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la signora harris va a parigi
Martina Barone

RoFF17 | La signora Harris va a Parigi: recensione del film

Tags: la signora harris va a parigi, Lesley Manville, roff17
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RoFF17 | La signora Harris va a Parigi: recensione del film

Tags: la signora harris va a parigi, Lesley Manville, roff17

Lesley Manville e Isabelle Huppert sono le protagoniste di La signora Harris va a Parigi, feel-good movie sul mondo dei sogni e della moda

I feel-good movie sono essenziali quanto il cinema d’autore. Necessari come i blockbuster, opera dell’ingegno quanto quelli impegnati. Sono opere che ci riconciliano con il mondo, con la nostra quotidianità, che mettono di buon umore solamente vedendoli, trasmettendo un senso di calma e tenerezza con cui sapersi rigenerare. Essere un feel-good movie è un merito di cui non tutti i film possono investirsi, e che incontrano il favore del pubblico che sa riconoscere in loro la capacità di fungere da distrazione dalla normalità o dalle difficoltà di ogni giorno, sapendoci riequilibrare col nostro umore e tutto ciò che gli gira attorno. 

La signora Harris va a Parigi  è l’apoteosi di questo genere di pellicole in cui basta sedersi su di una poltrona e vederle cominciare per intuire da subito la presa che avranno sui nostri sentimenti e come ci alleggeriranno del peso che possiamo finalmente lasciare fuori dalla sala cinematografica, anche se solamente per un paio di ore. Un’opera calma, pacata, adorabile nell’improbabilità della sua protagonista e nelle fortune continue che le capitano. Arrivate certamente dopo anni passati a sgobbare e ad aspettare un marito andato in guerra e mai più ritornato, che troverà il coraggio di cambiare la propria vita pur rimanendo sempre se stessa.

La signora Harris va a Parigi: un viaggio per un sogno

È un vestito l’oggetto dei sogni di La signora Harris va a Parigi che farà muovere da Londra alla capitale francese il personaggio di Ada (Lesley Manville), la quale viaggerà in una delle città più romantiche del mondo per conquistare uno dei modelli esclusivi dell’atelier di Dior. Un acquisto che non si sarebbe mai potuta permettere, ma che una serie di fortune e di avvenimenti casuali le hanno favorito, a partire dal suo carattere tanto disponibile e affabile, che le ha aperto le porte della casa di moda e condotta fino alla sartoria esclusiva del numero 30 di Av. Montaigne. 

Un abito che smuoverà Ada Harris dal suo torpore, come l’opera riesce a fare con i desideri più reconditi degli spettatori, che impareranno ad abbracciare le piccole gioie che sappiamo potrebbero arricchire la nostra vita. Possibilità per cui la protagonista ha avuto una spinta da parte del destino, ma che sarà il suo carattere a portare a compimento, andando da una determinazione che la donna non aveva mai saputo tirare fuori così arditamente prima, mentre mette i suoi soldi da parte e si reca dall’aeroporto a piedi fino alla sua terra promessa.

Tra Parigi, vestiti e gentilezza

mrs harris goes to paris
Credits: Universal Pictures

Una delicatezza che il film riesce a esprimere partendo dalla dolcezza di una sceneggiatura che non si lascia abbattere da nessun imprevisto proprio come la sua protagonista, ma anche grazie all’impegno di una Lesley Manville che si cimenta con quanta più dedizione possibile, indossando gli abiti di Dior come se fossero ciò che ha agognato da tutta la sua vita. L’obiettivo di tornare nella sua cittadina per mostrare a amici e conoscenti che anche lei, una donna delle pulizie della periferia londinese, può sentirsi e presentarsi come una gran dama. Un lavoro certosino della costume designer Jenny Beavan, che dall’Oscar per il punkettaro e apocalittico Mad Max: Fury Road arriva all’eleganza e alla raffinatezza della haute couture. Un gusto che si espande ad una ricercatezza chic per unirsi all’amorevolezza della protagonista. 

Mrs Harris è un personaggio che dovremmo tutti incontrare almeno una volta nella nostra esistenza, per imparare l’importanza di mettere impegno in quello che si vuole e non dimenticare di essere sempre cortesi con altri. Una combattente garbata affiancata dall’austerità di una Isabelle Huppert la quale sa ammorbidirsi a propria volta e con un Lucas Bravo che, dopo la serialità di Emily in Paris e la comparsata hollywoodiana in Ticket to Paradis, diventa uno dei protagonisti della pellicola tirando fuori il suo lato cordiale, imbranato e intellettuale. Lasciarsi influenzare dalla gentilezza di La signora Harris va a Parigi  è obbligatorio. Un personaggio per cui fare il tifo e di cui ci auguriamo che realizzi tutti i suoi sogni. 

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