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Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard
Alessio Zuccari

Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard

Tags: Emilia Pérez, Jacques Audiard, Karla Sofia Gascón, RoFF19, Selena Gomez, Zoe Saldaña
Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard
Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard

Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard

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Alessio Zuccari
Tags: Emilia Pérez, Jacques Audiard, Karla Sofia Gascón, RoFF19, Selena Gomez, Zoe Saldaña

Presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma 2024 il film vincitore del Premio della Giuria e alle Migliori attrici al Festival di Cannes.

Dopo appena dieci minuti di Emilia Pérez si capiscono due cose. La prima: che questo qui è un film impossibile da categorizzare. La seconda: che è un grande film. Dopotutto nel cinema di Jacques Audiard, che lo scrive e lo dirige, non c’è mai un singolo momento che possa definirsi insignificante. Le sue opere partono sempre da verità estreme, da condizioni di vita prossime a una possibilità di cambiamento, di evoluzione drastica nel futuro che attende nel giorno dopo. 

I personaggi del regista francese classe 1952 mutano di continuo, fisicamente, interiormente. La cosa che sorprende, e che rende i suoi film irresistibili, è lo sguardo attraente e pieno di fascino con il quale Audiard non rinuncia mai a osservarli. Fa percorrere le loro vene dal fuoco vivo, da esigenze espressive irruenti e talvolta violente, spesso contraddittorie. Una filmografia di carne e sangue, ruggine e ossa (per parafrasare il titolo di un altro dei suoi bei film), nella quale Emilia Pérez si inserisce come sintesi illustre e più fieramente anarchica.

Un’opera senza etichette e confini

Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard
Photo Credits: Lucky Red

Impresa ardua anche solo il tentare di tracciarne una sinossi che appaia sensata. Il fondo della storia è quella di un gangster movie terminale, in cui il potentissimo narcos Manitas coltiva in segreto il sogno di cambiare vita e sesso (“Qual è la differenza?”), così da poter finalmente vestire la pelle di Emilia – Karla Sofia Gascón in entrambi i ruoli; prima donna transessuale a venir premiata come Miglior attrice al Festival di Cannes 2024 assieme alle altre interpreti del film. Per farlo incarica Rita (Zoe Saldaña), avvocata disillusa e schifata dal proprio lavoro, di trovare qualcuno che possa eseguire l’operazione. Così Manitas diventa Emilia, sistema la moglie Jessi (Selena Gomez) e figli in Svizzera e inizia a vivere la vita che ha sempre represso.

Descrivere così Emilia Pérez appare però tremendamente riduttivo, perché poi il film da questa premessa si stravolge dalla testa ai piedi e si slancia a farsi accorato vessillo di sorellanza, di baluardo in difesa e fiducia nel trovare, e soprattutto abitare, finalmente il posto e il corpo che si è sempre sentito come proprio. Emilia, Rita e Jessi si ritrovano infatti anni dopo tutte e tre assieme nella stessa casa (ma Jessi pensa che Emilia sia una cugina del defunto marito). E da qui si alimenta nel film un racconto di asimmetrie e sacrifici interiori, con la mediazione di un nuovo amore in gioco (Adriana Paz), di gelosie (Edgar Ramirez) e la scoperta dell’attivismo, con Emilia e Rita che mettono su un’organizzazione per trovare i desaparecidos vittime dei cartelli messicani. 

Un atto di trascinante affermazione identitaria

Emilia Pérez: recensione del film di Jacques Audiard
Photo Credits: Lucky Red

È già molto. Ma non è affatto tutto qui, nemmeno per sogno. Audiard scrive la pellicola a partire dal suo libretto d’opera omonimo, a sua volta basato molto liberamente sul romanzo Écoute di Boris Razon. Si è detto libretto d’opera perché Emilia Pérez, tra le tante cose che è, è anche un musical. Anzi, le sue pulsioni che transitano dal crime movie fino a toccare picchi di melodramma – due estremi in apparenza inconciliabili; ancora sangue e carne – l’autore le sintetizza assieme con la cerniera energica e sfrontata di una messa in musica che cerca una lirica tra l’individuale e il sociale, tra l’identitario e il politico

Quando si abbandona all’esplosività delle sue coreografie, sembra che a Audiard sia possibile davvero di tutto. Di superare con gioia, commozione, rabbia il muro dei limiti di genere, sia personali che cinematografici, qui fluidi e porosi in un’affermazione di lotta trasversale (e transfemminista?) dove azione privata e azione pubblica sono i due volti della medesima scelta. In questa consapevolezza si sprigiona la forza unica di un film liberatorio e trascinante, un’operazione senza precedenti e senza il minimo timore di scoprirsi slabbrata sotto il segno delle sue convergenze di umori e toni. Grandiose le tre interpreti protagoniste, grandioso Audiard. 

Emilia Pérez sarà al cinema dal 9 gennaio con Lucky Red.

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