Top News, Recensioni, Streaming
Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti panafricani
Alessio Zuccari

Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti africani

Tags: disney+, Iwájú, Kugali Media
Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti panafricani
Top News Recensioni Streaming
Alessio Zuccari

Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti africani

Tags: disney+, Iwájú, Kugali Media

Sulla piattaforma streaming di Disney arriva una serie ad altezza di fanciullo che immagina una Lagos del futuro tra contraddizioni e divari sociali.

Ciò su cui è importante soffermarsi da subito è il sottolineare come Iwájú sia la prima esperienza del suo genere. All’apparenza è una serie animata come tutte le altre, con sei episodi dalla lunghezza variabile ma comunque sotto la durata dei venticinque minuti. In realtà, è il primo progetto seriale animato prodotto da Walt Disney Animation Studios (gli altri progetti televisivi Disney sono stati fino a questo momento sotto il cappello di Disney Television Animation) e soprattutto è la prima collaborazione della casa di produzione statunitense con Kugali Media, compagnia dell’intrattenimento formata da artisti panafricani e stanziata in Gran Bretagna.

La trama di Iwájú: una Lagos spaccata in due

Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti panafricani
Photo Credits: Disney+

Scritta da Olufikayo Adeola e Halima Hudson a partire da una storia di Adeola (che dirige anche), Hamid Ibrahim e Toluwalakin Olowofoyeku, Iwájú non è poi solo un progetto tecnico, bensì un’esplorazione di temi e culture africane. Nello specifico la serie ci porta a Lagos, città più popolosa della Nigeria di cui è stata capitale fino al 1991. Il setting è quello di un domani più o meno prossimo, con Lagos immaginata come una metropoli altamente futuristica ma anche attraversata da profonde differenze sociali.

Iwájú si pone poi immediatamente ad altezza di fanciullo, raccogliendo la prospettiva della piccola Tola (Simisola Gbadamosi). Figlia del ricco ingegnere Tunde (Dayo Okeniyi), di buon cuore eppure troppo preso dal suo lavoro, vive suo malgrado in una torre d’avorio su quella che viene chiamata “l’Isola”, zona riservata solo all’élite della città e che è separata dalla ben più povera e concreta terraferma. Conosce insomma poche cose e poche persone, tra cui il giovane giardiniere tuttofare Kole (Siji Soetan). È attraverso lui che Tola, curiosa e mai spocchiosa, si specchia e cerca un termine di confronto con quel mondo dal quale è tenuta separata perché considerato troppo pericoloso.

Ciò su cui Iwájú vuole porre l’accento è infatti il discutere le profonde contraddizioni e divari sociali che spaccano in due un luogo dalle mille potenzialità come Lagos. Da una parte capace di catturare in una mano le sfide del futuro (in particolare tecnologiche, discusse come chiavi per il benessere dell’uomo ma anche come oggetto di freddi interessi economici), strizzando l’occhio all’afrofuturismo della ben nota Wakanda della Marvel; dall’altra vittima delle ingiustizie che accrescono lo spaccato tra molto ricchi e molto poveri, dove nel mezzo albergano l’avidità e il rancore di individui sinistri come Bode (Femi Branch), che si mette in testa di rapire Tola e chiedere un riscatto.

L’attenzione al ragionare attraverso le differenze

Iwájú: recensione della serie su Disney+ creata da artisti panafricani
Photo Credits: Disney+

Iwájú, che punta l’ago della bussola al mantenere sempre semplicità di linguaggio e narrazione, articola allora tutto questo integrando al racconto l’esposizione di forme, usanze e processi comunicativi locali. Basti pensare a come utilizza nel parlato un inglese non lineare e occidentale, bensì quello ibridato con la lingua e le inflessioni discorsive del posto. Ma ancora, la serie usa le divergenze culturali che separano anche Tola e Kole come strumento di argomentazione per trattare in maniera naturale lo stesso mondo che però sembra vivere di binari paralleli. Tra questi momenti, c’è la scena in cui Tola e Kole pranzano assieme: lei usa un set completo di posate perché così le ha insegnato l’élite, lui invece per lo più le mani come molti altri abitanti della Lagos-terraferma.

Nel mezzo di tutto questo si dirama una storia che a dire il vero è senza grandi pretese, tra lucertole-robot da guardia e persino combattimenti tra le strade della città. Nonostante ciò, Iwájú ha il pregio di non trascurare mai il suo target e di mettere in chiaro quello su cui vuole andare davvero a far riflettere e far conoscere. E se poi al termine degli episodi foste curiosi di sapere di più sul viaggio di Kugali Media, che nel lavoro di animazione richiama comunque molto l’esperienza recente Disney, a fianco della serie è disponibile anche il documentario Iwájú: A Day Ahead, incentrato sulla storia dei fondatori di Kugali e sull’arrivo di questa storica collaborazione.

Iwájú è disponibile su Disney+ dal 10 aprile.

Guarda il trailer italiano di Iwájú:

Articoli recenti

Garfield: Una missione gustosa, recensione del film d'animazione
Top News
Alessio Zuccari
Garfield: Una missione gustosa, recensione del film d'animazione
Senna
News
Federica Marcucci
Senna: il trailer della miniserie Netflix
mufasa-the-lion-king-teaser-trailer
News
Alice Gigli
Mufasa: The Lion King | il teaser trailer del prequel Disney
Presunto innocente
Streaming
Federica Marcucci
Presunto innocente: tutto sulla serie Apple TV+ con Jake Gyllenhaal
STAY CONNECTED