2020
Venezia77 | Pieces of a Woman: il dolore è senza filtri nel film con Vanessa Kirby
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Venezia77 | Pieces of a Woman: il dolore è senza filtri nel film con Vanessa Kirby

Tags: biennale cinema, mostra del cinema 2020, pieces of a woman, vanessa kirby, venezia77
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Venezia77 | Pieces of a Woman: il dolore è senza filtri nel film con Vanessa Kirby

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A cura di Emanuela Bruschi

Il ritratto di un dramma con una grande performance di Vanessa Kirby: Pieces of woman, co-prodotto da Martin Scorsese, ? stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia

? ormai un fatto noto che l’edizione 2020 del Festival del Cinema sia composta da una predominanza femminile e ne ? la prova lampante Pieces of Woman diretto dall?ungherese Korn?l Mundrucz?dal soggetto della sua storica compagna, nonch? sceneggiatrice del film, Kata Weber.

La storia ? ambientata a Boston, dove Martha (Vanessa Kirby) sta per dare alla luce una bambina. La sua vita per?, come quella del marito (Shia La Beouf), verr? stravolta da un lutto devastante quanto improvviso che la porter? a percorrere un cammino per riprendere in mano la sua vita.

Il film tocca diverse tematiche pesanti da affrontare, specialmente in un unico prodotto cinematografico: il lutto per la perdita di un figlio, la depressione, lo straniamento, l’allontanamento, la crisi esistenziale e gli effetti che questi fattori hanno sulla psiche dei protagonisti ma anche l’impatto che provocano nella vita di chi gli ruota attorno.

La trama della pellicola ? improntata quasi esclusivamente sul rapporto tra Martha e Sean e le macerie della loro relazione: Sean fa di tutto per rintracciare Martha e recuperare il rapporto, ma non ha la capacit? di riconoscere il suo dolore, soprattutto non comprende come lei l?abbia interiorizzato. Il film gioca sul non detto e sull’utilizzo del fuori campo per costruire la mancanza di dialogo tra i due.

Il lungometraggio incentrato su un personaggio (Martha) appare quasi inedito, e si svela in tutta la sua complessit? e profondit? in maniera ben diversa agli occhi dello spettatore; sentiamo di comprendere il suo smarrimento, il senso intimo delle sue scelte, nonostante lei ci spinga via per l?intera durata del film.?Vanessa Kirby con la sua incredibile interpretazione tocca la sensibilit? dello spettatore e si candida di diritto alla Coppa Volpi.

Mundrucz? dona la vita ad una storia intima e vera ma al contempo universale; resa ancor pi? credibile da scelte registiche inattese, come la scena iniziale del parto, tecnicamente pregevole, intensa e sconvolgente.

Il regista non ? sicuramente nuovo agli occhi e alle orecchie degli esperti di cinema europeo, potrebbe rappresentare altres? una ventata d?aria fresca per il pubblico lidense. Eppure, in un anno molto particolare in cui l?Europa Balcanica ? pi? presente che mai in laguna (Gonna Snow Again di Malgorzata Szumowska e Quo Vadis, Aida? di Jasmila Zbani?, solamente per citare alcuni dei titoli presenti nelle varie sezioni della Mostra), Mundrucz? arriva con il suo primo film internazionale, interamente girato in lingua inglese e con Martin Scorsese tra i produttori esecutivi.

Probabilmente la scelta di girare il film in inglese, per farlo arrivare ad un pubblico pi? ampio possibile, ? un ulteriore punto di forza per una trama in cui, purtroppo, l?identificazione non risulter? difficile.

Con Pieces of a Woman, Korn?l Mundrucz? racconta una di quelle storie che solitamente non vengono narrate, riuscendo ad arrivare direttamente al cuore del pubblico con un colpo che, come il film stesso, ? contemporaneamente violento e meraviglioso.

Il dramma inevitabilmente li separer?, per poi forse farli ricongiungere insieme alla consapevolezza che il dolore di una perdita non si supera e non si dimentica. Si pu? solo sopravvivere e forse insieme condividerne l’indelebile peso che lascia.

Il lavoro del cineasta ungherese risulta in ultima battuta molto convincente: perfettamente calati nel difficile ruolo gli attori, importante il tema e ben calibrato nel suo svolgimento, ondivago ma mai deragliante il registro nelle sue tinte dramedy, e – infine – ispirata senza scadere nella retorica la pellicola nella sue interezza.

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