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Cristiana Puntoriero
Ghosted: recensione del film su Apple Tv+ con Ana de Armas e Chris Evans
Tags: apple tv+, film, Recensione
Dal 21 aprile arriva su Apple Tv+ il film originale Ghosted, un ibrido che mescola spy-story, action e commedia romantica con la coppia di bellissimi Ana de Armas e Chris Evans.
Cole, un uomo buono, onesto e affidabile, si innamora perdutamente dell’enigmatica Sadie, ma scopre in modo scioccante che lei è in realtà un agente segreto. Prima che possano decidere se darsi un secondo appuntamento, Cole e Sadie vengono travolti in un avventuroso intrigo internazionale per salvare il mondo.
Prendi due bellissimi di Hollywood, Ana de Armas fresca di candidatura agli Oscar, e il Capitan America più amato del cinema Chris Evans; metti un regista ex interprete arrivato alla ribalta con la direzione del biopic su Elton John Rocketman, un budget da 41 milioni di dollari e la presenza di Apple Tv+ considerata ad oggi una delle piattaforme più di qualità. Da questi quattro ingredienti viene fuori Ghosted, una spy story che inizia con un colpo di fulmine come nelle migliori commedie romantiche americane e finisce coi colpi di pistola sparati a raffica come nei migliori thriller spionistici sempre all’americana.
Stroncatissimo in patria da buona parte della critica, l’atteso lungometraggio scritto Rhett Reese, Paul Wernick, Chris McKenna e Erik Sommers incarna in tutti i suoi aspetti il prodotto da visione usa e getta da piattaforma online che cerca in tutti i modi di replicare i grandi successi da blockbuster. A partire dal cast principale, che oltre a giocare con la chimica fra la de Armas ed Evan già accennata su altri personaggi in Knives Out e alla presenza del noto cattivo Adrien Brody, inserisce qua e là qualche cameo di grandi nomi Marvel che non riveleremo per non rovinare la sorpresa.
La storia comincia appunto con l’incontro di Sadie e Cole in una fiera agricola: lei vorrebbe comprare una begonia, pianta che richiede di essere annaffiata spesso, ma lui si rifiuta di vendergliela dopo che lei ha ammesso di passare molto tempo fuori casa per lavoro. Dopo un battibecco con annesse begonie e cactus che diventano metafora dell’uno (gentile, bisognoso di cure) e dell’altra (pungente, autonoma), il loro primo appuntamento viene incorniciato su sfondi di tramonti, riferimenti cinefili a L’Esorcista, passeggiate in biblioteca e una notte di sesso non prevista.
Il giorno dopo Cole (già cotto) torna a casa dai suoi, le scrive undici messaggi con relative emoticons ma lei non si fa sentire – da qui, il titolo esplicativo Ghosting. Giunto a Londra per farle una sorpresa, si scopre in poche parole che la dolce Sadie con gli occhi da cerbiatta è in realtà una spia abilissima della CIA, e che un pericoloso trafficante di armi (Brody) ha messo una taglia su chiunque trovi Taxman, l’unico agente (o l’unica?) a sapere il codice per aprire una preziosa valigetta contenente un’arma (letale) di distruzione di massa. Cole viene così coinvolto suo malgrado in un’operazione salva umanità, passando da una tranquilla vita da contadino di Georgetown ad aiutante sotto copertura della più importante agenzia d’intelligence del mondo.
Non così terribile come lo ha dipinto la stampa americana, né così spassoso e imprescindibile come si sperava, Ghosted è l’imprevisto prequel della “netflixizzazione” di Apple Tv+, che inizia a piegarsi alle regole del gioco algoritmico e abbassa la sua tanto rinomata prestige tv in favore di un prodotto mediocre, sufficientemente d’intrattenimento e caricato sulle spalle di due richiestissime celebrities contemporanee. I due si scambiano i ruoli classici di genere della damigella in pericolo e dell’uomo che usa forza e astuzia per salvarla: la De Armas indossa qui i panni di una Lara Croft femme fatale, il cui corpo sventa scazzottate e calci, guida adrenalinica e abilità con le armi da fuoco per mettere in “ridicolo” la goffaggine caricaturale di un impacciato e bonario Evans, il quale sappiamo benissimo goffo non lo è affatto, e che nell’ultimo quarto di film lo dimostra benissimo.
Questa inversione delle parti regge la maggior parte della durata intera dell’opera(zione), che viaggia dritto verso prodotti commerciali standard che mixano action e ironia come lo sono stati per Netflix The Grey Men e Red Notice, non aggiungendo nulla a ciò che è già stato detto o fatto ma anzi adagiandosi ad un’ordinarietà che si riversa anche nella realizzazione imprecisa di alcuni effetti digitali che spesso restituiscono un’atmosfera fittizia stonando di molto con l’ambizione produttiva con cui è stato pensato.
Sarebbe potuta essere una bellissima rom-com Ghosted, se solo non si fosse arresa alla smania sentimentalmente poco sostanziosa dello spionaggio, delle detonazioni, delle minacce nucleari, degli insetti assassini, delle lunghe sequenze di menate coreografate, e a un finale à la James Bond che suggerisce forse l’inizio di una nuova coppia spionistica da franchise.
Se qualcuno in futuro deciderà di scrivere il film sulla storia d’amore e piantagioni di Cole e Sadie, noi ci siamo.