“Alien di Ridley Scott, Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, La cosa di John Carpenter. Siamo grandi fan di questi questi registi e abbiamo lavorato per catturare quel lato di nostalgia romantica delle loro opere.” Così Domee Shi introduce alla stampa Elio, il nuovo film di animazione di casa Pixar che la regista di Red ha questa volta co-diretto assieme alla debuttante Madeline Sharafian.
Una pellicola che parte dal desiderio di fuggire la realtà del giovane protagonista, Elio, orfano che vive con una zia con la quale non riesce a comunicare il proprio dolore. Allora guarda lassù, alle stelle, sperando che un giorno da lì arrivi qualcuno per portarlo via. “Abbiamo usato lo spazio come metafora della speranza e della curiosità” spiega Shi. “In fondo è la storia di un bambino che si sente solo. Il nostro intento era diffondere un messaggio positivo anche nei momenti più bui. Lo abbiamo iniziato a realizzare subito dopo la pandemia e per noi è stato molto terapeutico per riconnetterci come persone.”
Ma Elio non parla solo di questo. Di mezzo c’è anche lo scontro tra due filosofie di vita oggi più attuali che mai: quella di chi pratica la pace e quella di chi pratica la guerra. “Siamo molto grate del fatto che il film esca proprio in questo periodo complicato” confessa Sharafian. “All’inizio del film Elio è molto pessimista, non prova nemmeno ad avvicinarsi alle persone che gli stanno attorno. Poi però capisce che può dare alla Terra una chance. Comprende che c’è ancora molto da salvare, nonostante tutto.”
Presenti conferenza stampa anche Adriano Giannini e Alessandra Mastronardi, che doppiano rispettivamente lo spietato generale Grigon e la zia di Elio, Olga. “Mi sono approcciata al doppiaggio con estrema umiltà” spiega l’attrice. “Non lo avevo mai fatto e ho scoperto un mondo sacro e complesso. Ho cercato di rispettare l’interpretazione di Zoe Saldana, che è la voce originale del personaggio, seguendo la sua scelta e la sua impronta stilistica.”
“I doppiaggi di animazione sono generalmente i più faticosi” riflette invece Giannini. “Questo perché ai personaggi succedono cose che di solito nella realtà non succedono. Chiamano quindi ad uno sforzo maggiore, e nel mio caso in particolare perché quella di Lord Grigon è una personalità furiosa e ciò voleva dire mettere una dose ingente di energia nelle corde vocali. Ho diluito molto le sessioni di lavoro per non perdere la voce.”
In Elio si approfondisce poi anche il rapporto di equilibrio tra i generi. “Ritengo sia fondamentale educare i più piccoli ad una visione paritaria della mamma e del papà” afferma Mastronardi. “La Disney è molto attenta a ribaltare i ruoli, a creare figure intercambiabili. Occorre ricominciare dalla società più piccola che c’è, quella appunto della famiglia, per riscrivere i giusti messaggi di eguaglianza.” Anche per Giannini l’uomo deve adoperarsi in una “profonda esplorazione del sé, andare a guardare cosa c’è dentro la corazza. Deve riscoprire un mondo emotivo, un qualcosa che il maschile dovrebbe tornare a frequentare di più.”
Infine: il diffondersi dell’intelligenza artificiale è un pericolo per la creatività di chi lavora nell’animazione? “La Pixar nei suoi film si domanda da sempre cosa significhi essere umani” dice Shi. “E per chiederselo lavora con gli esseri umani. Questa pellicola ha richiesto cinque anni per essere realizzata. E io credo che le opere Pixar resistano alla prova del tempo proprio perché non hanno mai rinunciato a mettere in pratica questo sapere artigianale.”
