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Alessio Zuccari
Elf Me: recensione del film natalizio su Prime Video con Lillo Petrolo
Tags: anna foglietta, elf me, Lillo Petrolo, prime video
Ogni anno che passa la scia di accompagnamento alle festività del Natale si fa sempre più lunga. Importata e metabolizzata del tutto la frenesia di Halloween, appena si passa il giorno d’Ognissanti novembre si pone oramai al terreno sul quale impiantare i germi dell’euforia tutta rossa e verde. Ecco allora che anche i tanti tantissimi film che proliferano durante questo periodo iniziano a spuntare come abeti a distanza di un mese, o più, dal fatidico 25 dicembre. È il caso di Elf Me, sforzo congiunto in produzione tra gli Amazon MGM Studios e le nostrane Lucky Red e Goon Films.
Un balocco fatto e finito per essere consumato davanti al nuovo focolare domestico, la tv, a partire dalla sua uscita su Prime Video il prossimo 24 novembre. Quello diretto dal duo degli YouNuts! (Niccolò Celaia e Antonio Usbergo) è operetta familiare che mescola assieme l’esperienza d’oltreoceano con le peculiarità del nostro Paese.
Da prima cosa non può quindi mancare San Nicola al Monte, paesino d’invenzione poco fuori Roma (lo si capisce dalla parlata) che è già coperto di neve e quasi alla vigilia del Natale. Ci vivono Ivana (Anna Foglietta) e suo figlio Elia (Federico Ielapi), che attende per le feste il ritorno di un padre assente da diverso tempo (Giorgio Pasotti). Pare se ne sia andato perché le cose al negozio d’Ivana, giocattolaia che fabbrica marionette d’altri tempi, non vanno più tanto bene.
E questa idea di una famiglia che intercetta le evoluzioni della contemporaneità (le separazioni, i divorzi) è forse uno dei tratti più distintivi di un film che riconfigura a suo modo il ruolo della tradizione. A minacciarla c’è la presenza bavosa di un novello Scrooge, Ciocca (Claudio Santamaria, che si inventa un accento ciociaro esilarante), imprenditorucolo che vuole imporre il suo peluche Buddy Buddy a tutte le famiglie del paese, e di rimando peggiorare la situazione economica di Ivana. Poi, a difenderla, c’è invece l’intervento rocambolesco di Trip (Lillo Petrolo), elfo inventore di Babbo Natale che si è ritrovato catapultato nella stanza di Elia a causa di una delle sue tante marachelle.
Se le parti in gioco e gli equilibri da ribilanciare non possono che essere quelli propri di un film a misura di bambino, Elf Me si sbizzarrisce un poco quando lavora tra le righe. La sceneggiatura di una nutrita writing room (Giovanni Gualdoni, Leonardo Ortolani, Marcello Cavalli, Tommaso Renzoni e Gabriele Mainetti, che produce e poi compone anche le musiche) si fa forza di soluzioni creative che possono contare sull’energia – leggasi soldo sonante – di Amazon.
Appare così un ingente utilizzo dell’effettistica visiva, che dona un brio inconsueto per ciò che siamo abituati a vedere nei tanti fratelli e sorelle italiani di Elf Me. Permette agli YouNuts! di sbizzarrirsi un minimo, di rincorrere le tante citazioni di cui disseminano dall’inizio alla fine l’opera – da The Blob a Spielberg, con ET e Jurassic Park su tutti.
A fare il resto ci pensa l’estro del perfetto corpo comico di Lillo, oramai da annoverare tra i maggiori cavalli di battaglia di Prime Video (ricordiamo il boom con LOL – Chi ride è fuori e, da lì, la meta-riflessiva Sono Lillo). Funziona fare del suo Trip un elfo tutt’altro che conciliante con l’idea tipica del ruolo, qui configurata con uno humor sporco, scorretto ed estremamente fisico tra le tante e inaspettate botte da orbi che ci si dà. A fargli eco c’è il personaggio di Ivana, anche lei con un umorismo pungente nel far fronte alla nuova esperienza da madre single e con un figlio alle prese con i bulli e il problema della dislessia (altra buona intuizione per dialogare con il pubblico di riferimento).
Elf Me si destreggia con questo piglio glocal – cioè con le caratteristiche umoristiche italiane e la cornice da spendere anche all’estero – in maniera snella e tutto sommato godibile. Un film confenzionato per assolvere al ruolo, occupare un posticino sotto l’albero addobbato ed essere poi digerito dopo il pranzo.