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Roberta Panetta

La Signora Harris va a Parigi: la Ville Lumière, gli abiti di Dior e una storia per sognatori

Tags: la signora harris va a parigi, mrs harris goes to paris
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La Signora Harris va a Parigi: la Ville Lumière, gli abiti di Dior e una storia per sognatori

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Moda, l’amore per Parigi, romanticismo e costumi da sogno: arriva al cinema La Signora Harris va a Parigi, il film più CineChic dell’anno

Se nella vostra vita vi è capitato almeno una volta di voler possedere un abito d’alta moda, magari di una grande Maison francesce, La Signora Harris va a Parigi è il film Universal che non dovete perdere.

Dal 17 novembre al cinema e in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione non competitiva Grand Public, La Signora Harris va a Parigi è un film nato e confezionato per grandi sognatori. Un film che ha subito catturato l’attenzione della nostra redazione grazie alla sua accentuata anima CineChic.

La Signora Harris va a Parigi è l’incantevole storia di una comune donna delle pulizie britannica il cui sogno di possedere un abito firmato Christian Dior la porta a vivere una straordinaria avventura a Parigi. E se in questa breve sinossi vi ci rivedete un bel po’, allora è il caso di approfondire la storia di questa adorabile donna interpretata da Lesley Manville, la Margaret di The Crown 5.

Guarda il trailer di La Signora Harris va a Parigi

La storia di La Signora Harris va a Parigi

Nella Londra che ha da poco superato la Seconda Guerra Mondiale, Ada Harris (l’attrice nominata per il Premio Oscar® Lesley Manville) si guadagna da vivere pulendo appartamenti. Conduce una vita solitaria da quando l’adorato marito Eddie è venuto a mancare durante il conflitto, ma non è il tipo che si piange addosso per le proprie sfortune o si lamenta per le difficili condizioni di vita. Tuttavia, quando la pragmatica Ada nota un adorabile abito Christian Dior appeso nella camera da letto di un ricco cliente, rimane sorpresa dall’aver provato un travolgente impeto di desiderio. Possedere qualcosa di così etereo, così bello, una vera opera d’arte, può veramente cambiare la vita di una persona.
Con qualche lavoretto extra e risparmiando il più possibile, fino a tentare la fortuna ai cavalli, Ada può finalmente permettersi di pagare un vestito Dior. Saluta i suoi amici più cari, Vi (Ellen Thomas) e Archie (Jason Isaacs), e parte alla volta di Parigi per visitare la prestigiosa casa di moda e realizzare i suoi sogni. Già dal suo arrivo, Ada s’imbatte in una serie di sorprendenti eventi, non ultimo l’incontro con l’ostile Madame Colbert (l’interprete nominata per il Premio Oscar® Isabelle Huppert), che non concepisce l’idea che una comune donna del popolo possa indossare un abito d’alta moda.
Nonostante qualsiasi ostacolo si presenti, Ada rifiuta l’idea di lasciare Parigi senza il suo abito. La sua incrollabile fiducia affascina l’idealista contabile che lavora da Dior, André (Lucas Bravo), la gentile modella Natasha (Alba Baptista) e l’aristocratico Marchese di Chassagne (Lambert Wilson), il più ambito scapolo di Parigi. Ada presto inizierà a realizzare che la scelta di cambiare la propria vita avrà un impatto anche su quelle delle persone che la circondano. Potrebbe addirittura aiutare a garantire la sopravvivenza della stessa Casa di Moda.
Con l’adattamento cinematografico del romanzo scritto da Paul Gallico nel 1958, Mrs. ’Arris Goes to Paris, il regista e autore Anthony Fabian mette in scena una fiaba moderna e positiva sulla volontà di realizzare i propri sogni, sul valore dell’amicizia e sull’importanza di rimanere fedeli a sé stessi.

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Photo Credits: Focus Features – Universal Pictures

Ricostruire per il grande schermo un atelier Dior

La Signora Harris va a Parigi è stato girato fra Budapest e Londra nel 2020 con alcune riprese aggiuntive organizzate a Parigi agli inizi del 2021 in piena pandemia globale.

Mentre parte della squadra produttiva si occupava degli aspetti logistici, il regista Anthony Fabian si è dedicato alla creazione di un team creativo che potesse mettere sul grande schermo questa storia. In termini di tono, Fabian ha sempre pensato al film come un musical senza la partitura musicale, puntando a girare scene con movimenti ricchi di ritmo.
Lo stile alla base è il realismo magico,” dice Fabian. “Il film è ovviamente radicato nella realtà dei tempi che racconta, ma non perde quell’allure da favola per adulti, che colora e arricchisce la storia e lavora molto sui contrasti, parlando fondamentalmente di un pesce fuor d’acqua, di qualcuno che si ritrova in un universo completamente nuovo,” spiega Fabian. “Sembra quasi che Mrs. Harris stia sbarcando da un’astronave salpata da Londra e atterrata a Parigi. All’epoca erano effettivamente due città molto più diverse di quanto lo siano oggi.

