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Valentina Fiorino
Past Lives: la regista Celine Song ci racconta come nasce un film di successo
Tags: celine song, miglior film, oscar 2024, past lives
La corsa gli Oscar è cominciata. Tra i candidati ad uno dei premi più ambiti, quello per il miglior film troviamo a sorpresa Past Lives opera prima della regista sudcoreana Celine Song, già candidata a 5 Golden Globe.
Il film che ha suscitato grande entusiasmo a tutti i festival in cui è stato presentato in anteprima, dal film al Sundance Festival, alla Berlinale e alla Festa del Cinema di Roma, è nelle sale dal 14 febbraio distribuito da Lucky Red.
Past Lives, parte da una vicenda realmente accaduta alla regista. Nora e Hae Sung, due amici d’infanzia profondamente legati, si separano quando la famiglia di Nora emigra dalla Corea del Sud. Due decenni dopo si ritrovano a New York, vivranno una settimana cruciale in cui si confronteranno sul destino, l’amore e le scelte che segnano il corso della vita, in una storia d’amore moderna e struggente.
In occasione del lancio di Past Lives nelle sale italiane, la regista Celine Song è stata protagonista di un’anteprima speciale in collegamento con 65 cinema italiani. L’incontro a cui abbiamo assistito dal Cinema Nazionale di Torino il 30 gennaio scorso, è stato moderato da Gabriele Niola.
Ecco cosa ci ha raccontato la regista.
Past Lives ha avuto un successo enorme, ricevendo ottime critiche in tutti i paesi in cui è stato presentato, ricevendo addirittura due candidature all’Oscar tra cui quella come miglior film. Come spiega questo successo?
“Il film racconta la storia di persone ordinarie. Non vedremo supereroi o multiversi ma se ci pensiamo, capitano a tutti dei momenti della vita in cui si ha la sensazione di viaggiare nel tempo rivivendo il passato attraverso eventi presenti. Come accade a Nora, la protagonista, può accadere di vivere questa stranissima sensazione di essere seduti accanto al tuo passato, al tuo presente e al futuro tutti insieme nello stesso momento. E accade allora di accorgersi che non siamo un’unica entità ma che in noi vive una moltitudine di versioni di noi stessi tutte diverse, che cercano di coesistere.”
Sappiamo che la storia è in parte autobiografica. Quanto c’è di lei in questo film?
“C’è davvero molto in realtà, perché l’idea di questa opera è nata da un’esperienza che ho davvero vissuto. Ho rincontrato a New York il ragazzo per cui da piccola in Corea, avevo una cotta, che parlava solo coreano. Ero con mio marito, americano, che parlava solo inglese. Mentre traducevo per quelle due persone appartenenti a due lingue, ma soprattutto a due culture diverse, mi sono resa conto che non stavo solo traducendo delle parole ma che stavo traducendo due parti della mia anima e della mia vita. Questa sensazione ha dato vita a tutto il film perché è stato un momento così intimo e segreto e mi sono chiesta chissà se anche qualcun altro ha provato questa sensazione. Devo dire la reazione del pubblico a questo film è stata la risposta, perché moltissime persone mi hanno detto “ Si, anch’io ho provato quella sensazione, è successo anche a me e non sapevo come esprimere questo sentimento”.
Past Lives è un’opera bilingue perché in tutti i paesi in cui verrà distribuito, sarà tradotta solo la parte in inglese mentre la parte coreana sarà solo sottotitolata. Ci sono delle sfumature che il pubblico non coreano potrebbe non cogliere?
“Assolutamente sì ed è un effetto voluto. Nel film ad esempio c’è una parte in cui viene detta la frase: “ E’ così coreano” e puoi forse intuire il senso del discorso ma non arriverai mai a capire la battuta come farebbe un coreano. Questa è una delle cose che più mi affascina delle culture. Sono profonde e creano forte senso di appartenenza ad un luogo e ad alcuni valori. Non è necessariamente una questione di nazionalità. Il bilinguismo è uno dei punti focali del film. Nora e suo marito sono due artisti che vivono a New York, mentre Hae Sung è un ingegnere che vive a Seul. Questi due mondi hanno un linguaggio diverso anche se i tre protagonisti parlassero la stessa lingua. Se ci pensi, il concetto di bilinguismo è insito nella nostra vita anche se non ci facciamo caso. Non è necessario appartenere a nazioni diverse, in quanto può accadere anche nella stessa città, o nella stessa famiglia. Cercare di adattare il proprio linguaggio al luogo in cui ci troviamo è un concetto universale, è un’esperienza che tutti abbiamo vissuto, con cui tutti possono connettersi e credo sia uno dei punti di forza del film. “