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lift recensione film netflix con kevin hart
Alessio Zuccari

Lift: recensione del film Netflix con Kevin Hart

Tags: kevin hart, lift, netflix
lift recensione film netflix con kevin hart
Lift: recensione del film Netflix con Kevin Hart

Lift: recensione del film Netflix con Kevin Hart

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Alessio Zuccari
Tags: kevin hart, lift, netflix

Guardie e ladri si uniscono per fronteggiare una nuova, terribile minaccia internazionale. Della quale, però, difficilmente ci ricorderemo.

Il cinema divano e algoritmo di Netflix ormai lo conosciamo tutti. Ci fa scherzare, ci fa arrabbiare, ogni tanto ci facciamo beffe di lui e un occhio, se proprio siamo stanchi, ce lo lasciamo pure scivolare sopra. Viene facile dire che è quasi tutto uguale a se stesso e spesso è vero. Nomi altisonanti in copertina di interpreti e talvolta di registi, un intreccio che spazia dalle parti dell’azione e dell’avventura con una immancabile spruzzata d’umorismo, una durata media che si aggira attorno all’ora e cinquanta. Pochi fronzoli, poche pretese. In questa rapida messa in schema rientra dritto dritto anche Lift, new entry nella tana del bianconiglio di Netflix.

In cabina di regia è finito F. Gary Gray, sulla locandina campeggia invece Kevin Hart con il suo solito sopracciglio alzato tra lo sfrontato e il perplesso. Dietro di lui, schierati, i comprimari dal respiro rigorosamente internazionale: Gugu Mbatha-Raw, Vincent D’Onofrio, Úrsula Corberó, Billy Magnussen, Kim Yoon-ji. E dietro anche a loro svetta poi la fusoliera di un aereo che preannuncia il succo della questione. Sarebbe a dire, ovviamente, un heist movie ad alta quota.

La trama di Lift

Lift: recensione del film Netflix con Kevin Hart
Photo Credits: Netflix

La sceneggiatura di Daniel Kunka non vuole distinguersi per originalità e infatti non lo fa. Prende un gruppo di ladri professionisti e ce li fa incontrare durante un’asta a Venezia, ammantata da un immancabile filtro giallognolo e dove vediamo il primo, e probabilmente ultimo, utilizzo cinematografico del Mose. Sono in gamba, smaliziati, ma anche etici: stanno infatti per mettere in atto il primo furto della storia di un NFT (il come è forse l’unico spunto intrigante del film), ma quando la refurtiva è al sicuro condividono equamente i profitti anche con l’artista.

Poi Kunka prende le guardie, che per una volta non sono FBI, CIA e compagnia cantante bensì l’Interpol. Sulle tracce dei ladri c’è infatti Abby (Mbatha-Raw), agente che tempo addietro ha avuto un affaire proprio con il loro leader Cyrus (Hart) e che, gira che ti rigira, finisce a doverci lavorare assieme su ordine dei piani alti (Sam Worthington). Qui Lift prende allora il cattivo, quello vero che il film ci ribadisce essere tale e al quale mette la faccia di Jean Reno – mero accessorio. Per farla breve e per sventare che questo cattivo faccia cose troppo cattive, guardie e ladri collaborano per rubargli un carico di lingotti d’oro mentre vengono trasportati a bordo di un aereo.

Un film di cui non ci ricorderemo

Lift: recensione del film Netflix con Kevin Hart
Photo Credits: Netflix

In un primo momento sembra che Lift un po’ di perizia nel fare quello che deve fare ce l’abbia pure. Scandisce i classici momenti di preparazione al colpo e formazione del gruppo, sui quali spiccano un divertente ed esagitato Magnussen e una Corberó che dopo La casa di carta resta ben salda nella sua comfort zone. Pare anche che la regia di Gray non voglia strafare e si attenga al suo dovere da cinema algoritmico: facilmente leggibile, con un po’ di primi piani della star, un po’ di corpo nelle sequenze action, un po’ di respiro quando si deve alleggerire con ironia e sentimento spicciolo.

Il fatto è che quando l’aereo si libra in aria il film rimane a terra. Minuto dopo minuto questo misto di pallidi toni d’intrattenimento mostra il fianco all’abitudine, dove nulla spicca su nulla e dove tutto è frullato nel cestone. L’interesse per la storia inutile dire che ci sia mai stato, ma si perde anche l’umorismo che deve far posto ai momenti concitati, con i momenti concitati che vengono a loro volta sviliti da un’effettistica visiva che appena si osa un pelo di più tira giù il sipario.

Si arriva al finale sonnecchianti e con il monolitico sopracciglio di Hart che ci fissa stoico. A questo punto Lift lo abbiamo probabilmente già digerito o dimenticato, pronto a mettersi in fila con i suoi fratelli e sorelle di cui vorremmo fare almeno una breve lista ma di cui proprio non ci ricordiamo.

Guarda il trailer italiano di Lift:

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