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Federica Marcucci

Wicked: la recensione del film con Ariana Grande e Cynthia Erivo

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Federica Marcucci

Wicked: la recensione del film con Ariana Grande e Cynthia Erivo

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Il film adatta la prima parte del musical omonimo riportando il pubblico nel regno di Oz.

Negli ultimi anni è stato sempre più raro che l’uscita di un film diventasse un evento. Abbiamo assistito a qualcosa del genere un anno fa con l’uscita di Barbie e Oppenheimer e, ora, con l’arrivo nelle sale di Wicked è chiaro che il pubblico non è solo desideroso di partecipare a un evento attesissimo ma vuole prenderne parte attivamente, come se si trattasse di un rituale collettivo. In questo caso, del resto, l’attesa era trepidante perché stiamo parlando dell’adattamento cinematografico di uno dei musical più celebri degli ultimi 20 anni, a sua volta connesso a doppio filo con uno dei film che hanno cambiato la storia del cinema. Grandioso e strabordante, con un’estetica molto moderna che tuttavia non si dimentica strizzare l’occhio al cinema classico, Wicked è un film larger than life. Un’esperienza destinata a diventare un cult o che, forse, lo è già diventata.

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Adattare un musical

Era il 2003 quando a Broadway debutta Wicked, musical basato sul romanzo di Gregory Maguire il quale aveva immaginato una backstory sugli iconici personaggi nati dalla penna di L. Frank Baum, l’autore de Il mago di Oz. Con musica e testi di Stephen Schwartz, Wicked diventa ben presto un caposaldo del musical contemporaneo consolidando la fama delle sue interpreti Idina Menzel e Kristin Chenoweth. Data l’importanza del musical, oggetto di venerazione da parte di un fandom affezionatissimo, il compito del regista Jon M. Chu era arduo; per non parlare del fatto che adattare un musical teatrale al cinema è già di per sé complesso, figuriamoci con un oggetto di cultura pop di questo calibro. Il risultato in questo caso supera qualunque aspettativa perché Wicked non solo riesce a essere fedele parlando il linguaggio del cinema, ma fa sì che sul piano visivo il film risulti essere connesso con l’immaginario de Il mago di Oz.

Merito di una sceneggiatura che sceglie di prendersi il giusto tempo – il film è stato diviso in due parti (la seconda uscirà a novembre 2025), ma anche di una cura incredibile dei dettagli: basti pensare alle scenografie, ai costumi e alle coreografie. Ma soprattutto merito di due interpreti che sono riuscite a fare loro due personaggi iconici senza snaturarli dando una versione fresca che riesce genuinamente a portare sullo schermo una straordinaria chimica creatasi sul set. In questo senso Cynthia Erivo e Ariana Grande sono perfette e sembrano essere nate per essere l’una la controparte dell’altra, mettendo in scena un’amicizia profonda quanto complessa.

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Sfidando la gravità

Diverse e complementari Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande) si conoscono da ragazze all’università di Shiz dove imparano a conoscersi diventando prima rivali e poi grandi amiche. Tuttavia il mondo di Oz è un tumulto e visioni opposte le divideranno in nome di ambizione e libertà. Del resto Wicked è questo: un grido di libertà che risuona in tutti coloro che, almeno una volta nella vita si sono sentiti diversi ma non hanno avuto paura di seguire la propria strada. Diversa e per questo additata da tutti Elphaba sceglie di non avere paura sfidando quella metaforica gravità che, nella vita di tutti i giorni, ci impedisce di sognare ed elevarci restando schiavi di idee altrui; quello che invece accade a Glinda, troppo ambioziosa e spaventata per riuscire a prendere posizione.

Due facce della stessa medaglia che fanno parte di noi e che riescono a farci riflettere sulla necessità di non temere l’ignoto, ma anche su quanto la riscrittura di un personaggio risulti davvero interessante se coerente e ben congegnata. Qualcosa che negli ultimi anni abbiamo visto e stravisto, anche con risultati decisamente meno d’impatto; ma questa è un’altra storia ben lontana dal fantastico regno di Oz.

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