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Cristiana Puntoriero
Sciame: 5 motivi per vedere la serie Tv su Prime Video
Tags: prime video, serie tv
Dalla mente creativa di Donal Glover, su Prime Video è disponibile la serie tv Sciame. Vi diamo 5 motivi per vederla. Assolutamente.
Uscito in sordina il 17 marzo, Sciame sembra già essere una delle novità seriali più originali dell’anno. Con le sue sette puntate, l’opera creata da Donald Glover e Janine Nabers racconta di Dre, una fragile giovane donna americana talmente ossessionata dalla pop-star simil Beyoncé Na’ja, da arrivare ad atti estremamente brutali pur di difendere l’onore della sua beniamina da chiunque osi criticarla anche solo tramite un tweet. Grottesca, sanguinolenta e a tratti grafica, Sciame rappresenta qualcosa di unico nel panorama streaming offerto sinora da Prime Video, vi diamo 5 ottimi motivi per non perderla.
Vista in Judas and the Black Messiah, The Deuce e Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey, l’attrice newyorkese Dominique Fishback è la vera forza motrice di Sciame. Con il suo tour de force fisico ed emotivo, i cambiamenti di attitudine, la sua componente animalesca e il suo sguardo vuoto che s’illumina solo quando si prounicia il nome del suo idolo musicale che venera con preoccupante devozione, la Fishback regala una gamma di variazioni emotive che passano dalla voracità killer alla solitudine della sofferenza, di cui è impossibile rimanere indifferenti e che senza dubbio le regalerà grandi soddisfazioni ai prossimi giri di nomination. Da tenere d’occhio, anche un’ipnotica Billie Eilish alla sua prima sorprendente prova da attrice.
Se avete visto (e amato) Atlanta, Sciame farà sicuramente al caso vostro. Donald Glover assieme al suo team creativo che comprende la già citata collega Janine Nabers, al fratello Stephen e oltre a tanti altri anche alla neo-sceneggiatrice Malia Obama che firma il settimo episodio, riporta come solo lui sa fare la stretta attualità dell’America black delle periferie, generando un prodotto d’intrattenimento e satira sociale che, come Atlanta stesso, finisce per essere un connubio perfetto fra surrealtà e iperrealismo, straniamento psicologico e tematiche politiche.
Dopo aver studiato al dettaglio alcune delle notizie più incredibili legati ai fandom, Glover e Nabers non si sono tirati indietro nell’affermare che la serie è stata scritta e pensata sulla figura-copia carbonedi Beyoncé (Queen Bey) ‒ e sul suo fedelissimo gruppo di fan BeyHive ‒, dalla quale estrapola modalità canore e storici litigi in ascensore, slogan e video musicali, l’ombra di sorelle (e madri) più spirituali (la minore Solange), la città natale Houston, la collezione di abiti sportivi e tanto altro ancora. Riferimento per nulla velati o vaghi: Sciame è la rifrazione oscura della celebrità più influente dell’hip hop mondiale. Verrebbe naturale chiedersi cosa lei stessa ne pensi…un onore o un’attacco?
Un po’ horror psicologico (e splatter) à la Jordan Peele, un po’ cinema asettico e perturbante à la Yorgos Lanthimos, lo stile estetico e narrativo di Sciame, costruita su lunghi silenzi e continui zoom minatori, emana vibrazioni inquietanti e al limite dell’assurdo. Girate nel formato anomalo 4:3, dove la grana a vista della pellicola è la mappa di un viaggio on the road provocatorio e sempre più inaspettato, la serie rincorre, attraverso Dre, la ricerca del completamento di sé stessi proitettandosi pericolosamente verso la divinizzazione di un’icona, in questo caso musicale, che rappresenta la nostra versione megliore ma impossibile da realizzare.
Non pensate però che dietro tutto questo ci sia una blanda rappresentazione senza secondi fini della cultura pop di oggi, perché sciame e in particolare tramite le (vere, profonde) motivazioni che guidano Dre al sangue, c’è un rimando concreto alla salute mentale di molti giovani. Lo schermo dietro cui si proietta e si nasconde Dre è in realtà un manto di solitudine e di marginalizzazione familiare, di abuso e di traumi che abbracciano e coprono una generazione intera di millennials 2.0 divisi fra haters, trolls, tweet e tutto ciò che vi viene in mente di internet e social che tendono a dividere invece che ascoltare e accettare, quanto possibile, tutte le diverse opinoni.