers fa di un intuibile e sottolineato lavoro di riflessione su regime dello spettacolo, doppi, mimesi e apprendimento generativo (non possiamo svelare troppo, ma che QUELLA cosa sia anche metafora di come ci percepiamo inermi nei confronti delle IA?). Piegata, per di più, all’accettazione di compromessi logico-narrativi che molto chiedono alla sospensione dell’incredulità davanti a un horror che è anche una sorta di survival movie.

Si resta insomma sul principio del brivido (di inquadrature azzeccate ce ne sono un paio, giostrate su ombre e controluce) e del ragionamento speculativo, che finiscono per mostrare più un timido tentativo di calco che di adesione a una idea di cinema del tutto indipendente. Forse era inevitabile, forse si poteva sperare in qualcosa di differente, ma per cementificare c’è tempo e sarà interessante vedere cosa arriverà dopo.

The Watchers è al cinema dal 6 giugno con Warner Bros. Italia.

Guarda il trailer ufficiale di The Watchers:

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