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Alessio Zuccari
Skam Italia 6: recensione della sesta stagione su Netflix
Tags: netflix, nicole rossi, skam italia 6
Lo è stata dalla prima stagione e lo conferma ancora nella sesta: Skam Italia è la serie che meglio sa parlare di adolescenza e adolescenti. Perché? Perché non ha mai posto un filtro tra loro e la loro rappresentazione. Non c’è mai stato un dislivello tra il modo in cui viene raccontato l’oggetto di dialogo dello show e chi questo show deve fruirlo e parteciparlo come un qualcosa di suo. Con i suoi dilemmi, le sue tempeste ormonali, i suoi problemi e dolori in apparenza insormontabili.
La serie che torna su Netflix e ideata da Ludovico Bessegato – remake dell’omonimo originale norvegese, perlomeno fino alla quarta stagione dopo la quale tutto s’è creato qui in Italia ex-novo – non si è mai infiocchettata o patinata come tante delle sue opere cugine. I teen drama, dopotutto, li abbiamo imparati a conoscere bene. Sono stati uno dei grandi cavalli di battaglia con l’avvento delle piattaforme streaming. Ma la maggior parte di queste dal mondo dei teenagers hanno tratto più il lato immaginativo, l’ammiccamento alla fighetteria, puntando su estetismi e una forte tendenza al romanzare “una vita che vorrei”. Skam Italia no, non si è mai messa in cornice. Letteralmente: basti pensare alla regia (prima Bessegato e Ludovico Di Martino, ora Tiziano Russo), sempre essenziale, quasi scarna, come se i contorni dello schermo fossero davvero una finestra dalla quale guardare.
La sesta stagione – ancora dieci episodi, ancora di circa mezz’ora – graziaddio non fa eccezione. Si rinnova la formula del cambio prospettiva, che in questa occasione sceglie come protagonista Asia (Nicole Rossi), leader carismatico della lista scolastica Rebelde introdotta nel corso del precedente appuntamento incentrato su Elia (Francesco Centorame), praticamente l’unico dei volti storici a tornare con continuità.
E si rinnova anche la capacità della serie, scritta in questa stagione da Bessegato, Alice Urciuolo ed Elisa Zagaria, di far coesistere responsabilità personali e collettive all’interno dello stesso arco del racconto. A venire affrontato a viso aperto, e sempre con raffinata quanto fondamentale semplicità, è la questione dei disturbi alimentari, anticamera di un malessere che fa risonanza su ansie e stress. Perché nella vita di Asia, già alle prese con una difficile relazione a distanza, le scarse premure della sua famiglia e le imminenti elezioni scolastiche contro la “lista dei fascisti”, inizia poco a poco ad entrare anche l’enigmatica figura di Giulio (Andrea Palma).
Si è trasferito nella scuola da Ciampino a tre mesi dalla fine delle lezioni, è abbastanza riservato e il perché sia finito proprio lì in questo momento è un qualcosa che aleggia come un mistero. Eppure con Asia c’è un’intesa. Tra i due si instaura insomma un tira e molla fatta di quella complicità ingenua e sognante, un po’ di presa e un po’ di respinta, che solo da adolescenti si può sperare di avere così.
La fa propria benissimo Rossi quando è chiamata a lasciare che anche la scorza battagliera e militante di Asia sia scalfita dalle debolezze individuali e dalle sofferenze che paiono inesprimibili. Perché se c’è una cosa da cui Skam Italia non è mai stata spaventata è il lavorare sui silenzi, sui corpi e sui volti che sono campo di battaglia di emozioni contrastanti. E bravo è allora anche Palma, che con la sua verità stretta in bocca fa della mimica e della prossemica il tramite attraverso il quale avvicinarsi, fare contatto.
Sul resto la scintilla scaturisce dalla chimica del solito cast ampio e corale (Lea Gavino, Maria Camilla Brandenburg, Benedetta Santibelli, Cosimo Longo, Yothin Clavenzani), specchio rifratto delle vita scolastica e dei tanti, piccoli e grandi fossati che azzoppano il burrascoso cammino quotidiano dell’adolescenza, periodo della vita cruciale nella formazione di come una persona è e di come si presenterà poi al mondo circostante. Allora è chiaro come anche il timore dei più, cioè quello del sempre scivoloso passaggio del testimone generazionale (e quindi di volto divistico e affezione dei fan), si riveli alla fine una scommessa vinta.
Perché in fondo, per com’è concepita e realizzata, Skam Italia è la perfetta serie antologica. Evolve all’evolversi dei suoi veri protagonisti, i teenagers che ieri erano Eva Martino Giovanni Eleonora Elia, oggi sono Asia e domani saranno chissà. Evolve con la loro contemporaneità, i loro affanni, le loro inquietudini, i loro mezzi di comunicazione e informazione (Skam Italia fu tra i primi ad utilizzare una campagna marketing pensata attraverso i social, non dimentichiamolo). E dunque è giusto che non si fermi ai nomi e continui ad andare avanti sulla strada che ha tracciato sin qui, credendo nel confronto diretto e in un intrattenimento che può essere didattica dello stare alla vita.
Skam Italia 6 è in streaming su Netflix dal 18 gennaio.