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Laura Casagrande
Yorgos Lanthimos: chi è il regista di Poor Things
Tags: emma stone, poor things, yorgos lanthimos
Proprio oggi Yorgos Lanthimos compie 49 anni. Una vita dedicata totalmente alla settima arte, partendo da film indipendenti europei per arrivare a grandi produzioni hollywoodiane.
I suoi ultimi lungometraggi lo hanno definitivamente proclamato uno dei cineasti più interessanti della sua generazione, capace di creare mondi surreali e in grado di trasmettere atmosfere angoscianti dal primo all’ultimo minuto.
Film dopo film, Lanthimos ci ha scosso l’anima raccontando storie completamente folli, che grazie ad allegorie ben costruite portano alla luce temi come il potere, l’introspezione e l’indole umana.
Quasi impossibile scegliere i suoi migliori lavori, abbiamo però selezionato i nostri tre lungometraggi preferiti, convinti che il suo nuovo Poor Things saprà sorprenderci anche di più.
Candidato a ben 10 premi Oscar e vincitore del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, La Favorita è il film che più di tutti ha portato Lanthimos verso l’olimpo della cinematografia hollywoodiana. Un lungometraggio che a differenza dei precedenti mescola le atmosfere tragiche con una buona dose di ironia, regalandoci delle interpretazioni eccezionali (Olivia Colman ha vinto l’Oscar proprio per questo ruolo).
La storia è ambientata in Inghilterra all’inizio del 1700 sotto la corte della regina Anna. La sovrana (Olivia Colman), una donna malata, debole e insicura, è al centro delle attenzioni di altri due personaggi femminili: la sua amica fidata Lady Sarah (Rachel Weitz) e una cameriera apparentemente ingenua di nome Abigail (Emma Stone).
Entrambe attratte dal potere e dalla facilità con cui la regina lo concede, cominciano a contendersi la sua fiducia per diventare “la favorita” e conquistare così lussi e privilegi. Inizia in questo modo una guerra senza esclusione di colpi, tra segreti, inganni, sesso e tradimenti.
Presentato al Festival di Cannes e premiato per la migliore sceneggiatura, Il sacrificio del cervo sacro è un omaggio alle origini di Lanthimos, che per la sua realizzazione prende ispirazione proprio da una tragedia greca: Ifigenia in Aulide di Euripide. La genialità della pellicola sta nel trasformare l’opera originale in un racconto dei nostri giorni, modernizzando le vicende senza stravolgerne il senso profondo.
L’eccentrica storia che Lanthimos ha deciso di costruire gira intorno a un’ordinaria famiglia americana. Steven (Colin Farrell) è un chirurgo stimato che, insieme alla moglie (Nicole Kidman) e ai suoi due figli, conduce una vita da sogno.
Un giorno il giovane Martin (Barry Keoghan) si insinua nelle loro vite con una richiesta inquietante: Steven avrebbe dovuto uccidere un membro della sua famiglia, altrimenti nel giro di poco sarebbero morti tutti. Dopo il rifiuto del medico i due figli iniziano misteriosamente ad ammalarsi.
Il primo lungometraggio di Lanthimos con un cast internazionale e in lingua inglese. La pellicola è una grande sfida per il regista, che con questa storia ha cercato di mantenere la sua autorialità, strizzando però l’occhio a un pubblico di cinefili più ampio. Come molti lavori di Lanthimos, il film tratta il tema del potere e del conformismo attraverso un racconto distopico e metaforico.
La società descritta in The Lobster ha un’organizzazione ferrea: le persone rimaste single vengono rinchiuse in un albergo e hanno 45 giorni di tempo per trovare un nuovo partner. Se falliscono dovranno essere trasformate in un animale a loro scelta. Il protagonista (sempre Colin Farrell) non riesce a trovare la sua anima gemella e, per sfuggire al destino che lo vorrebbe un’aragosta, scappa nei boschi e si unisce a dei ribelli.
Anche in questo gruppo, però, le regole sono chiare: non è concesso nessun rapporto sentimentale tra i membri. Il vero problema insorge quando il protagonista inizia ad innamorarsi.