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Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea
Alessio Zuccari

Venezia81 | Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea

Tags: Dolores Fonzi, Nonostante, valerio mastandrea
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Alessio Zuccari

Venezia81 | Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea

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L’attore e regista romano apre il concorso di Orizzonti al Festival di Venezia 2024 con la sua seconda opera scritta e diretta.

Chissà: forse Nonostante sarebbe potuto essere un efficacissimo cortometraggio. Il nuovo film diretto da Valerio Mastandrea, scritto dallo stesso regista assieme a Enrico Audenino, arriva in apertura di Orizzonti al Festival di Venezia 2024. È un’opera che si inserisce nel solco del lavoro precedente ed esordio alla regia di Mastandrea, Ride, già volta ad indagare il pensiero amaro dell’attore-regista in relazione alla perdita e alla morte. Nonostante, che, dopotutto, altro non è che un’opera tesa ad elaborare l’eventualità del lutto e della solitudine che potrebbe accompagnare quel lutto, tenta infatti un gioco da funambolo tra cinismo funereo e riflessione sulla semi-vita.

L’amore, anche nel limbo

Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea
Photo Credits: BiM Distribuzione

Un personaggio senza nome (Mastandrea) abita i luoghi di un ospedale che percorre avanti e indietro, sopra e sotto, con l’agilità di chi è qui da molto tempo. Ma non è un paziente. O meglio, è la proiezione quasi spettrale di uno dei pazienti tenuti in cura in condizioni critiche. Come lui ce ne sono altri (Laura Morante, Lino Musella, Justin Alexander Korovkin) e ovviamente i vivi non possono vederli, anche se si trovano lì a un centimetro da loro. C’è chi soffre di più, chi è rassegnato, chi è rancoroso. Tutti, però, attendono che cambi qualcosa. Che si torni su, nel mondo della vita vera, o che si voli via, in braccio a un ignoto che mette il punto e basta.

Per il protagonista, che un nome non lo ha, le cose iniziano però a cambiare quando la sua stanza viene occupata da una nuova paziente (Dolores Fonzi). Prima non si capiscono e si stanno antipatici, poi si fiutano e si avvicinano. Sboccia un’affinità. Che Nonostante sia, in fin dei conti, solo un film sulla possibilità dell’amore anche più improbabile? Sulla fiducia nell’atto dell’affetto, persino nel momento di disperazione e disillusione più profondi? In parte sì. Allora però è difficile comprendere il perché questa idea di amore sia in sostanza questo, cioè solo un’idea, non sviluppata al di fuori del suo dichiararsi come tale.

Lo annuncia il protagonista stesso: «Penso di essermi innamorato». Lo dice, ma noi non lo vediamo. Noi non lo percepiamo. È un amore che non comunica i suoi perché, che fatica a reggersi sulla sua gracile ossatura nel momento in cui si manifesta nell’arco di un paio di scene da manualetto, ben poco emotive, ben poco giustificate, ben poco raccontate. Non lo si accetta, insomma, perché artefatto e imposto da una scrittura ben più in avanscoperta della sua abilità di veicolare una pulsazione o un tono.

Oltre l’intuizione, poco

Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea
Photo Credits: BiM Distribuzione

Un tema di fondo come quello di cui si vuole alimentare il film, tutto in metafora e sforzo quasi retorico, chiama quantomeno a un estro in regia, a un lavoro sugli spazi, sull’estetica. Invece Nonostante si accascia nella pigrizia di uno sguardo ingrigito, di una fotografia (Guido Michelotti) polverosa che pialla ogni cosa. Persino questo infestare dei personaggi lo spazio limitrofe al mondo dei vivi non è mai oggetto di argomentazione, o motore per un’interferenza fosse anche comica, su quella linea di dolceamaro che Mastandrea pare voler inseguire negli slanci dolenti in primis del suo personaggio.

Lui dice che qui, in queste stanze, semplicemente si sta. Ma quella dello stare non può essere la filosofia di un’opera che ben presto si irrigidisce nella sua narrazione, si fa immobile, affaticata nell’andare al di là della sua intuizione di fondo. Che poi, di intuizioni, ne avrebbe anche di buone. Pensiamo a quella del vento, che quando soffia forte costringe tutti gli inquilini dell’ospedale a reggersi per non volare via, nell’altrove. Pure questa finisce però nell’essere mozzata nella sua efficacia in un finale che pare azzeccato, salvo poi dilungarsi e perdersi nel doppio, nel triplo. Altre ancora, come quella del personaggio sensitivo in grado di vedere chi è bloccato nel mondo di mezzo (Giorgio Montanini), sono introdotte e rimangono lì non sviluppate. Un peccato; Nonostante, dal suo limbo, non è mai tornato su.

Nonostante sarà al cinema prossimamente con BiM Distribuzione.

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