E in questa incredibile ricostruzione, nel team creativo di Fabian non poteva mancare una scenografa di tutto rispetto. Una delle principali priorità della scenografa della pellicola Luciana Arrighi (con lavori alle spalle come Casa Howard – Howard’s End, Ragione e Sentimento – Sense and Sensibility, Anna and the King) era ricreare l’Atelier Dior nel 1957 nella maniera più fedele. Dior ha fornito tutta la documentazione possibile sull’edificio che si trova a Avenue de Montaigne 30. Arrighi e la sua squadra hanno ricreato la grande scala centrale, il salone principale e i camerini negli ambienti a disposizione a Budapest. Gestire tutto nello stesso spazio ha permesso agli attori di muoversi esattamente come coloro che frequentavano la Casa di Moda all’epoca. Inoltre, Dior ha fornito alcuni dei mobili e degli accessori che venivano usati all’epoca.
Architettura e interni sono stati realizzati con un’attenzione maniacale da parte degli autori e della stesso brand. “Tutto è stato fatto per essere fedele all’identità Dior e non è stato facile,” racconta Arrighi. “Non abbiamo voluto inventare nulla, essendo un ambiente così conosciuto nel mondo della moda. Sapevamo di avere gli occhi addosso di molti Parigini che avevano vissuto in quegli anni.
Poter lavorare in un teatro di posa ha permesso al regista di creare una dimensione unica sul set. “È stato meraviglioso vivere questi spazi e ritrovarli esattamente come immaginavo,” afferma Fabian. “Fra salone e camerini tutto rispondeva alle nostre esigenze. Per non parlare dell’anticamera all’ingresso, prima della grande scala. È stato un grande sforzo, ma completamente ripagato.”

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Photo Credits: Credit: Dávid Lukács / © 2021 Ada Films Ltd – Harris Squared Kft

I costumi incontrano l’alta moda

Per creare i costumi per La Signora Harris va a Parigi, gli autori del film avevano bisogno di una delle professioniste più conosciute come la tre volte vincitrice del Premio Oscar® Jenny Beavan (Crudelia – Cruella, Mad Max: Fury Road, Camera Con Vista – A Room with a View). Beavan è arrivata sul progetto forte anche del lavoro fatto con l’attrice Lesley Manville per la mini-serie ambientata nell’’800, Cranford; inoltre, Beavan e la scenografa Arrighi hanno lavorato insieme già in sei precedenti film.
“Ho sempre saputo che questo film sarebbe stato il sogno di qualsiasi costumista, per cui mi sono sentito nelle condizioni di poter puntare in alto nella selezione,” spiega Fabian. “Jenny Beavan è senza dubbio una delle migliori costumiste britanniche. La sua attenzione al dettaglio è sbalorditiva. Lavora molto d’istinto e ha un approccio unico nella gestione del colore.”
Il periodo era perfetto. Beavan aveva appena concluso il lavoro sulla complessa produzione Disney Crudelia – Cruella, (per cui ha vinto il suo terzo Premio Oscar®) a sua volta ambientato nel mondo della moda. “Ho sempre pensato che il personaggio di Emma Thompson, la Baronessa, in Crudelia – Cruella fosse senza dubbio influenzata da Dior, e il destino beffardo mi ha portato su LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI,” racconta Beavan. “Ho provato un grande interesse per Dior, ho letto molto, ho studiato la sua vita e la sua straordinaria relazione con le modelle. Ci sono ore e ore di video sulle sfilate su Youtube, materiale meraviglioso in cui queste giovani ragazze raccontano cosa voglia dire lavorare nella moda in quegli anni. Me le sono gustate con grande piacere.”
Beavan ha potuto lavorare direttamente con la casa di moda, avendo accesso agli archivi storici, che contengono fra i numerosi reperti, bozzetti originali e diari, come modellini per i vestiti. “È stato affascinante, a dir poco,” ricorda Beavan parlando della sua esperienza negli archivi. “Hanno tirato fuori informazioni meravigliose, riempiendomi di stimoli, consapevoli che parlavamo la stessa lingua.”
La costumista è stata il ponte fra Dior e la produzione. “Jenny è stata fondamentale nel gestire il rapporto,” conferma Benski. “Si è assicurata che gli abiti fossero prodotti in maniera rigorosa e autentica, nel pieno rispetto degli originali.” Aggiunge il produttore Xavier Marchand: “Ha lavorato in maniera meravigliosa. Grazie ai prestiti di gioielli, cappelli e scarpe da parte di Dior, siamo riusciti a replicare in pieno lo stile.”

La Signora Harris va a Parigi vi aspetta al cinema dal 17 novembre.

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