Film, Recensioni, Top News
0
Alessio Zuccari
Wish: recensione del film Disney che celebra il centenario
Tags: 100 anni disney, disney, wish
Ci sono due modi con cui si può guardare a Wish. Il primo è considerarlo in tutto e per tutto il 62esimo Classico Disney. Il secondo è porlo alla luce del centenario dei The Walt Disney Studios, di cui rappresenta l’opera simbolo. Nella realtà dei fatti, il film diretto dal veterano Chris Buck (Tarzan, Frozen, Frozen II) e dalla più giovane Fawn Veerasunthorn (qui al debutto alla regia) è entrambe le cose allo stesso momento.
A seconda della lenta attraverso la quale lo si vuole filtrare, i contorni di Wish cambiano però di molto. Perché nonostante sia un onore porsi a sigillo del glorioso corso della casa d’animazione che ha plasmato l’immaginario di intere generazioni, si rivela anche un onere, se non addirittura un fardello, caricarsi sulle spalle una responsabilità simile. Per tradurre nella concretezza dei fatti, in Wish si palesa uno steccato ben delimitato entro il quale il film si deve muovere.
La sceneggiatura di Jennifer Lee (ancora Frozen e Frozen II, ora capo creatore esecutivo dei Walt Disney Animation Studios) e Allison Moore prova a conciliare una storia originale alla tradizione, ragionandola come punto di raccordo con i grandi successi del passato. La protagonista è Asha (la premio Oscar Ariana DeBose, in Italia doppiata dalla cantante Gaia), diciassettenne che vive con madre e nonno nell’isola-regno di Rosas. Qui governa Re Magnifico (Chris Pine, da noi Michele Riondino), un tempo esule diventato poi eccellente padrone delle arti magiche.
All’apparenza affabile e amato, Magnifico è anche il custode dei desideri dei suoi sudditi: quando raggiungono la maggiore età, si fa carico di incapsulare i loro sogni più grandi e di conservarli nel suo laboratorio. Una volta l’anno, ne esaudisce qualcuno. Ma c’è chi ha aspettato invano una vita intera per vedere il proprio desiderio realizzato, come il nonno di Asha. Allora la ragazza si intestardisce di fare da sé e si ritrova per le mani una stella magica con la quale sovvertire le regole di Magnifico, che rivelerà il proprio lato peggiore.
Una storia semplice nella sinossi quanto semplice nella resa, in cui tra le prime cose che si notano ci sono la prosecuzione della volontà di continuare a lavorare con protagoniste femminili e la reintroduzione di un villain vero e proprio – dopo le tante critiche ai meta-antagonismi recenti. E se scegliamo di pensare a Wish come 62esimo film d’animazione Disney troviamo questa linea narrativa essenziale, sopra la quale danzano e agiscono personaggi non particolarmente squillanti o memorabili – a eccezione, forse, della capretta Valentino (Alan Tudyk e da noi Amadeus).
Troviamo anche un paio delle immancabili canzoni capaci di pizzicare le giuste corde emotive e, se vogliamo, una riflessione di fondo intrigante sulla figura di Magnifico come governante che disattende le aspettative dei cittadini e che quindi intorta con del populismo. Con una magia che è artificio degli uomini, fumo negli occhi. Dopotutto i sudditi gli affidano le loro volontà al raggiungimento dei diciotti anni: pensiamoci, un po’ come se andassero a votare con la promessa elettorale di realizzare anche la più irrealistica delle richieste.
Scansato un secondo da parte il Wish Classico, godibile ma non troppo notabile, c’è insomma anche il Wish celebrativo. E la sensazione che restituisce il lavoro di Buck e Veerasunthorn è quella di essere chiamato a giocarsi le sue carte qui. Il film è pieno zeppo di easter eggs che talvolta si pongono a veri e propri riferimenti diretti. Quasi che Wish fosse una sorta di coagulo principale in cui alcune storie Disney convergono e da cui altre scaturiscono.
Un’opera di raccordo pensata in funzione di emblema, pure piuttosto furba quando afferma di tornare alla mescola tra animazione in CGI (nei personaggi e nei movimenti) e animazione tradizionale (nei fondali) in virtù di un omaggio a ciò che furono successi come Biancaneve o Pinocchio. E come si fa a contestarlo se si apre il baule Disney e si guarda ciò che c’è dentro? Anche se il sospetto di una scelta simile alberga soprattutto nei successi recenti legati al ritorno della tecnica mista in casa dei competitor – Spider-Man: Into the Spider-Verse e Across the Spider-Verse, ma anche Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio.
Si resta allora con un vago sorriso sulle labbra, rallegrati e un po’ ebbri di tutta questa magia fatta brillare davanti a noi. Ma sotto lo sbrilluccichìo c’è forse un compromesso che dà un colpo al cerchio e due alla botte, da cui la luce scaturisce, sì, ma più riflessa che propagata. Che Re Magnifico abbia passato la sua mano anche sui nostri, di occhi?
Wish esce nei cinema il 21 dicembre.