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Uonderbois: recensione della serie su Disney+
Alessio Zuccari

Uonderbois: recensione della serie su Disney+

Tags: disney, Massimiliano Caiazzo, serena rossi, Uonderbois
Uonderbois: recensione della serie su Disney+
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Uonderbois: recensione della serie su Disney+

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Alessio Zuccari
Tags: disney, Massimiliano Caiazzo, serena rossi, Uonderbois

La città di Napoli e i suoi misteri sono il cardine di un’avventura dal cast corale.

Se ne è già avuto modo di parlarne in altre occasioni in queste pagine: nell’audiovisivo degli ultimi anni nessuna città è rappresentata meglio e così tanto come Napoli. Uonderbois, nuovo show in sei episodi creato da Barbara Petronio e Gabriele Galli per Disney+, si inserisce in scia a una florida tradizione recente. Pensiamo solo a una manciata di film usciti negli ultimi mesi del 2024 che mettono al centro il capoluogo campano, come Partenope, Hey Joe, Il treno dei bambini, Napoli – New York.

Gioca sicuramente un ruolo fondamentale il fatto che Napoli sia una città così fortemente misterica e intrisa di folclore. Leggende dietro ogni angolo, dalla sirena che dà il nome al già citato film di Paolo Sorrentino, fino al Munaciello (che fa capolino anche nel film precedente del regista premio Oscar, È stata la mano di Dio). E poi quello sterminato reticolato di gallerie sommerse sotto la superficie, che formano il complesso della Napoli sotterranea protagonista di altrettante dicerie, storie, fantasmi.

I contorni di una città iconica

Uonderbois: recensione della serie su Disney+
Photo Credits: Disney+

Insomma, un luogo di simboli e significati che è il perfetto terreno d’incontro per le avventure di Uonderbois, in cui un gruppo di cinque ragazzini (Junior Rodriguez, Melissa Caturano, Catello Buonocore, Christian Chiummariello, Gennaro Filippone) si imbarca in un’avventura volta a trovare il Tesoro di Napoli, che alla serie dà il sottotitolo. Lo fanno incespicando però negli interessi della perfida Vecchia (una Serena Rossi invecchiata sotto il prostetico e in versione Crudelia Demon, già ne Il treno dei bambini), che vuole vendere le case dei ragazzini per acquistare una statuetta di Maradona al cui interno pare si celi la mappa che conduce al misterioso bottino.

Mentre subentrano poi tutta una sequela di comprimari goffi e sgangherati (Francesco Di Leva, Ernesto Mahieux, Giovanni Esposito, Daniele Rienzo, Giordana Marengo) come sono spesso sgangherati gli spazi che attraversano, il manipolo di avventurieri incrocia la propria strada anche con il mitico Uonderboi (Massimiliano Caiazzo, scuola Mare fuori), una sorta di Robin Hood che vive da sempre nell’ombra e i cui interessi in questa storia non sono da subito chiari.

Uonderbois riesce allora abbastanza bene a reinventare l’anima che guarda ai racconti per ragazzi degli anni Ottanta – su tutti I Goonies, come anche fa in parallelo Skeleton Crew – conciliandola con le specificità di un luogo di cui si mettono in evidenza le caratteristiche più iconiche. Certo, in alcuni istanti si rischia la bulimia da pro-loco, frullando insieme i tour della città sotterranea, Nino D’Angelo e cameo come quello del capitano del Napoli, Giovanni Di Lorenzo.

Così come in questa direzione veleggiano pure scelte musicali dubbie, incastonate a forza e senza amalgama narrativa, a rimarcare quel senso di valorizzazione del patrimonio partenopeo: come Geolier, che scrive e interpreta anche la canzone dei crediti di coda, ma pure Liberato – quest’ultimo con un film sempre nel 2024, il biografico Il segreto di Liberato, dove Napoli è centrale.

Il carisma del giovane cast

Uonderbois: recensione della serie su Disney+
Photo Credits: Disney+

A fronte di queste insistenze, e di una scrittura magari non sempre brillantissima ma funzionale al racconto che un’operazione simile vuole portare avanti, molto è affidato al carisma dei giovani interpreti. E la gioventù napoletana, i bambini in particolare, confermano avere una sorta di intrinseca marcia in più: un umorismo che si incontra a metà strada tra la sfrontatezza d’attitudine e un dialetto che le fa da veicolo naturale con cui mediare il gap d’età che li separa dagli adulti.

La regia di Andrea De Sica – cugino di quel Brando (figlio di Christian figlio di Vittorio) che meno di un anno fa arrivava nei cinema con il suo esordio Mimì – Il principe delle tenebre, validissimo horror che ancora di Napoli faceva sua co-protagonista – e Giorgio Romano va dunque loro dietro, e quando si allontana si affaccia a indagare la città e la sua cartografia.

Uonderbois non sarà quindi una serie rivelazione, ma è interessante vedere come si inserisce per tematiche, toni e interpreti ricorrenti in quel percorso di sempre più presente di valorizzazione dei miti e delle mitologie di questa patria culturale campana, territorio ogni giorno più principe del cinema e della serialità italiana.

Uonderbois è disponibile in streaming con tutti gli episodi su Disney+.

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