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House of Gucci: recensione del film con Lady Gaga e Adam Driver
Tags: adam driver, House of Gucci, lady gaga
Sinossi di House of Gucci:
Il film racconta l’incontro tra Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci fino al giorno dell’omicidio di quest’ultimo.
Nel giro di un solo anno Ridley Scott ci regala due sue nuove pellicole. ? a Venezia78 che viene presentato fuori concorso il suo film sul Medioevo dai temi quanto mai attuali The Last Duel, mentre ? sul finire di dicembre che un biopic rivisitato come House of Gucci arriva per mandare in tilt critica e pubblico con il suo cast di stelle e la sua storia avvolta nel sangue. Il nome del famoso marchio di moda ? stato segnato nel 1995 dalla morte di Maurizio Gucci per (non) mano della sua ex coniuge Patrizia Reggiani, accusata di aver commissionato un omicidio per cui ha scontato la propria pena, pur continuando ad oggi a negare qualsiasi accusa.
Ma non ? prettamente sull?evento in s? su cui il film si concentra, bens? sull?incontro tra la donna e quello che fu suo marito con annessa espansione del loro potere nei corridoi dell?azienda di famiglia a suon di ricatti e pugnalate. ?? Il padrino moderno? quello che molti hanno saputo dire di House of Gucci, la visione di una storia di successione e vendetta che tocca i contorni dell?eticit? quando si tratta di tradimenti, sangue e famiglia. Ma ? semmai ?quello che sarebbe potuto essere Il padrino contemporaneo? se non fosse stata per una mancanza di eccessivit? dell?autore Scott, quella che il regista e sceneggiatore riesce a mettere nella prima parte della sua pellicola, perdendosi tra sgambetti e coltellate durante lo svolgimento della storia.
Se House of Gucci, per sensazione del tono, scelta del cast e tipologia di racconto narrato, avrebbe potuto rivelarsi fin da subito un instant cult dalla natura camp e finemente esagerato, quello che alla fine rimane di quella prima intuizione ? un principio frizzante presto annebbiato dal grigiore di una fotografia desaturata che ingloba anche l?umore della pellicola. Un appesantimento progressivo, dove quella goccia di vanit? che ci aveva fatto assaporare Ridley Scott al suo principio finisce per evaporare tra scartoffie e documenti di cui lo spettatore ? assai poco interessato, molto pi? coinvolto dalla stravaganza dei personaggi e dall?ambiente luccicante in cui si trovano, i quali perdono di vigore e brillantezza facendo cambiare gradualmente alla pellicola il proprio carattere.
Adam Driver – che Scott si porta dietro proprio dall?elegante e ben meglio strutturato The Last Duel – e Lady Gaga sono un piacere per gli occhi nei loro scambi erotici e nello strusciarsi di un corteggiamento che avrebbe portato alla morte dell?uomo e alla trasformazione da moglie a criminale di Reggiani. La dissonanza tra i due attori, la loro maniera di porsi in quanto personaggi e al contempo il differente modo di recitare, ? ci? che d? la carica che elettrizza lo spettatore prima di scaricarsi rovinosamente, creando un sempre pi? distinto scollegamento anche tra interpreti e i loro ruoli. Un cast che aveva a disposizione delle maschere, ma si ? ritrovato costretto ad un giogo depotenziato e insoddisfacente, dove il Paolo di Jared Leto d? costantemente l?andamento del grado di sopportazione su cui ondeggia il pubblico: dalla curiosit? divertita all?insofferenza totale.
? perci? proprio Lady Gaga, cos? per assurdo come la Patrizia Reggiani di House of Gucci, a trainare un carrozzone che ? destinato alla bancarotta molto presto, ma che insiste agonizzante ad andare avanti. Una performance sui generis rispetto alla naturalezza che aveva sorpreso per la sua Ally di A Star Is Born, ma che non ne diminuisce di certo il valore, facendo anzi domandare sul proseguimento di questa carriera nel cinema che continua a vederla riconosciuta anche a livello istituzionale (nomination ai Golden Globes).
Come le borse e gli accessori falsi del marchio che Patrizia Reggiani vuole (co?)governare e che raduna in una scena per fare in modo che nessuno possa infangarne il nome, cos? il film di Ridley Scott ? solamente la riproduzione di un oggetto di lusso originale che sbrilluccica le prime volte che lo porti e che ? poi destinato a deteriorarsi in fretta. Un materiale che concentra tutto l?estro bizzarro e creativo in quella sua ora e mezza iniziale che continua a entusiasmare pur conoscendone l?inevitabile fine. Perch? Gucci ha creduto di essere immortale ed ? riuscito a diventarlo. House of Gucci, all?eternit?, ha invece solamente aspirato.