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Omen - L'origine del presagio: recensione del nuovo horror prequel
Alessio Zuccari

Omen - L'origine del presagio: recensione del nuovo horror prequel

Tags: Arkasha Stevenson, Nell Tiger Free, Omen - L'origine del Presagio
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Alessio Zuccari

Omen - L'origine del presagio: recensione del nuovo horror prequel

Tags: Arkasha Stevenson, Nell Tiger Free, Omen - L'origine del Presagio

La saga de Il presagio torna dopo quasi vent’anni dall’ultimo capitolo con un titolo che si pone come prequel al film del 1976. E riesce a sorprendere.

Su come fare un buon prequel, chiedere a Omen – L’origine del presagio. In apparenza, il compito è uno di quelli che di solito preannunciano la catastrofe. Sesta istallazione dell’omonimo franchise, primo film della saga dal 2006, anno dell’uscita del remake de Il presagio, capitolo originale datato 1976 di cui si pone come narrazione delle vicende antecedenti. Se vi gira la testa e vi sentite un po’ confusi, siete più che legittimati. Per inciampare, a questo Omen – L’origine del presagio, bastava davvero poco. E invece non solo è un buon film, ma quello diretto dall’esordiente al cinema Arkasha Stevenson è un film anche di personalità.

Si vede, soprattutto, che è una pellicola con delle idee. Nonostante sia peraltro chiamata a muoversi all’interno di uno steccato poi non così particolarmente ampio. Di Damien, il figlio del Male protagonista della saga, sappiamo infatti già tutto. Grande intuizione de Il presagio era immaginarlo come una creatura che racchiudesse al suo interno le perversioni del potere spirituale e del potere temporale, Anticristo coltivato da una anti-Chiesa e inoculato direttamente nelle arterie del Paese, in quel 1976, baluardo del mondo: gli Stati Uniti. Omen – L’origine del presagio di questo prezioso retaggio fa esperienza e lo aggiorna a uno dei temi della nostra contemporaneità, il ruolo del femminile.

Il corpo femminile come campo di feroce discussione

Omen - L'origine del presagio: recensione del nuovo horror prequel
Photo Credits: 20th Century Studios Italia

Protagonista dell’opera è Margaret Daino (la bravissima Nell Tiger Free, già vista in Servant), promessa suora che dal Massachusetts arriva in un orfanotrofio di Roma per prepararsi a prendere i voti sotto l’ala del cardinale Lawrence (Bill Nighy). Qui conosce l’austera sorella Silvia (Sônia Braga), la badessa, e Luz (Maria Caballero), altra novizia con la quale condivide la stanza. Entra in contatto anche con Carlita Scianna (Nicole Sorace, uno dei due volti italiani assieme ad Andrea Arcangeli, in un ruolo minore), ragazzina emarginata da compagne e suore e che Margaret inizia a sospettare, imbeccata da padre Brennan (Ralph Ineson), di essere al centro di un’oscura cospirazione.

Mentre Margaret comincia a soffrire nuovamente delle visioni psicotiche che hanno funestato la sua infanzia, Omen – L’orgine del presagio stringe la morsa di uno scontro onnipresente tra l’autorità e il tentativo di emancipazione da essa. Sullo sfondo c’è la Roma dei primi anni Settanta, teatro di sommovimenti studenteschi e fazionismo di estrema destra ed estrema sinistra. Ma anche all’interno delle mura sacre si sta consumando una silenziosa battaglia tra due Chiese, combattuta negli sguardi, nell’omertà e nella manipolazione che nel nun horror – gli horror con protagonisti suore e conventi – trova un perfetto scenario discorsivo.

In questo sottogenere la sceneggiatura di Stevenson, Tim Smith e Keith Thomas è consapevole di andare a intercettare i giusti contrasti per incanalare con efficacia il disagio non solo emotivo, ma anche corporeo. Il corpo, infatti, è uno dei grandi campi di discussione, oggi più che mai, dell’autoderminazione della donna, e all’interno dell’opera diviene oggetto di commento delle schermaglie tra la liberazione identitaria e l’imposizione del velo, tra l’esplorazione e la clausura. Diviene anche oggetto delle barbariche violenze (in tutto e per tutto degli stupri) che vogliono dispensarne in nome di una rinnovata e bestiale natalità. Una riflessione, questa, che crea un’eco da brividi con il ruolo che ai giorni nostri la religione, e chi si batte il petto in nome di essa, ancora ha nel garantire l’accesso a diritti civili fondamentali come quello all’aborto.

Un orrore implacabile su cui lo sguardo non è mai distolto

Omen - L'origine del presagio: recensione del nuovo horror prequel
Photo Credits: 20th Century Studios Italia

Omen – L’origine del presagio è capace insomma nella complicatissima operazione di fondere l’esigenza propria dei prequel al dover motivare ogni cosa – altra fissazione della nostra contemporaneità, avida di dietrologismi – a quella di far quadrare gli angoli di un nuovo racconto che si disvela poi non privo di colpi di scena e numerosi brividi lungo la schiena. Gran parte del merito sta anche nella sorprendente, è il caso di dirlo, regia di Stevenson, che rifugge la facile grammatica dello spavento per insinuare la paura sottopelle.

Passando per scelte di casting davvero ottime (i volti meravigliosi di Tiger Free e Caballero evolvono e con loro evolvono le traiettorie del film), la regista lavora palesando l’orrore all’interno dell’immagine, lasciando che emerga poco a poco dentro l’inquadratura. Lo fa sbucare e avvicinare con un lavoro della macchina da presa claustrofobico e rigoroso, spesso soggettiva di uno sguardo mai distolto – per questo incredibilmente feroce – anche davanti allo shock più insopportabile. Ci sono, in particolare, un paio di inquadrature davvero forti e non così scontate da trovare in un horror pensato per un largo consumo come questo.

Se gli si vuole imputare un difetto, si può ammettere che Omen – L’origine del presagio sia un pelo troppo lungo. Sulle due ore complessive di film, la sensazione è che un po’ di sforbiciata sul montaggio finale avrebbe giovato nella carburazione di un ritmo comunque alto, nervoso, implacabile. Ma al di là di questo, resta soprattutto la consapevolezza di un titolo che trae davvero il massimo – dell’intrattenimento, della riflessione, del terrore – dallo spazio angusto in cui gli è consentito muoversi. Quella di Stevenson è insomma un’opera lucida, attenta ad argomentare il ruolo e le battaglie della donna senza per questo sacrificare l’importanza di una intelligente integrazione nel tessuto narrativo della saga.

Omen – L’origine del presagio è al cinema dal 4 aprile con 20th Century Studios Italia.

Guarda il trailer ufficiale di Omen – L’origine del presagio:

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