2020
Venezia 77 | Lacci
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Venezia 77 | Lacci, la recensione del film d'apertura

Tags: lacci film, lacci film venezia
Venezia 77 | Lacci
Venezia 77 | Lacci, la recensione del film d’apertura

Venezia 77 | Lacci, la recensione del film d'apertura

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Pronti, partenza…via! Nonostante la paura e la pandemia, la Mostra del Cinema di Venezia ricomincia da qui, da un film tutto italiano che parla di rapporti logori e di lacci troppo stretti o troppo larghi.?

Con i blockbuster americani in gran parte assenti, gli organizzatori hanno trovato una sorta di soluzione in Lacci, il primo film italiano ad aprire il festival da pi? di un decennio. Il bel dramma sul divorzio di Daniele Luchetti si pone come un cugino europeo di Storia di un matrimonio, incentrato sul macabro tracollo di una coppia della classe media e sul bagaglio emotivo che poi lasciano in eredit? ai loro figli. Un film in cui la miseria genera miseria finch? la sua eredit? non si approfondisce come un’onda impetuosa che si infrange sugli scogli.?

Adattando il romanzo di Domenico Starnone, Luchetti naviga con disinvoltura in una struttura che scivola nel tempo, andando avanti e indietro tra Napoli e Roma, e dai primi anni ’80 ai giorni nostri. Aldo diventa goffo e consumato dalla vita (interpretato da Silvio Orlando), ? ormai troppo grande per pensare al passato; torna a casa e scopre che il suo lussuoso appartamento ? stato svaligiato. Un furto metaforico che ribalta il piano narrativo e ci ricorda quanto sai che qualcosa sar? “per sempre” anche se non lo sar? mai pi?.?

“Dalla crisi di tanti anni fa abbiamo imparato entrambi che per vivere insieme dobbiamo dirci molto meno di quanto ci tacciamo”, scrive ancora Starnone attraverso le parole di Aldo. La forza e il vantaggio della?parola scritta, per?, stanno proprio nel mostrare le possibilit? infinite di ci? che non rivela; come Vanda, per la quale “ci? che dice o fa ? quasi sempre il segnale di ci? che nasconde”. Per il?cinema, invece ?? un cinema che, per fortuna, non si limita a mettere in scena solo la parola ? il problema ? quello dello stesso di Aldo, l?ansia di rivelarsi, la vanit? di non farsi capire, la pedanteria di sfogarsi inutilmente. Quando un laccio si stringe troppo, invece di unire, taglia quel che legava.?

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