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Martina Barone
Non così vicino: recensione del film con Tom Hanks
Tags: Mr. Ove, Non così vicino, tom hanks
Tratto dal comico e commovente bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo”, Non Così Vicino racconta la storia di Otto Anderson (Tom Hanks), un vedovo scontroso e molto fissato con le sue abitudini. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, l’incontro con Marisol, ragazza brillante e in dolce attesa, crea un’improbabile amicizia che sconvolgerà il suo mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune famiglie nascono anche nei luoghi più inaspettati.
Nel cast di Non così vicino: Tom Hanks, Mariana Treviño, Rachel Keller, Truman Theodore Hanks
L’America ha bisogno dei suoi remake, lo sappiamo bene. In fondo anche noi siamo uguali, basti guardare al primo mese di programmazione del 2023 e trovare tra i nostri film italiani di spicco quel Grazie ragazzi di Riccardo Milano, tratto dalla commedia francese Un triomphe di Emmanuel Courcol. Quindi, a distanza da quel 2015 in cui in Svezia uscì Mr. Ove, la produzione statunitense acquista i diritti per la sua versione locale, spostando il quartiere del protagonista europeo in quello di un sobborgo americano presenziato da Tom Hanks.
Protagonista a cui viene anche cambiato il nome trasformandolo in Otto e uscendo nelle sale italiane col titolo Non così vicino (mentre in originale mantiene la struttura internazionale diventando A Man Called Otto).
Hanks, che arriva anche da un Geppetto in cui era molto in parte seppur il Pinocchio di Robert Zemeckis lo fosse al contrario ben poco, veste stavolta i panni di un anziano rimasto vedovo e senza lavoro, burbero al punto da uscire ogni mattina puntuale a fare la ronda nel suo piccolo circolo residenziale per prendersela poi con chiunque non rispetti le regole.
Un uomo meticoloso (troppo), scontroso (troppo), incapace di far entrare chiunque sia nella sua casa o nella sua quotidianità, finché ad abitargli di fronte non arriverà una famiglia che saprà fare breccia in un minuscolo punto della sua anima. Non certo lanciandosi in affetti scomposti o in lacrime per forza facili. Otto saprà però ammorbidirsi al contatto con gli altri e nel ricordo della sua giovinezza, quella trascorsa ad amare e essere amato dalla sua scomparsa Sonia.
Nel realizzare una versione a stelle e strisce dell’opera originaria di Hannes Holm, a sua volta tratta dal romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo del 2012 di Fredrik Backman, con Non così vicino la sfida è minima e la soluzione per l’adattamento del film per nulla originale. Un apporto esiguo seppur evidente quello che distanzia le due versioni, che nonostante in quella con protagonista Tom Hanks veda tagliati molti ricordi proposti in Mr. Ove attraverso i flashback, impiega comunque la medesima durata del corrispettivo svedese prendendosi così il proprio tempo per ripercorrere la vita del protagonista, quella nel presente e quella che ha trascorso in passato.
Molte parentesi dell’infanzia e della crescita del personaggio vengono escluse e riformulate all’interno della sceneggiatura in questa sua variante statunitense, alleggerendo di molto quello che era il racconto del 2015, non rischiando così di eccedere nelle trappole del melò, cosa che al suo compare Ove accadeva invece spesso di fare.
Certamente anche Non così vicino tende a una drammaticità che è insieme bonaria, ma spinta comunque verso un’intenzione ben precisa: quella di condurre lo spettatore prima a scontrarsi poi ad affezionarsi al personaggio di Otto. A insistere come decide di fare la compare Marisol, interpretata da Mariana Treviño, che non accetta un no come risposta e convincerà addirittura l’uomo a insegnarle come si guida o a badare alle sue due piccole bambine.
Un risveglio da un torpore che caratterizza il protagonista per il suo atteggiamento da sempre abbastanza chiuso e diffidente, che ne fa però anche la chiave di volta per il pubblico per poter ridere delle sue esagerazioni e della sua ostinata meticolosità.
Personalità che influisce sulla ricezione del protagonista e del suo film, a cui Non così vicino aggiunge una drammaticità che rappresenta però anche i punti più deboli della pellicola, poiché stretti a doppio giro ad una retorica narrativa che era indubbio aspettarsi, ma che appesantisce un po’ la visione.
Una linea percorsa tra la perdita e la tenerezza che influisce tanto sulla parte sensibile del film, quanto sul suo sovraccaricamento. Un riflettere l’umore e lo spirito dell’Otto di Non così vicino, con cui sapremmo sicuramente trovare un modo per fare amicizia, ma non è detto che per questo vorremmo frequentarlo tutti i giorni.