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Roberta Panetta
La Sirenetta e Peter Pan & Wendy, esplode la polemica sui live-action Disney
Tags: la sirenetta, peter pan wendy
Trilli e Ariel al centro del mirino di coloro che non approvano le scelte di casting. Dopo i trailer di Peter Pan & Wendy e de La Sirenetta usciti nelle ultime settimane, sul web è scoppiata la solita, antipatica polemica dei puristi.
Dopo la Sirenetta nera di Halle Bailey, la nuova polemica è nata per la scelta di un’attrice afroamericana/iraniana per il ruolo della Fata Campanellino, Trilli, in Peter Pan & Wendy. A interpretare la frizzante fatina nel film di David Lowery (dal 28 aprile su Disney+) è l’attrice Yara Shahidi. Ma la decisione di modificare “ruoli classici” per adattarli “alla diversità” della società contemporanea e per allargare i confini dell’inclusione è stata fortemente criticata sui social.
Tale scelta di casting ha riacceso l’eterna discussione sulla liceità di modificare l’etnia di alcuni personaggi di finzione per adattare l’opera ai tempi moderni. Ma questa stessa affermazione, in realtà, è una paradossale e assurda contraddizione: ricordiamo infatti ai criticoni del web che sirene e fate non esistono, e la scelte di dare loro una nuova vita sulla schermo non dovrebbe alimentare malumori. Oltre agli immancabili commenti di matrice razzista, alcuni utenti di Twitter hanno invece accusato Disney di non essere tanto interessata all’inclusività quanto al dare l’immagine di essere un’azienda inclusiva.
Le polemiche attorno al casting di Halle Bailey, in particolare, ci pare impropria e ingiustificata. Ricordiamo infatti il caso del cinecomic Black Panther. Tra passaparola del pubblico e recensioni stellari, file chilometriche fuori dalle sale e spettatori vestiti con i costumi del personaggi del film, “Black Panther” sta trionfando ai botteghini di tutto il mondo.
Il film ha catturato lo spirito del momento con un mix di grande cinematografia (97% di giudizi positivi su Rotten Tomatoes), sostegno degli studi e un pubblico desideroso di vedersi rappresentato sul grande schermo come raramente prima di ora. “Viva il Re Wakanda!”, ha proclamato la Disney riferendosi alla mitica e avanzata nazione africana rappresentata nel film, costato 200 milioni di dollari: la produzione più cara con un cast a maggioranza di colore e uno dei pochi centrato su un supereroe nero.
Black Panther è stato un primo passo importante per sfatare il mito che per generazioni ha impedito a Hollywood di raccontare storie che non solo noi, ma anche il resto del mondo vuole vedere. E perché non può esserlo anche La Sirenetta?
Voi cosa ne pensate?