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Piccole Donne: il cuore e l'anima del remake di Greta Gerwig | Recensione
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Il classico della letteratura Piccole Donne, che di anni ne ha all’incirca 150, non ? mai stato cos? vivo e giovane. Il pi? famoso romanzo di formazione di Louisa May Alcott rivive oggi in una nuova trasposizione cinematografica. Diretto da Greta Gerwig, Piccole Donne ha come protagoniste grandi attrici: nei ruoli delle quattro sorelle March (Jo, Meg, Amy e Beth) ci sono Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh e Eliza Scanlen. Nel cast anche Laura Dern, Timoth?e Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton, Louis Garrel, Chris Cooper e l?attrice Premio Oscar? Meryl Streep.?
Nel 2020, pu? un remake essere attuale? Greta Gerwig, che rispetta con dovizia il materiale di partenza compresi i dialoghi del romanzo, costruisce un’opera di rara bellezza. Il suo spericolato e coraggioso adattamento, incoraggiato da molteplici personalit? e straodinarie performance, prende forma incastrando pi? linee temporali, dove le storie dei giovani si intersecano con quelle degli adulti, in un turbinio di emozioni, creativit? e audacia. La regista di Lady Bird sa omaggiare le origini della storia pur rendendola estremamente moderna.
C’? un motivo per cui Piccole Donne – il cui romanzo ? in continuo aggiornamento rispetto al suo primo volume pubblicato nel 1868 – ? un fenomeno senza tempo, e questo motivo ha un nome e un cognome: Jo March. Qui, catturata appassionatamente da una perfetta Saoirse Ronan, ? selvaggiamente fantasiosa, fuori moda e mutevole. Jo rappresenta l’idolo formativo di generazioni di aspiranti scrittrici, con dita inchiostrate e treccine al vento, tumultuosa e contemporanea. Ed ? stata proprio questa grande personalit? a convincere Greta Gerwig a realizzare la pellicola, l’ultima di una lunga serie di trasposizioni e adattamenti per lo schermo, il palcoscenico, la tv, l’opera e l’anime.
Non paga della fedelt? al racconto, Greta Gerwig omaggia la Alcott girando a Concord, in Massachusetts, dove l’autrice del libro viveva. Nelle caotiche stanze della casa della famiglia March, il film trae la sua energia da capogiro. I dialoghi sono recitati in un groviglio di originalit? e ilarit?: tutto questo ricorda la verve disinibita di Orgoglio e pregiudizio.
L’incredibile colonna sonora di Alexandre Desplat fornisce uno sfondo decorativo e accompagna il trambusto della vita familiare. I costumi boh?mien dei protagonisti e gli interni realizzati dal reparto design irradiano calore e un bagliore lussureggiante nei momenti di gioia.
Lo sguardo di Greta Gerwig, traboccante di libert?, avrebbe potuto inondare la storia, ma i dettagli emotivi sono molto precisi. Le quattro sorelle (persino la noiosa Meg, che Watson non riesce a rendere interessante) sono un’unit? pulsante e frizzante, e ogni personaggio ha la possibilit? di mostrare un lato che non ti aspetti. In questo modo, la distanza creata da costanti flashback ? colmata dall’emozione del cinema della regista, cos? finemente adattato ai ritmi di ogni scena che si ? a malapena consapevole dei cambiamenti di prospettiva.
Il romanzo ? rivoluzionario e al contempo conforme alle esigenze del suo tempo e del genere; lo stesso vale per l’opera di Gerwig, che trova un modo ingegnoso per farci avere il lieto fine, evocando sottilmente Gillian Armstrong, autore del famoso remake di Piccole Donne del 1994. Louisa May Alcott approverebbe tutto questo.
Photo Credits: Sony Pictures
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