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Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson
Alessio Zuccari

Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson

Tags: dakota johnson, madame web, sydney sweeney
Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson
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Alessio Zuccari

Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson

Tags: dakota johnson, madame web, sydney sweeney

Arriva il quarto capitolo del Sony’s Spider-Man Universe. Ma dopo i film di Venom e Morbius, ancora un ennesimo buco nell’acqua.

Difficile darsi risposte sulla direzione che vuole prendere un progetto editoriale come quello del Sony’s Spider-Man Universe (SSU). Madame Web, film diretto da SJ Clarkson che di questo ‘universo espanso’ è la quarta installazione, conferma infatti per l’ennesima volta soprattutto due cose: di non avere la più pallida idea di quale sia il suo pubblico e di cosa questo pubblico potrebbe volere oggi da un cinecomic.

L’idea di fondo è campare di luce riflessa. Chiaramente quella dello Spider-Man di Tom Holland, prestato definitivamente al Marvel Cinematic Universe, corteggiando però di sponda i bagliori del revival di Andrew Garfield e Tobey Maguire a seguito di Spider-Man: No Way Home. Dunque ecco che i vari personaggi e mondi offerti dal SSU vorticano con abusata furbizia nei meandri di quel passepartout che prende il nome di Multiverso, e che permette alla Sony di sfruttare al cinema i diritti dei personaggi secondari che gli sono rimasti per le mani.

La malattia cronica del SSU

Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson
Photo Credits: Sony Pictures

Tra questi c’è Cassandra Webb (Dakota Johnson), paramedico nella New York del 2003. È orfana e un giorno sul lavoro ha un incidente che le fa fermare il cuore per alcuni minuti. A salvarla è il suo partner, Ben Parker (Adam Scott). Esatto, quel Ben Parker, in uno dei tanti ammiccamenti a vuoto – c’è anche la Mary di Emma Roberts – che il film fa con unta malizia allo spettatore. Nei momenti in cui è senza vita, Cassandra viene trascinata in una sorta di ‘piano astrale’, che assomiglia molto da vicino a quello di Doctor Strange.

Poco alla volta scopre di avere il potere di osservare il futuro, e a causa di questa abilità si ritrova ad avere a che fare con il villain di turno, Ezekiel Sims (Tahar Rahim), e con un gruppo di teenagers da salvare (Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced) perché ritenute da Sims una minaccia per il proprio futuro. Ma tra una presa in carico della protagonista sulle sue improvvise responsabilità sovrannaturali contro l’high tech del nemico e un floscio tentativo di argomentare a dovere un girl empowerment di gruppo che pure avrebbe in canna del potenziale, Madame Web si accartoccia sul grado zero della creatività.

Perché appartiene all’immaginario di un universo spinto costantemente al ribasso. E dove pare non si possa fare eccezione a una malattia cronica di cui s’è fatta inspiegabile virtù: i film del SSU sono infatti film… brutti. Da un punto di vista estetico, da un punto di vista della solidità narrativa, da un punto di vista della compiutezza dei propri personaggi. E Madame Web non fa eccezione. Ma se almeno i due Venom contano del carisma fuori le righe di Tom Hardy e diventano un disarticolato e onomatopeico oggetto comico, mentre Morbius è talmente falcidiato e smangiucchiato dal cattivo gusto da diventare fenomeno da baraccone, al film di SJ Clarkson non sembra essere concessa nemmeno questa buonuscita.

Madame Web guarda senza successo al blockbuster anni Duemila

Madame Web: recensione del film con protagonista Dakota Johnson
Photo Credits: Sony Pictures

Quella della regista è un’opera che plana innocua nella profonda valle del dimenticabile. A dire il vero non senza mal di mare. Perché a mettercelo è proprio la regia di Clarkson, esordiente sul grande schermo dopo una carriera in TV, che prova e mescolare le carte in tavola e sceglie di girare Madame Web come se fossimo nei primi anni duemila. Forse conscia del corso pecoreccio imboccato dai suoi predecessori, forse conscia dei mezzi di produzione a disposizione – un budget, sembra, di circa 80 milioni di dollari. Ma fatto sta che la frenesia che imprime alla macchina da presa in diversi frangenti è pallida imitazione dello stile schizofrenico di Michael Bay, condita però da una sciatteria anche tecnica che rende il tutto non un omaggio ai blockbuster di inizio secolo, bensì un qualcosa di irricevibile nel 2024. Basti guardare allo scontro finale da giramenti di testa sull’insegna della Pepsi – tra l’altro una delle numerosissime marchette del film.

Senza contare che la pellicola, affidata in sceneggiatura al duo già a lavoro su Morbius formato da Matt Sazama e Burk Sharpless assieme poi a Claire Parker e la stessa Clarkson, è stato vessato anche da diversi reshoot. Volti per lo più a cambiare in corsa la collocazione temporale del film, dagli anni Novanta a quella poi definitiva del 2003, non per esigenza stretta di trama, ma per adattarsi alla possibilità di collocazione del film in un’ipotetica linea temporale in cui esiste il Peter Parker di Tom Holland e non quello di Andrew Garfield, come inizialmente era invece previsto.

Ed è divenuta oramai una burla non più simpatica l’esigenza delle opere del SSU di vorticare attorno all’idea della presenza, avanti, indietro o parallelamente nel tempo dell’Uomo ragno, senza farlo di fatto mai apparire. Perché è una presenza che nel suo programmatico non manifestarsi – o nel farlo tramite citazioni o rimandi più o meno espliciti, come accade con il Ben e la Mary di questo Madame Web tende adesso solo all’irritazione, mai all’intrigare. E mai alla formula dell’hype, che pur nella sua contestabile effimerità ha fatto la fortuna del Marvel Cinematic Universe. Chissà cosa ci riserverà il futuro di un universo dove vale tutto e il contrario di tutto, sul quale orizzonte aspetta ancora il rimandatissimo Kraven – Il cacciatore. Ma arrivati a questo punto, non occorre essere Cassandra per avere una visione piuttosto chiara.

Guarda il trailer italiano di Madame Web:

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