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Cristiana Puntoriero
J. Lo in sei film: quali titoli rivedere (e dove) con protagonista Jennifer Lopez
Tags: jennifer lopez, Jennifer Lopez: Halftime, netflix, prime video
In occasione della nostra rubrica settimanale “Operazione Nostalgia” dedichiamo stavolta una breve ma efficace carrellata all’interno della vasta filmografia dell’attrice, performer e icona del latin-pop Jennifer Lopez. Dall’invidiabile versatilità, vista la facilità con la quale si muove fra recitazione, canto e danza, J. Lo ha spaziato sin dagli esordi nelle discipline e nei generi più disparati, dalla commedia sentimentale, al biopic musicale, passando per il poliziesco e il thriller fantascientifico, senza tirarsi indietro a proposte di ruoli meno confortevoli, riuscendo, di recente, ad abbattere gli ultimi pregiudizi di critica e pubblico.
Scopriamo, o riscopriamo, allora sei film che la (di)mostrano in tutta la sua duttilità, disponibili ognuno su varie piattaforme streaming.
I cinquant’anni della “rinascita” come li chiama lei, quelli compiuti il 24 luglio 2019, e quelli celebrati nel docu-film di Amanda Micheli Halftime (qui la nostra recensione), racconto onesto ma parziale del momento di massimo rilancio della J. Lo performer e attrice. A partire dal fatidico compleanno, passando per la preparazione dell’esibizione al palco del Super Bowl con Shakira nel 2020, la campagna di promozione (e conseguente nomination al Golden Globe) per Le ragazze di Wall Street, fino all’esecuzione canora durante l’insediamento alla Casa Bianca del presidente Biden nel gennaio del 2021, il re-branding documentato di Jennifer cede un po’ all’agiografia della superstar riscoperta attivista e politicamente impegnata, ma a vederla così stacanovista e instancabile, perfezionista e fiera di sé, non si può che non ammirarla, e capire perché ad oggi è una, o forse La, icona della musica pop degli anni Duemila.
Prendi una futura moglie pittrice, insegnante di yoga e dog-sitter con l’avvenenza di Jennifer Lopez; una futura suocera celebrity della TV, iper gelosa e con qualche problema con l’alcool, interpretata dal mito Jane Fonda, e frapponi tra le due un uomo conteso dalla mamma e dalla fidanzata con la bellezza, apprezzabile eppure anonima, di Michal Vartan. Il risultato è Quel mostro di suocera, commedia al femminile diretta da Robert Luketic su sceneggiatura di Anya Kochoff, esilarante e ancora oggi apprezzata per la cattiveria e il cinismo con i quali mette in scena il rapporto più complicato del mondo: suocera vs. nuora. Nonostante l’ingrata nomination ai Razzie Award per la Lopez, il film è ormai un evergreen da vedere, ridere, riconoscersi e rivedere ancora.
Ancor prima che anche in Italia diventasse una professione vera e propria, negli States la figura della wedding planner era già pratica abituale, tanto da farne un film nel 2001 tutto incentrato sulle disavventure professionali e sentimentali di un’organizzatrice di matrimoni che mette in piedi le nozze degli altri senza la minima intenzione di sposarsi – finché, un giorno, arriva a “salvarla” (letteralmente) un giovane Matthew McConaughey, suo attuale cliente, a farle saltare tutti i piani. Diretto da Adam Shankman The Wedding Planner, nel suo titolo originale, è una commedia romantica leggera in pieno stile americano, in cui gioca un ruolo chiave l’intesa fra la Lopez e McConaughey, lei all’epoca d’oro di “Love Don’t Cost a Thing“, lui al ruolo d’inizio-svolta della propria carriera, prima ancora di Come Farsi Lasciare in 10 Giorni, uscito due anni dopo accanto a Kate Hudson.
Senza girarci attorno: Amore Estremo – Tough Love (o a dir si voglia Gigli) è considerato da sempre uno dei film peggiori mai realizzati. E a guardarlo, dalle risate che suscita la trama, alla recitazione non pervenuta da praticamente tutti gli attori, compreso Al Pacino, non è difficile capire perché. Ma Gigli è anche il film della coppia più chiacchierata del 2002, quella di J. Lo e dell’allora fidanzato oggi marito Ben Affleck, entrambi protagonisti di un opera da far accapponare la pelle, ma incredibilmente intrisa di carica erotica. Lui interpreta un criminale classico maschio alfa appartenente a un clan malavitoso, incaricato dai superiori di rapire il fratello mentalmente non autosufficiente di un procuratore distrettuale, mentre lei è un sicario bisessuale a sua volta intricata nel caso.
Nel corso del film Larry e Ricki scompaiono dietro la palpabile attrazione dei due attori/coppia, basti notare come Affleck guarda Jennifer per tutto il film (in tal senso, c’è una scena di yoga molto loquace), in cui prova a trattenere l’irrefrenabile voglia di starle accanto (diciamo così…), dietro la maschera di un uomo tutto d’un pezzo che non deve chiedere mai. Da vedere almeno una volta (e poi basta) nella vita.
Truffatrici e prostitute, in una parola: Hustlers. Il titolo originale de Le ragazze di Wall Street gioca fin da subito sul doppio ruolo delle protagoniste del film di Lorene Scafaria, strippers di un night che decidono di ‘svoltare’ adescando clienti del locale, per la maggior parte ricchi broker di Wall Street, per rubargli i soldi. Sfiancanti ore di pole dance per la Lopez e le compagne d’eccezione Constance Wu, Cardi B, Lili Reinhart, Julia Stiles, Keke Palmer e Lizzo, una colonna sonora da dance club anni ’90, costumi esagerati e luci al neon per un heist movie tutto al femminile, che né condanna e né santifica le sue protagoniste, ma ammicca al post #MeToo per formulare un racconto sulla complessità femminile in relazione all’avidità e alle contraddizioni del sogno americano.
Se c’è un titolo sottovalutato nella sua filmografia, probabilmente è l’ottimo The Cell – La Cellula, thriller onirico, fantascientifico e distopico su un’assistente sociale in grado di ‘entrare’ nei sogni dei suoi pazienti attraverso l’uso di una nuova tecnologia. Diretto dall’indiano Tarsem Singh e sceneggiato dall’autore di Oldboy e Io sono leggenda Mark Protosevich, questo film è un viaggio vivido all’interno della mente umana nelle varie fasi del sonno, che si stratifica sempre più muovendosi fra il trauma psicologico e l’abuso, le perversioni e le pulsioni, la malattia mentale e la psiche del serial killer. Visivamente impeccabile e non poco disturbante, The Cell materializza l’inconsistenza degli incubi attraverso scene memorabili e scioccanti, e dove J. Lo assume diverse sembianze, da Madonna a dominatrice, nel film più eclettico e camaleontico della sua carriera. Imperdibile.