Film, Recensioni, Top News
Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga
Alessio Zuccari

Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga

Tags: dreamworks animation, fabio volo, kung fu panda 4
Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga
Film Recensioni Top News
Alessio Zuccari

Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga

Tags: dreamworks animation, fabio volo, kung fu panda 4

Il panda gigante Po torna con una quarta avventura a distanza di quasi dieci anni dal precedente capitolo. E la saga resta frizzante e dinamica.

Sono passati più di quindici anni da quando l’imbranato ed irresistibile Po ha imparato l’arte del kung fu. Era il 2008 e adesso siamo nel 2024, ma il Guerriero Dragone non è ancora pronto per appendere i pugni al chiodo. O forse… sì? Questo è infatti il dilemma che fa rosicchiare bambù al panda gigante in Kung Fu Panda 4, quarta istallazione dell’amatissimo franchise che torna per la prima volta al cinema dal 2016. Perché il tempo passa per tutti, anche per un protagonista che non ha perso il suo inguaribile ottimismo e cammina sempre imbranato per il mondo.

La trama e le nuove avventure di Kung Fu Panda 4

Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga
Photo Credits: Universal Pictures

Dopo aver sconfitto nemici in lungo e in largo, essersi riunito ad entrambi i suoi padri – adottivo e biologico, in una sorta di sempre più spiccatamente famiglia queer – e aver portato serenità nella Valle della Pace, adesso Po (in originale sempre Jack Black, da noi Fabio Volo) deve scegliere un successore. Un nuovo Guerriero Dragone che, su indicazione del Maestro Shifu (Dustin Hoffmann), possa prendere il suo posto e lasciargli accettare il ruolo da Guida spirituale della valle. Ma tra un’indecisione e una marachella, c’è tempo per un’ultima avventura. La malandrina Zhen (Awkwafina), volpe truffaldina e dalla battuta pronta, invoca infatti l’aiuto di Po per sconfiggere l’impero criminale della Camaleonte (Viola Davis), mutaforma che mette a ferro e fuoco una città ben al di là della Valle della Pace e minaccia di rubare conoscenza dal Regno degli spiriti.

Ciò che colpisce immediatamente di Kung Fu Panda 4 è come possano passare gli anni e possano avvicendarsi i nomi, ma la saga non perde mai di smalto e frizzantezza. In cabina di regia stavolta c’è Mike Mitchell, veterano di casa DreamWorks a cui si affianca la co-direzione della debuttante Stephanie Ma Stine, e il film rimane un’avventura fluida, scorrevole e sempre piacevolmente dinamica. In writing room ci sono ancora Jonathan Aibel e Glenn Berger, ai quali si aggiunge in questa occasione Darren Lemke, e il tono dell’opera si rinnova in piena continuità con quelli che sono gli umori e i toni tipici del franchise.

La più grande novità sta nel fatto che per la prima volta è assente il cast di comprimari di Po, cioè la squadra storica di maestri suoi alleati, qui relegati da subito in altre missioni in altre parti del mondo. Facile leggere nella loro mancanza la probabile volontà di abbattere i costi e le difficoltà nel riunire un cast vocale con nomi dal calibro di Angelina Jolie, Lucy Liu, Jackie Chan, Seth Rogen. È altrettanto lieto constatare come questa licenza non rappresenti nemmeno per un istante una zavorra per Kung Fu Panda 4. Anzi, nella necessità di colmare il vuoto di comprimari il film riesce con brillantezza e rinnovato spirito d’avventura a creare un agile duetto tra Po e Zhen, mentre sullo sfondo si muove l’altrettanto ironico duo dei papà (James Hong e Bryan Cranston) del panda.

Le porte del Palazzo di Giada sono sempre aperte

Kung Fu Panda 4: recensione del nuovo film d'animazione della saga
Photo Credits: Universal Pictures

Elemento esplorato con gusto della novità è stavolta il contesto urbano, nuovo terreno di scoperta («Le mie avventure sono così provinciali?») per un protagonista alle prese con una villain subdola e che rinnova la fissazione dei cattivi per i metalli, la forgiatura e una tecnologia dalla quale scaturiscono marchingegni che sono strumenti di guerra e di distruzione. Anche sul lato dell’animazione si perfeziona e si ripulisce la giostra di colori ai quali la città offre un’ulteriore occasione di brillare e mescolarsi, con l’aggiunta in brevi inserti e flashback nello stile ribattezzato 2.5D, ovvero quella mescola tra tridimensionale e animazione classica che la DreamWorks ha già collaudato con l’ottimo Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio – a sua volta sull’onda dell’entusiasmo di Spider-Man: Un nuovo universo.

Kung Fu Panda 4, giocherellando con le sue new entry (c’è anche Ke Huy Quan) e sfruttando sempre a dovere i suoi personaggi storici, porta ad una nuova consapevolezza Po e spinge la rigogliosa saga un passettino in avanti. Ma le porte del Palazzo di Giada sembrano tutt’altro che chiuse, e quindi non ci dovrebbe stupire se in un orizzonte più o meno lontano dovessimo riveder comparire di nuovo una sagoma a chiazze bianche e nere.

Kung Fu Panda 4 è al cinema dal 21 marzo con Universal Pictures.

Guarda il trailer italiano ufficiale di Kung Fu Panda 4:

Articoli recenti

il-magico-mondo-di-harold-trailer-e-poster
News
Alice Gigli
Il Magico Mondo di Harold: il trailer e poster ufficiali
tonino-de-bernardi-il-cinema-senza-frontiere
News
Alice Gigli
Tonino De Bernardi. Il cinema senza frontiere al Museo del Cinema
My Lady Jane: su Prime Video arriva la serie tratta dal bestseller
News
Alessio Zuccari
My Lady Jane: su Prime Video arriva la serie tratta dal bestseller
Becoming Karl Lagerfeld
News
Federica Marcucci
Becoming Karl Lagerfeld: il trailer della serie
STAY CONNECTED