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Gunpowder Milkshake: recensione del film con Karen Gillan e Lena Headey
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Gunpowder Milkshake: recensione del film con Karen Gillan e Lena Headey

Tags: amazon, gunpowder milkshake, karen gillan, recensioni
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Gunpowder Milkshake: recensione del film con Karen Gillan e Lena Headey

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Sinossi di Gunpowder Milkshake:

Sam (Karen Gillan) aveva solo 12 anni quando sua madre e assassina Scarlet (Lena Headey), fu costretta ad abbandonarla. Cresciuta da The Firm (L?Impresa), lo spietato sindacato criminale per cui lavorava quindici anni prima la madre, ora Sam ? diventata una feroce killer. Ad un tratto sar? costretta a scegliere tra servire The Firm o proteggere la vita di un’innocente bambina di 8 anni, con una sola possibilit? di sopravvivere: riunirsi con sua madre e le sue letali compagnie Le Bibliotecarie (Michelle Yeoh, Angela Bassett, Carla Gugino).

Recensione di Gunpowder Milkshake:

Mettete nel frullatore i vecchi noir, un omaggio ai spaghetti western, scene d?azione ispirate ai film sui Samurai e una messa in scena pulp;?frullate tutto, servite con due cannucce e un?estetica colorata di luci al neon. La ricetta di Gunpowder Milkashake ? piena di ingredienti, ma il sapore finale non ? gustoso come ci si aspetta, colmo di diversi tonalit? e di aggiunte, tanto da non voler andare oltre l?assaggio.

Diretto dall?israeliano Navot Papushado e coprodotto tra gli altri da Studio Canal, il film disponibile su Amazon dal 28 luglio, s?inserisce anch?esso nel folto catalogo degli action/thriller al femminile presenti quest?anno in piattaforma, ricalcando su canovaccio alcune prerogative tipiche del sottogenere e tentando, fra citazioni e scopiazzature, uno slancio di originalit?.

Frullati, pistole e Jane Austen

Aperto con un abbandono materno e concluso con una riconciliazione trigenerazionale tutta al femminile, il film vuole trovare una sua individualit? nell?uso giocoso di alcuni spazi tipici dell?immaginario a stelle strisce, come i Diner direttamente dagli anni ?60 e le piste da bowling illuminate da luci viola e azzurre per fare del cromatismo una dimensione pop. Eppure la storia si adagia su alcuni nodi conosciuti e immancabili: il rapporto materno consegnato in eredit? anche sul piano ?lavorativo? con l?entrata in scena di una bambina da salvare; il gruppo di donne che si alleano per difendersi tra astuzia e girl power dagli scagnozzi del boss implacabile; la missione iniziale a creare l?attrito, andato, ovviamente, come non doveva andare.

Incombenze parentali e strizzate d?occhio da John Wick a Tarantino per?, a lungo andare tendono a soffocare la creativit? specifica del film stesso e, complice una sceneggiatura privata di un reale attaccamento con i personaggi, il film di Papushado si perde nella sua stessa estetica pulp, pietrificandosi in alcuni divertimenti registici di scene d?azione girate fra ralenti, campi lunghi e bagni di sangue all?ultima goccia. Della sua protagonista Sam e delle sue tre ?zie? The Librarians, vorremmo sapere di pi? del minimo necessario che ci d? la scrittura di Papushado ed Ehud Lavsk ? perlomeno per partecipare con maggior interesse alle loro missioni, e non solo per perdersi nelle lingue taglienti delle loro battute sarcastiche e dissacranti.

Girl power e black humor

Ambientato in uno spazio-tempo senza data e senza nome, probabilmente in un?America onirica e fumettistica, Gunpowder Milkshake riposiziona la donna nella sua doppia e opposta natura di madre e killer, evitando per? di approfondire le possibilit? narrative sull?inconciliabile dualit?, preferendo optare per la messinscena ‘zuccherosa’, lo humor nero, le pistole nei libri di Jane Austen e i proiettili in quelli di auto-aiuto, promettendo in dirittura d?arrivo un finale aperto gi? ad un sequel, in un viaggio in macchina al tramonto che vede cinque donne vincitrici ancora pronte a revolver e frullati al gusto vaniglia.

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