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È stata la mano di Dio: il film più vero di Paolo Sorrentino
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È stata la mano di Dio: il film più vero di Paolo Sorrentino

Tags: è stata la mano di dio, paolo sorrentino, Venezia78
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È stata la mano di Dio: il film più vero di Paolo Sorrentino

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Sinossi di ? stata la mano di Dio:

Fabietto vive a Napoli insieme alla sua numerosa famiglia. La sua vita subir? per? un cambiamento importante, che porter? il ragazzo a dover capire cosa voler fare della sua vita.

Recensione di ? stata la mano di Dio:

?E tu? Ce l?hai qualcosa da raccontare??. Lo hanno chiesto molte volte a Paolo Sorrentino. Critici, pubblico qualunque, anche quello pi? allenato che, nascosto nei cinemini delle grandi metropoli, guardava estasiato a pellicole splendenti dietro cui si ricercava e interrogava una certa, presunta profondit?. Non che il regista napoletano non ne fosse capace, non che il suo sguardo non potesse andare ad indagare al di l? dei suoi stessi personaggi, di quei circhi circensi messi in piedi e fatti di donne prosperose, barbute, affiancate da suore e assurdit? religiose, che si facevano ricordare pi? per il loro aspetto in superficie che per i loro tormenti interiori.

Tu ce l?hai qualcosa da raccontare ? anche ci? che chiede il regista Capuano al giovane protagonista Fabietto in ? stata la mano di Dio, a quell?incarnazione adolescenziale dello stesso Sorrentino che voleva andare a Roma e fare il cinema. Domanda che rincorre da sempre il regista, che lo ha tormentato dopo la perdita dei genitori, il trasferimento nella Capitale, gli anni di successo anche quando i suoi film erano ormai manifesto delle sue idee e non aveva pi? nulla da dover dimostrare.

L’occhio sopraffino, ma reale di Sorrentino

Una poetica per pochi, forse. Per coloro che almeno una volta si sono voluti sentire intellettuali. Ma ? arrivato il tempo di rimettersi insieme, di ricostruire se stessi e di offrirsi sinceramente al pubblico. Paolo Sorrentino, a otto lungometraggi e un Oscar vinto, si toglie di quegli orpelli che negli anni gli hanno sempre rinfacciato e decide che ? il momento di mostrarsi nudo, esattamente com??. Pieno di sogni, guardati sempre con un occhio sopraffino, ma pur sempre nudo, per raccontarsi attraverso la messinscena meno appariscente che ha immaginato e tratteggiare col pubblico il percorso che lo ha portato alle sue opere.

? stata la mano di Dio?? autobiografia rimaneggiata da un Paolo Sorrentino che, se solitamente va spiazzando per gli eccessi di un cinema messo spesso in moto da esagerazioni o iperboli, si concede questa volta l?occasione di stupire mantenendosi pi? asciutto possibile. Neutro eppure emozionale. Caloroso perch? non solamente da ammirare, ma da sentire e vivere. Descrivendo di s?, della propria casa, delle radici, dei genitori amati, della zia ?pazza?, di una Napoli che ci accoglie con una lunghissima panoramica governata solamente dal silenzio, con il film di Netflix l?autore compie il gesto pi? autentico di tutto il suo cinema. Vero, come non lo ? mai stato.

Con ? stata la mano di Dio Sorrentino si scopre e ci permette di scoprirlo trasparente. Nel lavoro meno estetico del cineasta, l?opera acquista un sentimento che non era mai stato tanto puro. Anche nelle farse che il regista va nel film ad innalzare, facendo sparire i suoi personaggi fantocci per sostituirli con quelli della sua famiglia, della memoria, non per forza calco medesimo e identico di quelli conosciuti nella sua infanzia, ma contenitori della malinconia del loro fautore.

? stata la mano di Dio. E la ringraziamo.

Inaspettatamente semplice nella composizione, cos? divertente da confondere le acque prima di ricostruire il momento cruciale che ha cambiato per sempre la sua vita in maniera cos? spiazzante vista la dolcezza utilizzata (la morte di quei genitori nella tanto agognata casa a Roccaraso), Paolo Sorrentino ? fuori dal suo ambiente eppure, forse per la prima volta nella sua carriera, ? davvero se stesso. E a stupire, sconcertare, lasciare totalmente esterrefatti ? la sua schiettezza comunque bella, la sua ossatura fragile, come quella del protagonista Fabietto contro le posture e le fisicit? dei sui famigliari.

La mano di Dio ? quella di Diego Armando Maradona a cui l?autore ha dedicato l?Oscar, che lo ha protetto. Ma il film sulla sua crescita ? per tutti coloro che hanno sempre voluto scavare nell?autore, non facendo dimenticare che, in ogni caso, non ? necessario dimenticare il surreale, come quei personaggi che ci salutano per mare e che per mare se ne vanno. Se ?? stata la mano di Dio? a salvare Sorrentino allora ? ancora lei ad averlo portato fino a noi. E, per questo, gliene saremo eternamente grati.

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