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Martina Barone

Ted Lasso 3, recensione: dove ci porterà l'ultima stagione della serie AppleTV+?

Tags: AppleTV, Jason Sudeikis, Ted Lasso
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Martina Barone

Ted Lasso 3, recensione: dove ci porterà l'ultima stagione della serie AppleTV+?

Tags: AppleTV, Jason Sudeikis, Ted Lasso

Un’inizio malinconico per la terza stagione di Ted Lasso, dal 15 marzo su Disney+, per l’ultima partita del coach di Jason Sudeikis

La trama di Ted Lasso 3

L’allenatore Ted Lasso dovrà ripartire con la nuova stagione cercando di infondere fiducia nella sua squadra di calcio, le cui previsioni degli opinionisti la vedono in fondo alla classifica.

Nel cast di Ted Lasso: Jason Sudekis, Hannah Waddingham, Brett Goldstein, Juno Temple, Brendan Hunt, Jeremy Swift, Nick Mohammed

La recensione di Ted Lasso 3

Voglio farmi una risata, mi vedo Ted Lasso. E poi partono subito le lacrime. Se con le prime due stagioni il colpo al cuore aveva almeno la decenza di presentarsi nel corso delle puntate, con la terza arriva fin dalla puntata numero uno. Quasi numero zero. Dai primi secondi dell’episodio si capisce già come sarà l’andamento della storia. E che di singhiozzi, anche stavolta, ce ne saranno tanti. Forse anche di più. 

La scena si apre senza il tipico sorriso del protagonista, con i suoi capelli inaspettatamente spettinati e i baffi per nulla curati. Non si noterà subito, ma la camera andrà indugiando sul tratto distintivo dell’allenatore del Richmond nella sequenza successiva, quando dopo aver lasciato suo figlio su un aereo verso la sua casa americana dovrà recarsi al lavoro. 

La lezione della nuova stagione di Ted Lasso

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Credits: AppleTV+

“Niente buongiorno in rima” nota anche Rebecca, interpretata da Hannah Waddingham. E in effetti l’aria che si respira sembra essere sottotono, ma non vuol dire che lo sarà anche il resto dell’intera stagione. Col suo nuovo e ultimo ritorno, dopo l’annuncio della conclusione con la terza stagione del dramedy di AppleTV+, l’episodio iniziale vuole dirci che la maschera di pacatezza e irreprensibile buonumore di Lasso è oramai crollata sotto i suoi non frequenti, ma comunque decisivi attacchi di panico. 

La manifestazione di un’ansia che forse non sempre la gentilezza riesce a placare, ma non significava che il protagonista la abbandonerà completamente. Anzi. Con la spinta necessaria per infondere rinnovata fiducia nella sua squadra, data per spacciata da statistiche e opinionisti, Ted comincia con la terza stagione dando già una lezione su quanto partire dal basso possa essere solamente la base per puntare poi in alto. Come anche chi deve lottare con la sporcizia e col fango potrà raggiungere la cima, quella a cui forse, pur credendoci con più difficoltà, speriamo voglia conquistare il nostro eroe senza poteri e meravigliosamente umano.

L’obiettivo da raggiungere del Richmond

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Credits: AppleTV+

È un piacere malinconico quello con cui ritroviamo Ted Lasso, anche inaspettato, così come il resto dei comprimari, dalla business woman Keeley di Juno Temple, talente indaffarata che deve anche schedulare il momento in cui può piangere, alla “boss” già nominata Rebecca di Waddingham che quest’anno ha per se stessa e il suo club tutto un altro obiettivo.

Il desiderio di stracciare l’ex marito Rupert (Anthony Head) non per vendicarsi, ma per portare al successo i propri ragazzi, il proprio lavoro, la sua squadra. Primeggiare sulla spocchia del dirigente del West Ham e il suo braccio destro, quel Nate (Nick Mohammed) prima emarginato e passato ora al lato oscuro della forza. La miglior trasformazione da buono a villain delle narrazioni moderne, che sarà appassionante sapere come verrà gestita e scoprire quale sarà l’epilogo con cui andrà a finire.

Ted Lasso: una serie può cambiarci?

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Credits: AppleTV+

Nonostante questo clima più disteso, Ted Lasso mantiene il suo ritmo nelle interpretazioni, le quali sono dal principio la fonte primaria di coinvolgimento e divertimento della serie. Cercare di stare dietro alla velocità degli attori e non volersi perdere nemmeno una delle mille e più perle di comicità che i fan dello show, grazie all’orecchio allenato, possono cogliere dai dialoghi.

Quello che c’è da aspettarsi è quindi una conclusione che saprà farci male più di quanto avremmo potuto immaginare quando abbiamo iniziato Ted Lasso nel 2020, ma che è adesso inevitabile attendere per vedersi compiere la sua parabola. Sapendo che, a ogni modo, Ted ci ha cambiato. Così come, in fondo, è cambiato pure lui. 

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