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Federica Marcucci

Berlino e Lupin: due personaggi a confronto

Tags: berlino, berlino la casa di carta, berlino netflix
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Federica Marcucci

Berlino e Lupin: due personaggi a confronto

Tags: berlino, berlino la casa di carta, berlino netflix

Speciale Netflix: serie tv del momento, Berlino è ora sulla piattaforma streaming. E se la confrontassimo con Lupin?

Con l’arrivo su Netflix di Berlino serie prequel e spin off de La casa di carta, il personaggio interpretato da Pedro Alonso torna sul piccolo schermo con un’avventura inedita ambientata a Parigi. Una serie che, pur non avendoci del tutto convinto, ci dà la possibilità di ampliare il discorso sul personaggio stesso. Berlino infatti è la prova che l’archetipo del ladro gentiluomo non è mai davvero passato di moda.

Caratterizzato da un codice morale tutto suo, il personaggio combina una serie di attributi propri dell’archetipo stesso; i medesimi che – tra cinema, tv e letteratura, hanno fatto sì che la figura ambivalente del ladro gentiluomo riuscisse a raccontarci qualcosa di noi e del tempo in cui viviamo. Pur partendo da presupposti interessanti il personaggio di Berlino pare però aver perso quello smalto che lo rendeva così intrigante e affascinante, soprattutto se messo a confronto con un altro personaggio di casa Netflix: Lupin.

Cerchiamo di guardare tutto più da vicino.

Le vicende del prequel/spin off si svolgono diversi anni prima rispetto agli eventi narrati ne La casa di carta. Sarà per questo che il Berlino che ci viene presentato non è esattamente come lo ricordavamo; freddo sì, ma capace di perdere facilmente la testa per una donna: Berlino è in balia tra dovere (il portare a termine un colpo presso una prestigiosa casa d’aste di Parigi) e amore. Un amore che sembra muovere le azioni del personaggio che, in questo modo, perde i connotati che gli erano stati conferiti precedentemente. Questa nuova versione di Berlino, più morbido e innamorato, non riesce infatti a essere spregiudicato come ce lo ricordavamo.

Sebbene infatti Berlino sia sempre in bilico tra attività criminali, motivazioni personali e gesti altruistici – riprendendo proprio il topos del ladro gentiluomo, non vengono mai realmente indagate le ragioni della sua scelta di vita. Il risultato è un personaggio che sì, può destare simpatia, ma che non riesce a far scaturire emozioni in chi guarda. Perché nonostante tutto, almeno in questa nuova serie, la connotazione macchiettistica di Berlino ci impedisce di entrare in empatia con lui. Qualcosa che, invece, Lupin riesce a fare molto meglio.

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Foto: Netflix

Rivisitare la letteratura

Rivisitare la letteratura

Da White Collar a Luther, senza dimenticare Ocean’s Eleven e un classico come Caccia al ladro è chiaro che il cinema e la televisione non abbiano mai smesso di puntare sul fascino e l’arguzia dei ladri gentiluomini. Non stupisce quindi che Netflix abbia voluto rileggere un personaggio cult come Arsenio Lupin per dare vita a una delle sue serie più riuscite degli ultimi anni. Con tre stagioni all’attivo, l’ultima delle quali ha debuttato sulla piattaforma a ottobre, Lupin non è un adattamento dei romanzi di Maurice Leblanc ma una rivisitazione moderna del celebre personaggio letterario.

Siamo ancora una volta a Parigi ma, a differenza di Berlino, Lupin è spinto da azioni molto diverse. Mosso sì da ragioni personali, Assane Dion (interpretato da Omar Sy) si ispira alle gesta di Lupin per vendicare ingiustizie. Quindi un fuori legge sì, il cui obiettivo è però quello di esporre i veri criminali alla giustizia. Non è un caso che la serie tocchi anche tematiche estremamente attuali come l’integrazione in una società profondamente razzista come la nostra. Sotto questo punto di vista il ladro gentiluomo di Lupin dà al pubblico la possibilità di connettersi con lui in modo più profondo di quanto non accada con Berlino; almeno nella serie prequel/spin off.

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Foto: Netflix

Rispetto a una serie come Lupin Berlino soffre perciò di una narrazione un po’ semplicistica. Inoltre la mancanza di introspezione psicologica fa sì che le ragioni del protagonista restino sempre piuttosto oscure, ergendo una barriera tra lui e il pubblico.

Un’occasione mancata in cui, piuttosto, sarebbe stato interessante costruire un background differente per il personaggio di Berlino – che ancora oggi resta uno di quelli più amati del franchise de La casa di carta, magari raccontando i motivi che l’hanno spinto a scegliere la strada del crimine.

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