Interviste
L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia
Alessio Zuccari

L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia

Tags: claudio bisio, l'ultima volta che siamo stati bambini
L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia
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Alessio Zuccari

L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia

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Il celebre attore comico esordisce dietro la macchina da presa con un’opera a metà tra dramma e commedia su un triste evento della storia italiana.

«Perché esordire alla regia con questo film? Perché ho trovato questo bellissimo romanzo di Fabio Bartolomei». Così esordisce Claudio Bisio, al primo appuntamento dietro la macchina da presa dopo una vita professionale trascorsa da attore. L’opera in questione è L’ultima volta che siamo stati bambini, racconto che commemora gli ottantanni del rastrellamento del ghetto ebreo di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943.

«A dire il vero non ho pensato subito alla regia» spiega ancora Bisio. «Ho una piccola casa di produzione e facciamo cose piccole. Quindi ne ho parlato subito con Massimo Di Rocco di Bartleby, poi con Giampaolo Letta di Medusa, che mi dice “facciamolo”. C’è stata una riunione per capire a chi affidare la regia. Mi dicono “ma perché non la fai tu?”. Ho accettato ma con riserva, perché volevo trovare le facce e gli attori giusti».

L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia
Photo Credits: Medusa Film

Queste volti e questi attori sono stati in effetti poi trovati. Interpretano i giovanissimi Italo (Vincenzo Sebastiani), Cosimo (Alessio Di Domenicoantonio), Wanda (Carlotta De Leonardis, abbiamo avuto modo di vederla ne L’arminuta) e Riccardo (Lorenzo McGovern Zaini). I primi tre personaggi provengono da estrazioni sociali e politiche diverse, ma in virtù dei legami d’amicizia partono alla ricerca del quarto quando viene deportato perché ebreo.

Sentirsi come un vero e proprio gruppo affiatato è stata una chiave fondamentale del processo di lavorazione del film. «Claudio faceva parte del nostro gruppo di amici. Ha mantenuto questa sua innocenza da bambino. Si è rivelato facile comunicare con lui le nostre esigenze, e per lui comunicare quello che voleva da noi» racconta McGovern Zaini. Sebastiani aggiunge: «Con claudio abbiamo lavorato molto sul mio personaggio perché nella vita reale non sono come sono nel film, ovviamente. Abbiamo partecipato alcuni giorni al boot camp (un ritiro prima delle riprese in cui far conoscere troupe e attori, ndr) in cui abbiamo avuto modo di stare tutti insieme e di legare. Da lì le cose sono state molto più facili e divertenti da fare».

A fianco della linea narrativa che segue il trio di più piccoli, L’ultima volta che siamo stati bambini dedica spazio anche a un altro cuore emotivo che segue il fratello di Italo e militare fascista Vittorio (Federico Cesari) e suora Agnese (Marianna Fontana), entrambi sulle tracce dei bambini partiti all’avventura. «Oltre all’interesse nei confronti del personaggio, c’era anche l’interesse verso la relazione tra Vittorio e Agnese, che è un continuo confronto-scontro» riflette Cesari. Per l’attore era importante «vedere come le persone che adempiscono appieno a dei ruoli dentro la società non riescono a realizzarsi appieno come persone. Vittorio subisce l’indottrinamento fascista e non ha conosciuto altro per il resto della vita. Si scardina solo nel confronto con suora Agnese». Fontana poi sottolinea come «i personaggi si incontrano lungo un viaggio. Sono due adulti ma con uno sguardo da bambini. E anche suora Agnese inizia a mettersi in dubbio e a scoprire se stessa».

L'ultima volta che siamo stati bambini: Claudio Bisio racconta la sua prima regia
Photo Credits: Medusa Film

C’è stato spazio anche per Fabio Bonifacci, sceneggiatore del film, per discutere del lavoro di adattamento del film. «Io e Bisio abbiamo fatto insieme sette o otto film, ma tutti per caso. C’è però un film molto caro a entrambi: Si può fare. Ci siamo detti: “sarebbe bello riportare l’atmosfera di quel film”. Io non sapevo come fare perché non credo alle formule. Ma credo che alla fine di quella pellicola qui ci sia qualche cosa e credo che sia il particolare rapporto tra commedia e tragedia. In entrambe le opere c’è infatti una tragedia molto vera, qui la Shoah, in Si può fare la malattia mentale. Il fatto che ci sia la tragedia tra le righe impedisce di fare una commedia un po’ facile, ma ti porta a fare commedia pura, che è quella di trovare un punto di vista sulla realtà che fa sorridere».

E quando a Bisio viene punzecchiato sul futuro, chiosa così: «se la domanda è se stia pensando al prossimo film, la risposta è no. Ci sarebbe la voglia? Sì, ma poi vediamo».

L’ultima volta che siamo stati bambini uscirà nelle sale il 12 ottobre.

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