Film
Federica Marcucci
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Gal Gadot ? la protagonista di Wonder Woman, cinecomic diretto da Patty Jenkins, che porta per la prima volta sul grande schermo la supereroina nata dalla matita di William Moulton Marston nel 1941. Da sempre considerata una delle icone dell’universo DC Comics, insieme a Batman e Superman, Wonder Woman era stata plasmata per valorizzare le qualit? delle donne: creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in pi? il fascino?conturbante di una donna.
Mai scelta fu pi? azzeccata: Gal Gadot riempie la scena con potenza e grazia e lo fa per tutta la durata del film.
Reduci da due cocenti delusioni, Batman v Superman e Suicide Squad, a risollevare le sorti dell’universo cinematografico Dc Comics ci pensa Wonder Woman. La pellicola, che comunque presenta qualche criticit? tecnica, pu? considerarsi la migliore portata al cinema dal DCEU. Il film uscir? nelle nostre sale il 1 giugno; nel frattempo vi riportiamo la nostra personale opinione analizzando i vari aspetti che abbiamo potuto osservare.
“Io sono Diana di Themyscira, figlia di Hippolyta.”
La storia di Wonder Woman ci viene presentata sin dalle sue origini: Diana ? una ragazzina curiosa e coraggiosa e vive nell’isola paradisiaca di Themyscira insieme alle altre Amazzoni. Il racconto iniziale, circa la storia dell’isola e della sua genesi, ? degno di nota poich? realizzato stilisticamente come una narrazione mitologica. Per chi non conoscesse i dettagli, le Amazzoni, titaniche combattenti dalla natura selvaggia, erano state generate da Zeus, il Dio di tutti gli Dei, affinch? potessero sconfiggere Ares, il Dio della Guerra, e mediare il rapporto tra dei e uomini.
Regina delle Amazzoni ? la statuaria Hippolyta, interpretata da Connie Nielsen: in lei convivono giustizia e verit? nonch? senso del dovere. La regina, consapevole del futuro che attende Diana, non vuole che la figlia combatta per il timore che possa vivere la guerra o ancora peggio, non superarla. Diana, mossa dal suo spirito ribelle, sar? addestrata in gran segreto dal Generale Antiope, zia di quest?ultima e sorella della regina. Robin Wright ha il ruolo della guerriera Amazzone pi? forte di sempre e allener? Wonder Woman nell?arte del combattimento.
Una love story che tutto pu?
La prima parte della pellicola ? ambientata nell?isola divina, un?isola florida e splendente, dai colori accesi e sgargianti e circondata dal mare cristallino. La tranquillit? dell?atollo viene meno nel momento in cui il Capitano Steve Trevor, interpretato dall?aitante Chris Pine (decisamente buona anche la sua prova), approda disgraziatamente sull?isola e viene salvato da Diana in una scena che ricorda molto il salvataggio di Ariel a favore di Eric.
Nonostante si tratti di un cinecomic, ?ambientato peraltro durante la Prima Guerra Mondiale, la storia d?amore ? un elemento fondamentale ed ? il fil rouge di tutta la pellicola. Fin dal momento in cui Diana e Steve si conoscono scatta una scintilla: l?alchimia tra i due bellissimi attori ? tangibile, cos? come la loro prestanza fisica. Gal Gadot e Chris Pine riescono a destreggiarsi tra sentimenti, guerra, nemici e combattimenti. Non manca nemmeno l?ironia e un pizzico di malizia, elementi che non sfociano mai nella volgarit?, bens? catturano l?attenzione del pubblico, in particolare quello femminile.
Il fumo grigio di Londra
Diana, che da una vita si prepara a combattere e a diventare la pi? agile e forte tra le guerriere Amazzoni, viene a conoscenza – su confessione del Capitano/Spia Steve Trevor – dell?infuriare della Prima Guerra Mondiale. Mossa da spirito di giustizia e saggezza, abbandona l?isola con il Capitano alla volta di Londra. La fotografia e la scenografia cambiano quindi in funzione della narrazione: dalla rigogliosa Themyscira si passa al grigio industriale della citt? inglese agli inizi del ?900. La canonica divisione della sceneggiatura, per?, non regala molte sorprese. L?ambientazione dark, che aveva caratterizzato Batman v Superman, viene riproposta anche durante le battaglie di cui Wonder Woman e compagni sono protagonisti, fatta eccezione per alcune esplosioni e l?infrangersi dei proiettili sulle braccia di Wonder Woman, a volte un po? barocche, a volte epiche.
L?atto finale
Wonder Woman porta con s? il nobile intento di parlarci di femminismo e dei diritti delle donne e lo fa in un contesto in cui le donne vivevano spesso in schiavit?, sottovalutate e ai margini della societ?. Patty Jenkins non si arroga il diritto di parlarcene in maniera autorevole o seguendo le linee del politically correct, ma esprime il suo punto di vista attraverso l?ingenuit?, la fierezza, la fisicit? e la forza che caratterizzano la protagonista. In questo la performance di Gal Gadot ? semplicemente impareggiabile.
Un po? criticabile, invece, la scelta dei villain: sebbene ci siano tre figure malvagie, nessuna ? credibile fino in fondo: sono personaggi bidimensionali che non reggono il confronto con la supereroina, nemmeno in quello che dovrebbe essere lo scontro finale. Ci? nonostante, proprio durante la battaglia conclusiva, il film si trasforma in una grande metafora su quelli che sono i temi dell?umanit? intera: la sete di potere – che genera guerre e distruzione – e l?amore – che tutto pu?.
La semplicit? di Wonder Woman ? la sua forza: non siamo di fronte ad un cambiamento e nemmeno davanti ad un film d?autore; vengono narrati i clich? di una storia che ha un fascino naturale, che passa dal divino al terreno, senza troppe pretese. La volont? di creare un?identit? cinematografica al personaggio viene rispettata, ma la debole scrittura e i dialoghi banali non bastano a renderlo un blockbuster degno del suo budget.
Bene, ma non benissimo.
A cura di Roberta Panetta
Photo Credits: Warner Bros. Italia