Film
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My Red Carpet
I 7 film che hanno segnato la vita e il cinema di Luca Guadagnino
Tags: call me by your name, luca guadagnino, RomaFF16
? il primo film in cui sono stato consapevole di Jeff Bridges. Lo avevo gi? visto in Una calibro 20 per lo specialista, ma non lo avevo percepito. Questo film ? straordinario e John Carpenter ? tra i pi? grandi registi viventi. ? famoso soprattutto per la sua produzione horror, ma uno dei suoi titoli che preferisco ? questa storia d?amore di un alieno che attraverso i sentimenti impara ad essere umano. Molti anni dopo, quando ho cominciato a fare cinema, mettevo sempre nei ringraziamenti Jeff Bridges, ero molto pretenzioso. Poi ho smesso e forse non vorrei nemmeno mai incontrarlo, preferisco che rimanga l?, nel mio Olimpo.
Questo ? il mio film preferito di sempre. Continua a farmi amare il cinema soprattutto quando mi sento sfiduciato ed ? una cosa che capita spesso, soprattutto quando vedo i film al cinema della settimana. Forse Roberto Rossellini ? stato il pi? grande che abbiamo mai conosciuto. Nei suoi film ha la capacit? di inserire una suspence da poter usare come tema per l?impossibilit? di un amore, come vediamo in Viaggio in Italia, quasi al pari di Alfred Hitchcock e Fritz Lang. Il Rossellini degli anni Cinquanta ha raggiunto il suo vertice artistico. Ma ho paura che la sua eredit? rimanga inascoltata e questo ? triste. Era un cineasta popolare, ma complesso. Non uno che seduce lo spettatore in maniera semplice, ma lo muove attraverso un pensiero che diventa viscerale.
Quando nel 1983 il film usc? venne censurato e io volevo ovviamente andare a vederlo. Ero ossessionato dalla pellicola. Non ci capii nulla, allora ci ritornai. Il primo approccio per capire Jean-Luc Godard ? star dietro ai suoi giochi di parole che diventano giochi di immagine. Ricordo inoltre un aneddoto sul film. Bernardo Bertolucci mi raccont? che ai tempi era Presidente del concorso della Mostra di Venezia e che sper? di non vedere nessun film pi? bello di Pr?nom Carmen perch? voleva premiare Godard. Arriva il giorno in cui bisogna decidere e si sceglie di dare circa sei o sette premi al film. Al che a un certo punto Bernardo si domanda se forse non siano troppi e Nagisa ?shima dice ?Abbiamo deciso?. Bertolucci allora risponde ?Solo gli stronzi non cambiano idea?. ? cos? che al film andarono solo tre premi. E per fare pace Bernardo si present? con una maglietta con su scritto ?Thanks ?shima?.
Non c?? nulla di pi? viscerale del rappresentare l?amore al cinema. La mosca posso dire ? tra i miei film preferiti di sempre. Per l?interpretazione incredibile di Geena Davis e Jeff Goldblum, la loro generosit? di attori che permette di donarsi in maniera profonda. Una vera libert? nel darsi. Inoltre trovo pazzesca l?economia del linguaggio del film. Cronenberg non usa il genere per suscitare impressioni che rimangono poi epidermiche, ma cerca la profondit? e questo lo porta anche a fare delle scelte pericolose. Come l?uso di un trucco cos? pronunciato e il mostrare davanti alla macchina la trasformazione massiccia del protagonista. In pi? anche qui una curiosit?: avevo ricevuto i diritti di Body Art di Don Delillo, storia di una moglie che perde il marito. Era tutto pronto, dovevo scrivere la sceneggiatura e mentre ero in fase di scrittura pensavo per i personaggi a Isabelle Huppert e David Cronenberg. Tant?? che organizzano un incontro e andai ad incontrarlo. Nel film avrei voluto non solamente che lui fosse il protagonista, ma che interpretasse il ruolo di se stesso. Accett? di partecipare, ma come accade spesso in questi casi non si fece pi? nulla. Ricordo per? il suo essere un uomo caloroso e generosissimo, forse viene considerato solitamente freddo solo perch? ? molto lucido e intelligente.
Anche George Romero ? un regista dell?economia che fa uso della regia in maniera millimetrica. Io ho fatto un remake, ma sono dell?idea che nessuno dovrebbe rifare questo film, come purtroppo ? avvenuto. ? quasi pi? un saggista che un regista, perch? si, ha affrontato sempre lo stesso tema, ma rivisto ogni volta. Romero si pone in maniera critica verso il capitalismo e l’America, ne fa un?ecografia perfetta che raggiunge i suoi massimi proprio nella scena del centro commerciale in Zombie.
Ho fatto cinquant?anni ad agosto quindi sono in pieno tempo di bilanci. Bernanrdo Bertolucci ha significato tanto per me, l?ho scoperto durante l?adolescenza e mi ha sedotto pian piano, pi? per il suo essere regista che per i film in s?. Mi dicevo che volevo diventare come lui, non fare film come lui. Con La luna non convinse la critica che non colse la sua capacit? innata di cogliere il reale attraverso il filtro della messinscena. Inoltre ne La luna Bertolucci rischia molto e quando un regista si spinge cos? lontano va solo che ammirato. Per ci? che riguarda il mio lavoro, Bertolucci ritorna in mille modi. Quando ho realizzato Call Me By Your Name dovevo girare la scena della notte successiva a quando i protagonisti fanno l?amore per la prima volta. ? l?alba e Elio dorme, mentre Oliver ? sveglio e pensa a quello che ? accaduto. Non riuscivo per? a spiegare a Armie Hammer qual era lo sguardo che volevo per la scena e all?improvviso mi viene in mente la sequenza finale di Il t? nel deserto in cui la protagonista Kit torna nel luogo in cui tutto ? cominciato e dice che si ? persa. Quei cinque secondi con quel suo sguardo sono stupefacenti. Feci vedere la scena a Hammer e lui fece esattamente lo sguardo che cercavo. In We Are Who We Are c?? invece Bertolucci in un modo che non mi sarei aspettato. Mentre giravamo una scena a Chioggia con due dei personaggi che venivano seguiti da dietro dalla macchina da presa ripresi una bambina con una maglietta gialla con su scritto ?Dreamers?. Me ne accorsi solamente in sala di montaggio e decisi di ritagliare quel particolare, mandarlo dal tipografo per farlo ingrandire e incorniciare per regalarlo a Clare Peploe, moglie di Bernardo, ma non feci in tempo. Claire mor? durante il giugno 2021 e quella foto ora la tengo io.
? il primo film di Nagisa ?shima che ho visto. Avevo sedici anni e mi ha insegnato che non esiste qualcosa che non pu? essere filmato e che, anzi, a valere ? esattamente come filmi qualcosa. Quello che mi piace di questo film ? l?estremizzazione delle performance, perch? non ? vero che un attore debba usare solo gli elementi del dramma per darti un?emozione, ma ci sono comportamenti che possono scavare ancora pi? nel profondo. E quello che vediamo con Ecco l?impero dei sensi, con una potenza visiva straordinaria, ? un tab? che ci sfida ed ? esattamente questo che mi piace.