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Martina Barone

The Good Mothers: recensione della serie originale di Disney+

Tags: disney, micaela ramazzotti, the good mothers
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Martina Barone

The Good Mothers: recensione della serie originale di Disney+

Tags: disney, micaela ramazzotti, the good mothers

Dal 5 aprile arriva la serie The Good Mothers su Disney+ che racconta delle donne che hanno combattuto dall’interno l’ndrangheta

La trama ufficiale di The Good Mothers

La serie targata Disney+, che racconta la ‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla, è infatti in concorso nella sezione “Berlinale Series” alla 73° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino dove questa sera, martedì 21 febbraio, saranno presentati in anteprima mondiale i primi due episodi. È inoltre candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival. 

Nel cast di The Good Mothers: Micaela Ramazzotti, Barbara Chicchiarelli, Valentina Bellè, Gaia Girace, Simona Distefano

Recensione di The Good Mothers

L’Italia a Berlino presenta la sua serie The Good Mothers. Lo show sarà disponibile sulla piattaforma di Disney+ dal 5 aprile, ma per il lancio di questa produzione internazionale è stata predisposta una vetrina festivaliera che ne contenesse le prime due puntate, pronte a mostrare in anteprima il lavoro svolto sul romanzo di Alex Perry dal lungo titolo The Good Mothers: The True Story of the Women Who Took on the World’s Most Powerful Mafia.

Lavoro adattato per il piccolo schermo da Stephen Butchard e che continua nella sua varietà artistica ponendo alla regia i registi Elisa Amoruso e Julian Jarrold, predisponendo un cast invece totalmente italiano che unisce insieme nomi già famosi del panorama nostrano, insieme a volti meno noti. Uno stuolo di personalità femminili per il racconto di queste donne che hanno smesso di essere pedine dell’ndrangheta, le quali hanno tentato finalmente di rendersi libere. 

Tutte le donne di The Good Mothers

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Credits: Disney+

Anche i nomi delle personagge della serie richiamano alla mente fatti più o meno conosciuti della cronaca italiana. A risaltare è quello di Lea Garofalo, già ripresa da Marco Tullio Giordana per il suo Lea, al quale si accompagnano quelli della coraggiosa figlia Denise Cosco assieme a Giuseppina Pesce e Concetta Cacciola.

Ma è anche la figura di un magistrato quello a risaltare all’interno di The Good Mothers, quella mente da cui è partita l’operazione di disvelamento dei sistemi della Mafia partendo dalla quotidianità delle loro madri e moglie, impersonato dalla sempre ottima interprete Barbara Chicchiarelli

La Calabria martoriata di The Good Mothers

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Credits: Disney+

The Good Mothers ha grandi ambizioni e il portato narrativo e produttivo con cui potercisi approcciare. Ha un Sud martoriato negli anni che viene inquadrato senza alcuna indulgenza, un passato che trasuda di notizie del nostro Bel paese reiterate negli anni e che vengono smascherate in forma seriale, nonché la possibilità di poter mostrare una realtà da una prospettiva del tutto diversa.

La quale non riguarda solamente la questione del femminile e di quanto sia importante portarlo in primo piano in questi anni di grande tumulto e cambiamento, bensì il rilevare come le lotte contro il patriarcato e per la parità di genere sono concetti ancora fortemente lontani rispetto a delle terre la cui mentalità non si allontana da quella di cinquanta e più anni fa. Preconcetti che limitando ancora l’indipendenza e l’autodeterminazione delle donne in alcuni paesini o cittadine dell’Italia tutta, costrette a sposarsi da piccole e a diventare madri contro una volontà di cui vengono private fin dalla propria nascita.

The Good Mothers: tra serialità e verità

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Credits: Disney+

La serie di Butchard, sostenuta dalla visione registica di Amoruso e Jarrold, pone da subito sul doppio piano l’intenzione di raccontare sia una storia che sia lineare e che si riferisca ad accadimenti avvenuti, sia di concentrarsi sulle implicazioni umane e personali che hanno condotto queste donne a ribellarsi. A intraprendere una vera e propria battaglia combattendo dall’interno, conoscendo benissimo le conseguenze a cui andavano incontro.

Un volerle comunque affrontare pur di poter scappare da quelle catene che hanno sempre impedito loro di agire, di pensare, di vivere. Renderle finalmente autonome e responsabili delle proprie azioni. Partendo dal denunciare e lottare contro la violenza e la criminalità dei loro mariti e padri.

Da The Bad Guy a The Good Mothers: come raccontare oggi la Mafia

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Credits: Disney+

Prendendo da avvenimenti reali e creando anche appositamente situazioni e personaggi per rendere meglio fruibile e raccontabile la storia, The Good Mothers ha la tensione e il pericolo della guerra in cui queste donne decidono di immettersi, inserendosi in un genere come quello criminoso già esplorato spesso nell’audiovisivo italiano.

Un terreno ben conosciuto che ha lo sguardo inedito di maestranze estere, ma che si innesta comunque con agilità in una corrente narrativa che abbiamo ritrovato più volte nel nostro panorama artistico. A cui la serie non aggiunge perciò nulla di particolarmente originale, a differenza di uno show come The Bad Guy, ma che ha comunque una propria coerenza e un potere espositivo al proprio interno da poter risultare avvincente per lo spettatore.

Dare il buon esempio

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Credits: Disney+

Una serie con i volti giusti e le atmosfere adatte, che traumatizza nel far rendere conto di quanto l’Italia sia un paese con ferite ancora così fortemente sanguinanti, ma che dona speranza grazie al vigore e alla presa di coscienza di quelle persone che hanno trovato l’audacia di alzare la testa.

Ed è questo ardimento che The Good Mothers vuole riportare, mostrando che essere delle “bravi madri” vuol dire saper proteggere e accudire i propri figli, ma anche riuscire ad essere un buon esempio

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