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Alessio Zuccari
Romeo è Giulietta: per Veronesi «la generazione dei trentenni ha un problema di identità»
Tags: giovanni veronesi, Pilar Fogliati, romeo è giulietta, Sergio Castellitto
«Il percorso che stiamo facendo con Pilar Fogliati mi obbliga a calarmi nella sua generazione e nei suoi problemi» esordisce così Giovanni Veronesi nel presentare il suo nuovo film Romeo è Giulietta, scritto assieme a Nicola Baldoni e proprio Pilar Fogliati. Quest’ultima interpreta la protagonista Vittoria, attrice teatrale che fatica a lavorare da alcuni anni e spera di potersi rifare quando il celebre, ma decadente, regista Federico Landi Porrini (Sergio Castellitto) decide di mettere in scena l’immortale Romeo e Giulietta. Viene però scartata in malo modo per la parte di Giulietta, così decide di giocare un tiro al regista e di presentarsi camuffata da uomo per provare il ruolo di Romeo. E viene presa.
«Mi ha fatto rendere conto che questa generazione vive una forte ansia da prestazione, una costante paura del fallimento ed è sempre alla ricerca di un posto nel mondo» continua Veronesi. «Sono persone che si avviano ad essere mature e dovrebbero capire chi sono. Il personaggio di Vittoria nasce sotto questa ricerca di identità, a volte più facile da trovare nascondendosi dietro una maschera. E a volte per trovare questa identità non bisogna essere per forza nel giusto, la si può trovare anche nel torto. Anzi, chi è nel torto a me garba anche di più».
Per Fogliati, che in occasione del suo esordio alla regia con Romantiche ha già collaborato in sceneggiatura con Veronesi, la «questione dell’identità è un tema caldo per persona una persona che fa l’attrice. Il mio personaggio, Vittoria, questa identità l’ha già rubata una volta in passato, prendendo qualcosa di non suo». Poi aggiunge come anche per lei il mettersi dalla parte di chi sbaglia sia talvolta il giusto modo per scoprire un nuovo lato di sè: «Vittoria per ottenere quello che vuole è disposta a sporcarsi nel fango e mettersi nel torto. Adesso, nei panni dell’alter ego maschile Otto, si scopre più attraente e intrigante».
Intrigante, in particolare, agli occhi di quel regista figlio del Novecento e un po’ vittima del suo pestilente egocentrismo. «Si pensa che la vera figura mitomane sia l’attore, ma non c’è più mitomane del regista» confessa Castellitto, che lungo la propria carriera ha vestito entrambi questi panni. «Non c’è niente di più mitomane di voler costruire un mondo da zero e avere settanta persone a fare quello che dici tu. Io questo film lo definisco una commedia pura, e non un film comico che si limita a lavorare e far ridere con le gag. Perché la commedia dovrebbe scegliere un argomento serio, come qui lo sono quello dell’identità e generazionale, e prenderlo a calci, stimolarlo». L’attore professa poi il suo amore sconfinato per la magia del teatro: «Se il cinema è stato il mio amante, il teatro è mia nonna: la nonna si torna sempre a trovarla».
Romeo è Giulietta è al cinema dal 14 febbraio con Vision Distribution.