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Roberta Panetta
The White Lotus 3 recensione: la satira sociale sbarca in Thailandia
Il film di Kevin K?lsch e Dennis Widmyer, con Jason Clarke, Amy Seimetz e John Lithgow, racconta le vicende del Dr. Louis Creed che, dopo aver traslocato con la moglie da Boston in una localit? rurale del Maine, scopre l?esistenza di un misterioso cimiero che si trova nel territorio della sua nuova casa.
Quando una tragedia colpisce la sua famiglia, Louis si rivolge al suo vicino, Jud Crandall, dando inizio ad una reazione a catena di eventi che avr? conseguenze terribili ed inarrestabili.
Bench? non sembri essere un vero adattamento dell?omonimo libro, il film sembra proporsi come l?ultimo degli horror, pronto ad indagare psicologie, a tornare ad atmosfere di suspense, attesa e introspezione Kingiane, lasciando l?adattamento degli anni ?80 al suo posto.
Sembra, appunto.
Pet Sematary cerca, in primo luogo, di mostrare il legame tra cuore e mente, di valorizzare la psicologia di personaggi che in realt? rimangono molto superficiali, con rapporti tra loro molto labili e con un passato che avrebbe potuto avere dei risvolti interessanti che vengono, per?, solo accarezzati.
Protagonisti che sono marionette di una storia che procede quasi per inerzia, che cerca di rianimare lo spettatore con jump scare studiati e posizionati a puntino, senza mai coinvolgerlo veramente.
E nulla centrano gli attori che fanno un lavoro tutto sommato egregio, ma tutto ? dipeso dalla messa in scena fiacca, da una regia che cerca di animare una sceneggiatura che, pur stravolgendo il testo di partenza, avrebbe potuto anche avere tutte le carte giuste nel mazzo.
A conti fatti, Pet Sematary ? un horror un po? semplicistico che punta alla paura, senza mai dare veramente quell?effetto, che punta all?introspezione, rimanendo per? a galla, che cerca di delineare e dare vita a personaggi a tutto tondo, lasciandoli soltanto abbozzati e legandoli tra loro con fili di carta, quando questi fili, dovrebbero essere corde resistenti.