Recensioni, Streaming, Top News

0
Federica Marcucci
Maschi veri: la recensione della serie Netflix
Tags: maschi veri
Arriva oggi su Netflix Maschi veri, serie comedy che ripropone in salsa nostrana i temi e gli intrecci di Machos Alfa: serie spagnola a cui si ispira nelle tematiche e negli intrecci. Protagonisti della vicenda quattro amici di vecchia data che, giunti a quarant’anni, dovranno mettersi in discussione con loro stessi e il mondo che li circonda per spogliarsi di quelli stereotipi che la società gli ha cucito addosso.
Mattia (Maurizio Lastrico), Massimo (Matteo Martari), Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi (Pietro Sermonti) sono quattro amici sulla quarantina che, in un mondo che prova a cambiare verso la parità sociale e di genere, si ritrovano – loro malgrado – ad affrontare i propri pregiudizi e le conseguenze inaspettate che derivano dal doversi mettere in discussione. Da sempre legati al loro status di maschi alfa, i quattro amici dovranno improvvisamente riscoprire il loro posto nella società e nelle dinamiche di coppia senza perdere – nel frattempo – loro stessi.
La serie in 8 episodi è prodotta da Matteo Rovere per Groenlandia e scritta da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti.
Adattare un prodotto pensato e realizzato per un contesto culturale specifico non è facile. Certo, la Spagna è dietro l’angolo ma è inutile negare che luoghi comuni, battute e risvolti sociali, pur somigliandosi, hanno hanno sfumature differenti. In questo Maschi veri riesce nel suo intento traducendo un’idea, traslandola nel nostro contesto di riferimento e mettendo al centro degli uomini qualunque che chiunque ha incontrato nella propria vita. Padri, compagni, mariti, fidanzati, amici forti del loro status di uomini macho ma molto più insicuri di quanto non credano o siano disposti ad accettare proprio in virtù di quello che sono convinti di dover essere.
Ecco quindi che con brio e leggerezza, la serie fa riflettere su quanto certi stereotipi tossici si siano talmente insinuati nella nostra società da determinare linguaggio, emozioni e rapporti. “Non sei abbastanza uomo se…” diventa quindi la chiave e il punto di partenza per sezionare il maschio alfa: costrutto astratto e irreale di un mondo che, per tanto tempo, ha voluto sottrarre agli uomini determinati sentimenti o modi di fare. I protagonisti con le loro crisi familiari, coniugali, lavorative e più in generale con l’altro sesso riescono quindi a farci vedere il mondo attraverso gli occhi di chi ha sempre guardato fuori con giudizio paternalistico e con la battuta pronta del “che sarà mai” mostrandoci tutta la fragilità e l’umanità che si cela dietro l’immagine imperfetta, e sì tossica, del maschio vero.