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Roberta Panetta
The White Lotus 3 recensione: la satira sociale sbarca in Thailandia
Tags: the white lotus 3
Una nuova destinazione da sogno, un gruppo di vacanzieri apparentemente spensierati e un resort da cartolina che nasconde, come sempre, più di un segreto. La terza stagione di The White Lotus 3 porta la firma inconfondibile di Mike White e approda in Thailandia, tra le acque cristalline e le lussureggianti foreste tropicali. Dopo il successo delle prime due stagioni ambientate rispettivamente alle Hawaii e in Sicilia, il nuovo capitolo della serie targata HBO e Sky Exclusive debutta il 17 febbraio su Sky e in streaming su NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti. Girata tra Koh Samui, Phuket e Bangkok, lo show ripropone la formula vincente che mescola dramma, black comedy e satira sociale, seguendo le vite intrecciate di un nuovo gruppo di ospiti e dipendenti del lussuoso resort The White Lotus. Il cast si arricchisce di talenti come Leslie Bibb, Carrie Coon, Walton Goggins, Jason Isaacs, Michelle Monaghan, Parker Posey, Natasha Rothwell e la popstar Lalisa Manobal, aggiungendo ulteriore fascino a un ensemble già stellare.
Se c’è una cosa che The White Lotus ha dimostrato fin dalla prima stagione, è la sua capacità di dipingere un ritratto spietato dell’alta società e delle sue contraddizioni. Questo nuovo capitolo non fa eccezione: tra spensierate sessioni di yoga, massaggi esclusivi e cene gourmet, emergono tensioni, ambizioni frustrate e ipocrisie latenti che esplodono sotto il sole orientale. Mike White continua a indagare le dinamiche di potere tra classi sociali, mettendo a confronto il privilegio dei ricchi vacanzieri con la realtà spesso complessa di chi lavora nell’industria del lusso. In questa stagione, il tema del benessere spirituale e della ricerca di autenticità diventano centrali: i personaggi si immergono in rituali esotici e percorsi di purificazione interiore, ma si scontrano con la loro incapacità di andare oltre una superficiale appropriazione culturale. La Thailandia, con la sua storia e le sue tradizioni millenarie, diventa il perfetto teatro di questa illusione di rinascita, in cui ogni gesto di auto-miglioramento si trasforma in un nuovo atto di consumo.
Visivamente, questa terza stagione di The White Lotus è un autentico capolavoro. Le location thailandesi offrono una scenografia mozzafiato che esalta il contrasto tra il paradiso naturale e l’inquietudine che serpeggia tra gli ospiti del resort. La regia di Mike White si conferma magistrale nel bilanciare il lusso opulento con la tensione narrativa, mentre la colonna sonora evoca un senso di pericolo latente, facendo presagire il mistero che, come da tradizione, si svilupperà nell’arco dello show.
Il cast si dimostra all’altezza delle aspettative, con performance intense e sfaccettate che danno vita a personaggi complessi e ambigui. Se nelle prime due stagioni Jennifer Coolidge ha regalato un’interpretazione iconica e irresistibilmente ironica nei panni della svampita ma tragica Tanya McQuoid, questa nuova stagione si affida a nomi come Parker Posey e Carrie Coon per mantenere vivo quell’umorismo pungente che caratterizza la serie. Posey, in particolare, spicca con la sua innata capacità di alternare comicità e dramma, mentre Coon costruisce un personaggio affascinante e sfaccettato. Walton Goggins porta invece in scena un’ironia più cinica e tagliente, perfetta per il tono dissacrante di The White Lotus.
Con questa terza stagione, la serie HBO non solo conferma il suo status di prodotto d’eccellenza della serialità mondiale, ma ancora una volta riesce a sorprendere e a far riflettere, regalando un’esperienza che è al tempo stesso elegante e inquietante, affascinante e crudele. Un viaggio da cui si torna cambiati, anche se solo per il tempo di un episodio.
The White Lotus è creata, scritta e diretta da Mike White; produttori esecutivi sono Mike White, David Bernad and Mark Kamine. Dal 17 febbraio su Sky e Now.