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Shogun: le nostre impressioni sulla nuova serie su Disney+
Alessio Zuccari

Shogun: le nostre impressioni sulla nuova serie su Disney+

Tags: cosmo jarvis, disney+, Hiroyuki Sanada, shogun
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Alessio Zuccari

Shogun: le nostre impressioni sulla nuova serie su Disney+

Tags: cosmo jarvis, disney+, Hiroyuki Sanada, shogun

Abbiamo guardato i primi episodi della nuova serie drammatica a sfondo storico ambientata in un Giappone feudale ricco di intrighi e giochi di potere.

Complessa, brutale, curata e rituale. Shogun è una serie che pare avere tutte le carte in regola per essere il grande racconto a episodi di questa prima parte del 2024. E forse non solo. È arrivata su Disney+ dallo scorso 27 febbraio con i primi due episodi e vedrà i restanti otto uscire sulla piattaforma con cadenza settimanale. La creano Rachel Kondo e Justin Marks a partire dall’opera omonima del 1975 di James Clavell, che raccontava in maniera già romanzata delle macchinazioni politiche del Giappone di metà Cinquecento, uno stato sull’orlo della guerra interna e inconsapevole vittima del gioco dei colonizzatori cattolici portoghesi.

Un racconto di corte stratificato e ambiguo

Shogun: le nostre impressioni sulla nuova serie su Disney+
Photo Credits: Disney+

Da qui parte Shogun. Il reggente (Fumiyo Kohinata) è morto da poco. Il consiglio di cinque signori da lui eletto per proteggere l’erede del regno freme per eliminare il Lord Toranaga (Hiroyuki Sanada), il più nobile e abile tra loro. Ma mentre Toranaga è fatto prigioniero nel castello di Osaka in attesa di giudizio, sulle coste del Giappone si arena una nave. A bordo c’è un gruppo di sopravvissuti inglesi, tra cui l’ambizioso navigatore John Blackthorne (Cosmo Jarvis). E sono i primi inglesi, in assoluto, a mettere piede sul suolo nipponico, la cui posizione fu fino a quel momento tenuta celata dagli spagnoli e dai portoghesi per interesse di carattere economico e coloniale. Allora non ci vuole molto perché le informazioni di cui è portatore Blackthorne, cristiano protestante che svela le vere intenzioni degli imperi europei, diventino una pedina chiave sullo scacchiere politico giapponese.

Shogun, sin dalle sue prime battute, dimostra insomma di avere una quantità di materiale, di intrighi ed interessi personali degni delle migliori stagioni di Game of Thrones. E ciò che sorprende in positivo è il fatto che sappia dosarli con grande eleganza e senza lasciare mai la katana dentro il fodero. Da parte della serie c’è grande attenzione nel delineare i contorni delle figure chiave – anche femminili, come la Toda Mariko di Anna Sawai – che tengono in mano i destini di un mondo lacerato e che si sta rendendo poco a poco consapevole di aver giocato fino a quel momento nel recinto di interessi che altri hanno stabilito. C’è anche una notevole accortezza nel lavorare sui grigi delle personalità, sul rendere scivolosi i bordi di figure calcolatrici se non apertamente ambigue, fredde e lucide di fronte a quella che è una costante partita a scacchi con la morte.

Una serie rispettosa e che non dimentica l’intrattenimento

Shogun: le nostre impressioni sulla nuova serie su Disney+
Photo Credits: Disney+

Shogun sembra capace anche di dimostrarsi rispettosa dei tempi, dei modi e delle usanze del Giappone. Elemento, questo, tutt’altro che secondario e anzi cruciale nel descrivere i rapporti di forza tra i gli abitanti dell’isola e i loro colonizzatori. Narrata in giapponese e in un inglese che nella finzione sarebbe in realtà portoghese (come già nel romanzo di Clavell), la serie non si abbandona mai all’esotismo pur nella necessità di dover agire come prodotto blockbuster di alto consumo. Non per questo non restituisce il fascino di geometrie sociali dove le parole sono sempre secondarie alla postura dei corpi e all’osservazione dei codici.

È quindi impossibile negare l’attrazione puramente d’intrattenimento per il Giappone feudale, sul quale aveva negli scorsi mesi posto una lente d’ingrandimento anche l’incredibile Blue Eye Samurai. Una serie d’animazione in streaming su Netflix, ambientata con alcune licenze qualche decennio dopo gli eventi di Shogun, che con estrema crudezza già commentava la collisione tra l’universo occidentale e quello orientale – una battuta nel secondo episodio dello show di Kondo e Marks, tra l’altro, è proprio sugli occhi blu del personaggio di Blackthorne. Shogun ha insomma tutto quello che occorre per imporsi come grande narrazione: ottimi personaggi, ottima ambientazione, ottimi colpi di scena. Staremo, con piacere, a vedere.

Guarda il trailer italiano di Shogun:

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