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Martina Barone
Glamorous: recensione della serie con Kim Cattrall su Netflix
Tags: Glamorous, Kim Cattrall, netflix
Marco è un giovane ragazzo che cerca di sfondare come influencer e che comincerà una nuova vita quando verrà assunto da una famosa ditta di cosmetici.
Nel cast di Glamorous: Miss Benny, Kim Cattrall
Con l’uscita della seconda stagione di And Just Like That – in Italia su Sky e NOW -, Netflix ha rilasciato la serie originale Glamorous. Il perché i due show dovrebbero essere collegati è in un volto familiare appartenete tanto al sequel/spin-off di Darren Star (pur non apparendo “quasi” mai), quanto nel cast del prodotto streaming. Kim Cattrall è la Samatha di Sex and the City, nonché nuova protagonista della serie ideata da Jordon Nardino e composta da dieci episodi disponibili sulla piattaforma.
Seppur i due show sono distanti, e soprattutto l’attrice sembra esserci riappacificata con la produzione di And Just Like That, quella con cui da tempi non sospetti non si trovava e che le ha impedito di voler tornare come protagonista fissa in questa inedita fase di vita delle protagoniste, è impossibile non notare l’ironia di una simile scelta.
Un po’ come Prime Video che rilascia il suo Pesci piccoli, sitcom targata The Jackal, nella stessa settimana di Questo mondo non mi renderà cattivo di Zerocalcare. Uscite che prescindono dalla qualità o dall’effettiva efficacia delle storie, ma che è ovvio vedano una fagocitare e sopprimere l’altra.
Cosa che non avviene necessariamente tra Glamorous e And Just Like That, ma è ironico come i percorsi delle due serie vadano a incrociarsi uscendo nello stesso momento, quasi volendo dire qualcosa che va oltre i prodotti stessi, messi in comunicazione così da farsi pubblicità gli uni con gli altri. E, in questo caso, probabilmente dandosi fastidio.
Impossibile non pensare alle dispute dai set e il rifiuto di Cattrall di apparire in qualsiasi altra operazione derivante da Sex and the City. E di come la discreta accoglienza della prima stagione l’abbia convinta a lasciarsi inquadrare per un cameo nella seconda, più simbolico che di vero e proprio contenuto. Forse addirittura per dare fastidio a quelle colleghe – Parker, Nixon e Davis – con cui non ha più voluto avere a che fare (e viceversa).
Ovviamente Glamorous non poteva ambire a raggiungere i livelli iconici della serie anni Novanta e non ha potuto affidarsi nemmeno a una fanbase numerosa che potesse sostenere a spada tratta il risultato della creazione di Nardino.
Alla fine, dunque, lo show non ha di certo intaccato il rilascio settimanale delle avventure sentimentali – e finalmente di nuovo sessuali – di Carrie Bradshaw, ma al contempo ha saputo parlare a uno specifico gruppo di riferimento, che potrebbe effettivamente apprezzare il lavoro del prodotto Netflix.
Il protagonista di Glamorous è Marco, interpretato da Miss Benny, giovane che da semplice commesso di cosmetici è entrato nella società più ambita della piazza diventando assistente di Madolyn Addison, ex modella e fondatrice del marchio di moda e bellezza dal nome Glamorous by Madolyn. Un sogno che diventa realtà e che aprirà a Marco varie direzioni, professionali e personali, facendolo approcciare per la prima volta alla vita vera. Pur sempre esasperata, accorata, esagerata.
Lo stile della serie è infatti quello di Emily in Paris, ma è soprattutto Ugly Betty il riferimento a cui sembra più ispirarsi. Quel tocco di kitsch e di lussuoso, di volgare e di altolocato che si mischia insieme per una storia tanto frivola e poco pesante. Per nulla impegnativa, pur con una certa ripetizione all’interno delle puntate.
Un lavoro di arredo nella libreria Netflix, riempita di glitter vuoti. Una leggerezza che rischia di divorare, ma può risultare anche necessaria. Di quelle operazioni trash che potrebbero piacere e sarebbe giusto così. Faida con Sex and the City a parte.