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hit man recensione film di richard linklater
Alessio Zuccari

Venezia80 | Hit Man: recensione del film di Richard Linklater

Tags: hit man, richard linklater, venezia80
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Alessio Zuccari

Venezia80 | Hit Man: recensione del film di Richard Linklater

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Linklater firma un film esilarante che sotto la superficie della commedia cela un profondo e intelligente amore per le storie e per il cinema.

Hit Man è uno spasso. Di più: Hit Man è un grandissimo film. Scordate il tiepido Che fine ha fatto Bernadette?, pensate al più recente Apollo 10 e mezzo, perché Richard Linklater è in forma smagliante. Ci vuole estro e tanto ingegno per confezionare una delle commedie – o possiamo osare addirittura dire quella che si candida ad essere la commedia – più brillanti dell’anno.

Al Festival di Venezia 2023 è selezionata nel Fuori Concorso, ed è una divertita e divertentissima fiera dell’equivoco (ispirata da una storia vera!), una giostra di rovesciamenti che guardano alla funzione stessa del dispositivo cinematografico per alimentare contrasti ed ironia. A dirla tutta, c’è lo zampino anche di Glen Powell da queste parti, che oltre a vestire i molteplici panni del protagonista, firma assieme a Linklater una sceneggiatura geniale, a prova di bomba.

Rimpiazzare un genere con un altro

hit man recensione film di richard linklater
Photo Credits: BIM Distribuzione

Della trama del film se ne accetta presto la premessa, ovvero quella che vuole un goffo e cinico professore di filosofia, Gary (Powell), lavorare da part-time come consulente tecnico della polizia. Un giorno gli tocca finire sotto copertura e impersonare un sicario che deve far arrestare i committenti al momento del pagamento. Impiega poco a prenderci gusto e lasciarsi trascinare in un gioco di travestimenti e maschere, riflesso della sua ossessione per lo studio delle personalità e degli insegnamenti freudiani che elargisce in classe sulla tripartizione tra Es, Io e Super-io.

Una traccia da parallelismi che presto inizia anche a svelare la vera struttura del film, di fatto un thriller, meglio anzi dire un noir, disossato del senso del pericolo e rimpolpato dalla commedia. E si dice noir perché tutto gira all’arrivo di una sensualissima, eroticissima femme fatale, la magnifica Adria Arjona che ha occhi grandi e liquidi in cui perdersi e che prova a ingaggiare Gary per compiere un omicidio.

Ma Gary in quel momento non è Gary, l’impacciato e timido insegnante di sempre. No, in quel momento Gary veste i panni di Ron, tenebroso e affascinante killer che fa innamorare e soprattutto si innamora. E da questa giravolta, la prima di molte, si innesca una partita fatta di continui ribaltamenti di campo, dove Gary continua a fingersi Ron e intesse con la donna un rapporto di passione torbida ed esilarante.

Un’opera irresistibile e un duo che è un portento

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Photo Credits: BIM Distribuzione

Hit Man funziona perché conta di una sceneggiatura di ferro – e infatti ha almeno una scena tra le meglio scritte, dirette e interpretate dell’anno, quella verso il finale della recita nella recita, masterclass di come raccontare il funzionamento dello strumento cinema senza uscire per questo dalla narrazione. Funziona, poi, perché può contare pure sul magnetico duo Powell-Arjona. Insieme sono un portento, una coppia irresistibile che è bellissima da ammirare (bucano lo schermo) e da vedere rimpallarsi battuta su battuta, sincronizzati con davvero invidiabile alchimia dall’inizio alla fine del film.

Un’opera la cui riuscita sta anche nel vedere un genere disinnescato delle sue direttrici ma di cui è sfruttata l’impalcatura – in alcuni confronti, ad esempio, viene mantenuto l’accompagnamento sonoro tensivo di fondo, usato però come comica leva che tira nella parte opposta rispetto a ciò che accade in superficie – e rifunzionalizzato nell’opposto con questa agilità, con questa consapevolezza d’intenti. Ci si rende conto davvero di essere di fronte ad un uso abilissimo delle componenti regine del cinema, ben nascoste sotto, perché raffinatissime, l’aspetto da commedia demenziale in grado di far sganasciare di gusto ancora e ancora, in un crescendo da sorriso spontaneo e inebetito.

In questo Hit Man c’è un tale amore per il medium e per la gioia del raccontare storie da non poter lasciare indifferenti, da incalzare per l’ennesima volta l’idea di trovarsi di fronte alla mano e agli occhi di uno dei più importanti registi della sua generazione. Un film tutto da godere, imperdibile e sensazionale.

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