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Cristiana Puntoriero
Timothée Chalamet in 5 film: cosa rivedere in occasione dell’uscita di Bones And All
Tags: Bones and All, Timothèe Chalamet
Finalmente è uscito in sala dal Bones And All, e finalmente si torna a parlare di Timothée Chalamet. Il giovane pupillo di Luca Guadagnino a soli 26 anni continua a collezionare un successo dopo l’altro, confermando ogni volta il talento di una stella che esprime la sua professione con un livello tale di passione che non possiamo non riconoscere. In occasione del suo ultimo lavoro, in cui figura anche e per la prima volta in veste di produttore, abbiamo deciso di dare un’occhiata alla sua filmografia, pescando alcuni ruoli in cui ha particolarmente brillato.
Nonostante avesse già lavorato in una decina di film, fra cui Interstellar e Hot Summer Nights, quello di Elio è il ruolo che lo lancia fra i più grandi. Candidato all’Oscar come miglior attore e accolto dalla critica come la giovane promessa icona di un nuovo prototipo di mascolinità, nell’adattamento del romanzo di André Aciman Chalamet incanta per la sua delicatezza e il suo modo da adolescente un po’ titubante di incarnare i tormenti e le pulsioni del primo amore. Assieme al collega più navigato Armie Hammer e al tocco registico di un riscoperto Luca Guadagnino, la pellicola del 2017 per molti è il film dell’anno. D’altronde, fu davvero un trionfo.
Anche questo tratto da un libro, stavolta un classico della letteratura fantascientifica scritto nel 1965 da Frank Herbert, Dune di Denis Villeneuve ha dato a Timothée Chalamet l’occasione di lavorare con Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Stellan Skarsgård, Zendaya, Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem, insomma un cast di tutto rispetto. Il suo personaggio, Paul Atreides, è l’erede di una dinastia aristocratica che governa un pianeta; ruolo inedito in cui, esprimendo la serietà e il fascino di un eroe del deserto, ha incantato il pubblico e convinto la critica, portandolo così di nuovo sugli schermi con un secondo, attesissimo, capitolo.
Nel 2018 il regista di Alabama Monroe e Le Otto Montagne Felix Van Groeningen porta sullo schermo la storia vera del giornalista americano David Sheff (Steve Carrel) e di suo figlio Nic, per diversi anni dipendente dalle metanfetamine. Nonostante l’adattamento non abbia convinto tutti, sullo schermo la coppia Chalamet -Carrel mette in scena il tumultuoso rapporto fra padre e figlio in uno dei momenti più bui della loro vita, raccolto in libro di memorie dal titolo Tweak: Growing Up on Methamphetamines. L’interpretazione di un addicted, ha raccontato l’attore, è stata una vera e propria sfida con sé stessi, ma senza dubbio il lavoro d’immersione e immedesimazione ha ripagato, basti guardare alcune singole scene in cui spesso ci fa venire i brividi.
Per Greta Gerwig aveva già interpretato il fidanzato antipatico ma dannatamente attraente di Saoirse Ronan in LadyBird, ma per Little Women ha sfoggiato ancora il suo lato romantico. Nella rivisitazione del classico Piccole Donne di Louisa May Alcott Timothée Chalamet è Theodore “Laurie” Laurence, il nipote del loro anziano e ricchissimo vicino di casa il quale si avvicinerà per poi essere rifiutato in particolare a Jo, la sorella Mach decisamente più ribelle e appassionata di scrittura. Il film vince l’Oscar per i migliori costumi, nel cast anche Meryl Streep, Florence Pugh e Laur Dern.
Il film di debutto di Julia Hart è passato un po’ in sordina come spesso accade a produzioni indipendenti, ma per la sua interpretazione merita di essere riscoperto. La storia è quella di un’insegnante (Lily Rabe) in viaggio con alcuni studenti ad un concorso teatrale, fra di loro anche Billy (Chalamet) ragazzo particolarmente sensibile ma problematico. La pellicola è divenuta più celebre, ovviamente, dopo il clamore di Chiamami col tuo nome, in particolare per un monologo in cui l’attore allora 21enne, in un audizione su un palco, si prende tutta la scena e, come lui in lacrime, ripensando a quanta strada ha fatto, fa commuovere anche noi.