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Nimic: il cortometraggio di Yorgos Lanthimos arriva al cinema
Alessio Zuccari

Nimic: il cortometraggio di Yorgos Lanthimos arriva al cinema

Tags: Matt Dillon, Nimic, yorgos lanthimos
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Alessio Zuccari

Nimic: il cortometraggio di Yorgos Lanthimos arriva al cinema

Tags: Matt Dillon, Nimic, yorgos lanthimos

La lunga onda di entusiasmo attorno a Yorgos Lanthimos è lenta a scemare. La cavalcata di Poor Things ha da poco rallentato nel dopo stagione dei premi e già si intravede all’orizzonte Kinds of Kindness, il nuovo film antologico del regista greco che uscirà nei cinema a partire da giugno. Insomma, non è certo presto per ammettere che il suo ultimo lavoro abbia segnato uno spartiacque nella carriera del cineasta.

Il premio Oscar alla Miglior attrice per la protagonista Emma Stone – su un totale di quattro, tra cui scenografia, costumi, trucco e acconciature – e prima ancora il Leone d’oro al Festival di Venezia 2023, sono il sigillo su di un film che ha immediatamente conquistato critica e soprattutto pubblico. E che ha fatto conoscere ai più, allargando il bacino di inclusione cinematografica, il talento di un autore già ampiamente affermato ma contraddistinto da una poetica spesso ermetica se non criptica, propria di quella corrente denominata Greek Weird Wave.

Nimic per la prima volta al cinema

Nimic: il cortometraggio di Yorgos Lanthimos arriva al cinema
Photo Credits: Trent Film

Allora ecco che una piccola ma intraprendente casa di produzione italiana come la Trent Film si inserisce nel solco e coglie l’opportunità per distribuire Nimic, per la prima volta al cinema. Il titolo è un cortometraggio del 2019 che Lanthimos scrive assieme a uno dei suoi sceneggiatori di fiducia, Efthymis Filippou (Dogtooth, Alps, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e proprio Kinds of Kindness), e che dunque sembra rivelarsi anche l’occasione per avvicinare gli spettatori più “freschi” del regista alla cifra che l’ha reso tale.

Quella di portarli ancora al buio sulle poltroncine non è però una transizione scontata. Da una parte perché in Italia il passaggio in sala dei cortometraggi non ha mai goduto di una pianificazione distributiva molto favorevole. Dall’altra perché Nimic è presente attualmente sia nel catalogo streaming di Disney+ che in quello di MUBI. Interrogata nel merito, la Trent Film ha affermato poi di cercare tendialmente la distribuzione stand alone del cortometraggio, ma anche di voler far forza su una distribuzione congiunta con cinema che proiettano Poor Things (i pochi rimasti, considerato anche il suo di recente approdo su Disney+). O di puntare a una sinergia con titoli come Miserere di Babis Makridis, altro esponente della corrente weird greca scritto sempre da Filippou e portato al cinema ancora da Trent Film nel 2023, e quindi operare in chiave di una sorta di mini rassegna tematica.

Un cortometraggio claustrofobico e straniante

Nimic: il cortometraggio di Yorgos Lanthimos arriva al cinema
Photo Credits: Trent Film

Insomma, un’idea coraggiosa (portare cortometraggi in sinergia al cinema sarebbe davvero un’operazione commerciale da riscoprire), anche se nel caso specifico probabilmente un pelo troppo in ritardo. Ma nonostante ciò si configura come un tentativo di creare un ponte tra linguaggi, di cui anche Nimic stesso è in fondo un piccolo laboratorio. Dopo i precedenti The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e La favorita, Lanthimos continua infatti a lavorare con l’innesto di volti noti e hollywoodiani all’interno dei confini delle sue influenze. In Nimic è il turno di Matt Dillon, interprete non estraneo a singolari sperimentazioni (pensiamo a La casa di Jack di Lars Von Trier), che il regista trapianta nel mezzo di un corteggiamento a contesti e riferimenti estetici urbani che contamina con il seme del suo cinema mitologico.

La sinossi, se di sinossi ha senso parlare per un’opera di circa una decina di minuti, è fortemente intrecciata all’enigma del suo sviluppo e della sua risoluzione. Un uomo (Dillon), violoncellista di professione, ha la vita perfetta. Una moglie bellissima (Susan Elle), dei figli bellissimi (Sara Lee, Eugena Lee, Rowan Kay), una casa bellissima. Un giorno in metropolitana incontra una donna (Daphné Patakia) che lo inizia a seguire. E si sostituisce a lui. Semplicemente, prende il suo posto. Ancor meno senso ha forse parlare di significato e interpretazione. Nimic è metafora della facciata borghese? È la sostituibilità umana ai tempi del capitalismo pervasivo? È lo sconvolgimento familiare di fronte alla scoperta di un tradimento?

Ciò che conta è come Lanthimos e Filippou riescano con pochi gesti-simbolo – il sedersi, lo sdraiarsi assieme a letto, il fare colazione – a far colare i confini della sicurezza dell’istituzione familiare, a mettere in crisi i concetti del privato e dell’identità con un avvitamento repentino e claustrofobico descritto da una regia gelida. Lo sguardo straniato di Dillon e gli occhi famelici di Patakia fanno il resto, fioretti che si scontrano in un singolar tenzone dove a cercare risposta si sfiora solo la follia.

Nimic sarà al cinema dal 28 marzo.

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