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Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»
Alessio Zuccari

Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»

Tags: disney, inside out 2, Kelsey Mann, Pilar Fogliati, pixar
Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»
Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»

Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»

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Alessio Zuccari
Tags: disney, inside out 2, Kelsey Mann, Pilar Fogliati, pixar

Il cast di voci italiane, il regista Kelsey Mann e il produttore Mark Nielsen hanno incontrato la stampa in occasione della presentazione del film a Roma.

La vita di Riley è sconvolta da un giorno all’altro. Nel corso di una notte ogni cosa cambia. Con Inside Out, il capolavoro d’animazione diretto nel 2015 da Pete Docter e Ronnie del Carmen, l’avevamo lasciata bambina. Con Inside Out 2 la troviamo cresciuta e in procinto di navigare nel turbinio dell’adolescenza. Un cartello avverte: la pubertà un caos.

Ed è un caos anche per le emozioni originarie – Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia, Tristezza -, improvvisamente catapultate fuori dalla stanza dei bottoni quando ne arrivano di nuove: Ansia (Pilar Fogliati), Ennui, noia (Deva Cassel), Invidia (Marta Filippi) e Imbarazzo (Federico Cesari). Il nuovo cast di voci, accompagnato dal regista del film Kelsey Mann e dal produttore Mark Nielsen, presenta alla stampa Inside Out 2.

L’Ansia, la nuova e indesiderata emozione

Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»
Photo Credits: The Walt Disney Company Italia

«Penso sia importante che si parli di ansia applicata a una ragazzina di tredici anni» esordisce Fogliati. «Da piccoli noi avevamo solo un angioletto e un diavoletto sulla spalla. Adesso c’è una curiosità maggiore su come funzionano le cose e su come se ne possa parlare. Il mio lavoro, con questo personaggio, è preoccuparmi di ciò che non si vede, come se fosse una questione di troppo amore». Aggiunge poi: «L’ansia nei millennial ha determinati equilibri e pesi. La ricerca che faccio per me stessa mi è stata utile per capire il mio ruolo».

L’ansia è l’emozione che governa la nuova Riley, in totale confusione nel primo grande appuntamento della sua vita da piccola adulta: un camping a tema hockey in cui incontra uno dei suoi idoli, la capitana della squadra del liceo Val Ortiz. «Nella prima versione di questo film non avevamo l’hockey» svela Nielsen. «Nel primo Inside Out era un elemento importante, rappresentava per Riley una connessione con il padre. Poi ci siamo chiesti cosa la rendesse felice e allo stesso tempo crearle apprensione; inevitabile tornare a questo sport».

L’umore di un adolescente è capace di passare da un estremo all’altro. Da uno stato di eccitazione a uno di sconfinata indifferenza. Lo capisce bene Ciocca, che riconosce di trovarsi nello stesso percorso che sta affrontando Riley. «Anche io sono molto confusa. Sto attraversando una sorta di esplorazione interiore, un momento di irrequietezza e scatti improvvisi, che non ti fanno capire chi o cosa ti stia manipolando dentro».

Si passa, inevitabilmente, anche dai momenti di noia. A cui presta voce la figlia d’arte Deva Cassel. «Sono cresciuta con una mamma che mi diceva che era importante annoiarsi, perché la noia è un’emozione che ti permette di prendere il giusto tempo per riflettere e capire meglio le cose. Trovo sia importante fermarsi e schiarirsi le idee». Un qualcosa che la diciannovenne riflette a partire da se stessa, considerato l’ambiente di fermento culturale dal quale proviene? «La mia è una famiglia dove tante persone hanno avuto tante aspettative su di me. Ma ho anche due genitori che mi hanno sempre insegnato che è importante essere chi si desidera essere. Quindi non ho mai avuto aspettative precise, perché il percorso della vita è in continuo cambiamento e io provo ad essere vera con me stessa e a rispettare i miei desideri e i miei bisogni».

Confrontarsi con se stessi e comunicare ai più piccoli

Inside Out 2, parlano regista e doppiatori: «Questo mondo ci fa parlare ai bambini di cose complesse come le emozioni»
Photo Credits: The Walt Disney Company Italia

L’incontro di Filippi con Invidia è invece stato una sorpresa. «Nell’immaginario collettivo l’invidia ha un’accezione per lo più negativa. Il mio personaggio però non l’ho trovato un personaggio cattivo, ma anzi pieno di ammirazione. Ci è stato spiegato dai disegnatori che era importante realizzare Invidia più piccola rispetto agli altri perché in questo modo avrebbe guardato tutti dal basso verso l’alto, con un senso quasi di inferiorità e il desidero di trovare un modello al quale ispirarsi». Cesari pensa che ci sia un tratto in comune tra il mestiere dell’attore e il personaggio che doppia: «Il nostro lavoro è molto spesso fondato su frequentissimi momenti di imbarazzo. Ma l’imbarazzo ti fa confrontare con la vera essenza di te stesso e con quello che aspiri ad essere. Nel momento in cui ti approcci al personaggio devi fare un passo in avanti, slanciarti in una cosa che non conosci».

Impossibile non domandarsi infine se Inside Out vedrà nel futuro nuovi appuntamenti. «Adoro essere in questo mondo e abbiamo messo grandi idee in questi due film» ammette Mann. «Ci offrono grandi opportunità per parlare di cose complesse come le emozioni a un pubblico come quello dei bambini. Ma ci sono ancora molte emozioni che non abbiamo esplorato. C’era addirittura l’idea per un mondo chiamato Procrastinationland, la terra del procrastinare». Però poi conferma: «Al momento, tuttavia, non abbiamo un altro film in programma».

Inside Out 2 è al cinema dal 19 giugno con The Walt Disney Company Italia.

Guarda il trailer ufficiale di Inside Out 2:

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